Economia

Inflazione, Confesercenti: “Lungo il percorso per rientrare a livelli accettabili”

Il nuovo dato mensile sulla inflazione (pubblicato oggi da Istat) denota un lungo percorso per un rientro a livelli accettabili. Lo sostiene Confesercenti.

“Processo parallelo alle dinamiche sui tassi di interesse che ieri hanno visto un ulteriore aumento da parte della BCE. Riteniamo pericolosa questa continua rincorsa alla Federal Reserve tenuto conto della diversa natura inflattiva tra Usa ed Europa”.

“I nostri timori sono legati al sempre minore potere di acquisto delle famiglie (accentuato anche dai continui aumenti dei tassi di interesse) che ha portato da mesi ad uno stallo (in valore) ed ad una riduzione (in volume) dei consumi”.

“Situazione che rischia di ulteriormente intaccare numericamente gli addetti del settore, anche nel nostro territorio”.

“SALVAGUARDARE POTERE ACQUISTO FAMIGLIE E CONSUMI

La conferma del dato sulla crescita dei prezzi a maggio, diffuso oggi dall’Istat, ribadisce che il percorso di rientro dell’inflazione è lento: secondo le nostre stime quest’anno si dovrebbe registrare un 5,7% e si dovrebbe arrivare ad un livello prossimo al 2% solo nel 2026.

Continua, pertanto, l’erosione del reddito disponibile (stimiamo il 16% tra il 2022 ed il 2025) e questo avrà un impatto anche sulla ripresa dei consumi, che rallenta anch’essa: nel 2025 dovrebbero mancare ancora 18 miliardi rispetto ai livelli pre-pandemia.

Per il settore del commercio, il rialzo dei prezzi comporta una ulteriore criticità legata ad un possibile effetto di minori consumi: c’è il rischio che entro il 2023 chiudano altre 73mila imprese del commercio.

“L’urgenza – interviene Fabrizio Samuelli, Direttore di Confesercenti Piacenza – è di salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie che stanno ancora attingendo, dove possibile, alla riserva di risparmi per mantenere livelli di consumo stabili, ma che potrebbero decidere di effettuare ulteriori selezioni, visto che già le spese obbligate guidate dai prezzi degli energetici e, ad esempio, il pagamento di interessi crescenti sui mutui (ancora ieri la BCE ha deciso un ulteriore aumento) stanno spostando risorse verso voci incomprimibili”.

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