L’abbassamento dell’Imu passa tra i dubbi. Centrodestra: “Serviva più coraggio”. Contraria ApP: “Non aiuta chi sta peggio”

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Approvata la proposta della giunta comunale di abbassare l’IMU per i proprietari di abitazioni, compresi gli enti del Terzo settore e le Onlus. Il consiglio comunale ha dato l’ok alla manovra. Il centrodestra ha avanzato qualche dubbio ma alla fine ha votato a favore. Contrari invece i due consiglieri di Alternativa per Piacenza, Luigi Rabuffi e Stefano Cugini.

Centrodestra: “Serviva più coraggio”

Una scelta, quella di abbassare l’IMU, che comporterà una consistente riduzione delle entrate nelle casse comunali. Si parla di 439mila euro all’anno in meno. Una cifra che rappresenta una perdita ma che allo stesso tempo non servirà a risolvere i problemi, secondo il centrodestra, come spiega Massimo Trespidi parlando di una manovra dalla inconsistenza economica.

Ci vuole più coraggio. Se vogliamo effettivamente andare a incidere sul problema casa lasciateci dire convintamente che non lo risolviamo con 439 mila euro. È questo il tema da discutere, non se è giusto o sbagliato diminuire l’IMU: questo è giusto, siamo tutti d’accordo, ma l’abbiamo già detto. Quello che vorremmo mettere all’attenzione vostra è che con 439 mila euro non risolviamo nulla”.

Allora avrebbe più effetto, dati i 31 milioni di euro di entrate di IMU, barattare le maggiori entrate dell’IRPEF con l’IMU: anziché 439.000 euro, proviamo ad abbatterlo di 5 milioni. I 31 milioni che è la montagna dell’IMU che incassa il Comune, proviamo a metterci sul piatto 5 milioni di euro: allora sì che questo provvedimento può produrre un effetto significativo e duraturo nel tempo, un effetto per cui possiamo dire che effettivamente la diminuzione corrisponde a una platea di cittadini che ne avranno beneficio che non sono quattro gatti, ma un numero consistente di cittadini”.

Tarasconi: “Un indirizzo politico”

Secondo il centrosinistra, questa perdita sarà interamente compensata dall’incremento delle entrate dovuto all’aumento dell’addizionale Irpef sulla base dei dati relativi ai redditi dei piacentini, in crescita dal 2022. “Non è questione di coraggio, è questione di numeri”, ribatte il sindaco Katia Tarasconi.

Non risolveremo certo le sorti del tema casa, neanche quelle del consumo di suolo, però è un indirizzo politico. Il fatto di scegliere di andare su un’aliquota di canone concordato tra le più basse in Italia segna un indirizzo. L’indirizzo è proprio quello di dire “sappiamo che c’è un problema sul tema delle case, sappiamo che scegliamo di limitare al massimo il tema del consumo di suolo e quindi vogliamo che gli immobili che già oggi sono sul mercato vengano messi a disposizione”.

Tarasconi: “Questione di numeri, non di coraggio”

E’ risolutiva? No, ma pensiamo a cosa sarebbe successo in quest’aula se anziché portare l’aliquota delle persone giuridiche al pari con l’aliquota delle persone fisiche avessimo fatto l’esatto opposto, cioè avessimo portato l’aliquota dello 0,49 al pari con l’aliquota delle persone giuridiche che quindi ovviamente sarebbe aumentata. Allora sì che sarebbe diventata ovviamente una cosa senza senso perché stavamo alzando la pressione fiscale. La scelta è stata quella di dire “cerchiamo di andare sempre di più verso il canone concordato per rimettere più immobili, non alzando le aliquote, comprendendo che ci sarà una perdita di gettito“.

La cosa che però secondo me è fondamentale dirci è questa: innanzitutto non è questione di coraggio, è una questione di numeri, è questione di matematica, non c’entra niente il coraggio in questa fase ma neanche nella fase dell’IRPEF: è sempre una questione di numeri. Perché da buon padre di famiglia, in casa di ognuno, almeno io lo faccio a casa mia, tu sai quanti fondi hai a disposizione e prendi delle scelte, sai quali sono i tuoi bisogni e prendi delle scelte”.

Il confronto con le province vicine

Non è questione di essere coraggiosi, è questione di sapere cosa puoi permetterti, cosa devi fare con i fondi che hai a disposizione. Allora se noi abbiamo un’esenzione sull’IRPEF per cui fino a 15.000 euro si paga 0, se a Parma e Cremona c’è una flat di 0,80 con un’esenzione a 12.000. Quindi noi esentiamo fino a 15, loro esentano fino a 12, noi abbiamo un’aliquota graduale, loro hanno un’aliquota flat allo 0,80, noi abbiamo l’IMU che è più bassa: allora bisogna intendersi, cioè o siamo stati, non dico bravissimi, però quantomeno decenti nel trovare la quadra sul bilancio e quindi nel mantenere questa aliquota che è poi quella che ci chiedevano anche i sindacati, perché gli stessi sindacati erano preoccupati che si potesse alzare il canone concordato perché avevano paura che l’innalzamento si sarebbe riversato sugli affittuari, cioè sulle persone che poi pagano l’affitto”.

Alternativa per Piacenza: “Colpiti i più deboli”

Come detto, contraria Alternativa per Piacenza, come ha spiegato Luigi Rabuffi.

Il mezzo non giustifica sempre il fine, specie in questo caso, specie quando il mezzo, come oggi, favorisce chi già sta bene e non aiuta purtroppo invece chi sta peggio, che ha bisogno di una mano. Vi sembrerà strano ma noi pensiamo che chi ha un immobile, non prima casa, affittato a terzi, quindi percepisce un affitto, stia mediamente bene, certamente meglio di chi purtroppo deve pagare un affitto, e altro che 300-400 euro al mese, e deve pagare l’addizionale comunale IRPEF nella misura che voi avete fissato, con quell’aumento del 50% dell’addizionale comunale IRPEF, da 8 a 12 milioni e oggi sono ben di più, che ha toccato proprio i redditi più bassi perché le aliquote più basse sono state quelle maggiormente colpite”.

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