Foto di repertorio
A soli 16 anni è mamma e studentessa. Ma ora deve scegliere: continuare il liceo o restare con il figlio di 5 mesi. Lo scorso anno, la giovane aveva usufruito della didattica a distanza per gravidanza a rischio. Ora, racconta, la sua scuola – il liceo Gioia di Piacenza – le avrebbe comunicato che la Dad rischia di saltare: dovrebbe infatti frequentare le lezioni in presenza, seduta dietro al banco ogni mattina, con tante difficoltà nella gestione del neonato.
La Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza, esprimendo vicinanza all’interessata, comprende benissimo il problema, esso è lo stesso che “sul fronte opposto” viene vissuto da centinaia di docenti, mamme e padri, che pur dovendosi per mestiere occuparsi dei figli degli altri spesso hanno difficoltà a conciliare l’attività scolastica con la vigilanza e l’accudimento dei propri figli.
In merito alla vicenda specifica ricordiamo che l’ordinamento prevede il finanziamento di progetti ad hoc solo per studenti e studentesse che hanno problemi di salute, le attività di “didattica a distanza” non sono in alcun modo normate dalla contrattazione nazionale di settore, l’unico atto che le disciplina era un contratto collettivo integrativo nazionale risalente al 25 ottobre 2020, la cui vigenza è cessata con il termine legale dello “stato di emergenza Covid” fissato dal legislatore al 31marzo 2020.
In pratica non esiste la possibilità giuridica e finanziaria di incaricare docenti affinché possa essere esaudita la richiesta della studentessa che superato, lo stato di gravidanza a rischio, non è più un soggetto afflitto da problemi di salute.
Il problema però non è la scuola ma degli enti e delle scelte politiche di coloro che li gestiscono a livello locale, deputati a fornire i corretti servizi di assistenza, supporto e sostegno all’infanzia e ai genitori con figli piccoli, quindi il Comune di residenza del bambino, principale ente competente, ha il dovere di provvedere ad offrire le migliori opportunità alla giovane mamma e al piccolo.
Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza, dichiara “I deficit degli enti preposti a fornire sevizi sociali non possono essere scaricati, a prescindere, sulla scuola Statale e sul corpo docente, il Sindaco se ne faccia carico”.
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