“La guerra in Ucraina ha scosso equilibri fondamentali in Europa, difficile fare previsioni. Mai come ora viviamo un coinvolgimento emotivo e uno smarrimento profondo”. Così Enzo Moavero Milanesi, ospite questa mattina dell’Università Cattolica.
Si è tenuta infatti la diciottesima edizione per la Lezione Mario Arcelli, organizzata dal Centro Studi di Politica Economica e Monetaria (CeSPEM) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza: ospite di quest’anno, appunto, Enzo Moavero Milanesi, docente di Diritto dell’Unione Europea al College of Europe e alla LUISS Guido Carli, già Ministro degli Affari Esteri e per la Cooperazione Internazionale e Ministro per gli Affari Europei.
La Lezione Arcelli del 2022 era dedicata alle “Prospettive dell’Unione Europea: i profili chiave e i nodi da sciogliere”: certamente tra i nodi da sciogliere la guerra non può che occupare un ruolo primario, così come la questione dell’identità europea e di una sua più solida e concreta ridefinizione.
Moavero ha lodato la reazione dell’Unione Europea: “Non era scontato che da parte dei 27 arrivasse una risposta unitaria, non militare ma civile, fatta di sanzioni forti e sforzi di dialogo”.
Ora però, secondo Moavero, è necessario trovare il modo di staccarsi dalla Russia, rendendoci il più indipendenti possibili dal Cremlino.
“Stiamo vivendo una contraddizione: da una parte condanniamo la Russia e la guerra da lei iniziata, dall’altra continuiamo a essere loro clienti finanziando i loro sforzi bellici”.
“In tutti questi lunghi anni di Lezione Arcelli abbiamo attraversato prima la crisi politica seguita all’attentato delle Torri Gemelle, poi la crisi dei mutui subprime nel 2008 e la crisi del debito sovrano nel 2012 e, infine, la pandemia del 2020 ed ora una incredibile guerra nel cuore dell’Europa. Abbiamo sempre proposto riflessioni su come l’Europa potesse giocare un ruolo in tutte queste fasi. Abbiamo evidenziato e registrato i momenti difficili delle politiche europee e quelle in cui abbiamo registrato passi avanti nella capacità di reazione collettiva alle avversità della storia. Oggi siamo ad un nuovo bivio, la transizione energetica non è più un’opzione ma una necessità strategica. Per realizzarla occorre coesione politica. Saremo capaci di realizzarla in presenza di una guerra?”.
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