“Nell’anno in cui si celebra il Turismo delle Radici, massima espressione dell’attaccamento di una comunità al proprio luogo di origine, ci troviamo nella condizione di cercare una nuova casa. D’altronde siamo Orsanti, persone storicamente abituate a vagare tra borghi e villaggi in un viaggio che non pare avere una destinazione certa”.
Con una riflessione in cui si mescolano ironia e amarezza la piacentina Valeria Benaglia annuncia così la notizia della chiusura del museo di Vigoleno che tramanda le storie, i volti e la memoria di questi artisti originari dell’Appennino emiliano romagnolo che fino ai primi anni del secolo scorso attraversavano città e paesi d’Europa inscenando spettacoli con animali esotici e finti combattimenti, sapientemente coreografati, con leoni, tigri e orsi (da cui il nome) da loro stessi addestrati.
Inizialmente fondato a Compiano (Comune in provincia di Parma) per opera dell’artista e stilista Maria Teresa Alpi, il Museo degli Orsanti aveva cambiato sede nel 2015 trovando posto a Casa Tanzi, una storica e caratteristica dimora nel cuore del borgo fortificato, frazione di Vernasca. “La possibilità di usare quegli spazi, di proprietà dell’amministrazione comunale, ci è stata offerta dal sindaco Gianluigi Molinari che ha sempre sostenuto questo progetto. Successivamente per quegli spazi sono state fatte altre scelte delle quali abbiamo preso atto”, spiega Benaglia in qualità di direttrice del museo.
“In queste settimane stiamo provvedendo a stoccare il patrimonio di reperti e testimonianze in un deposito che speriamo temporaneo”.
Per ironia della sorte il trasloco è arrivato a pochi mesi di distanza dalla firma del progetto sottoscritto con il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana (MEI) di Genova e con il Museo dell’Emigrazione Giovanni Battista Scalabrini (MES) di Piacenza per promuovere e incentivare il “Turismo delle Radici”, fenomeno che vede da anni aumentare nella nostra provincia la presenza di turisti e viaggiatori da ogni parte del mondo desiderosi di riallacciare un legame con i territori da cui sono partiti i propri antenati.
“Ringrazio Molinari per il sostegno che ci ha garantito in questi anni e lancio un appello ai Comuni e agli enti storici e culturali di tutto il territorio piacentino – conclude Benaglia – ai quali chiedo di aiutarci a trovare una nuova sede che ci permetta di mantenere vivo questo capitolo della nostra storia, oggi forse meno noto di altri ma di certo non meno importante. Per capire quanto gli Orsanti fossero presenti fino a pochi decenni fa nell’immaginario collettivo della nostra cultura basti infatti pensare che furono ritratti dal celebre pittore Antonio Ligabue in una delle sue più famose opere intitolata, non a caso, Orso che balla”.
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