Il Comitato Salviamo l’Ospedale, impegnato da tempo contro la realizzazione di un nuovo nosocomio e favorevole invece alla riqualificazione di quello attuale, ha presentato un esposto alla Procura Regionale della Corte dei Conti.
Secondo quanto dichiarato dal Comitato, il progetto per la costruzione della nuova struttura sanitaria comporterebbe un possibile danno erariale, in quanto prevederebbe l’abbandono di un ospedale già moderno, funzionante e adeguato alle esigenze del territorio. “Nel documento depositato – spiegano – abbiamo riportato soltanto dati oggettivi e verificabili, senza esprimere giudizi o valutazioni personali”.
Parallelamente, il Comitato ha inoltrato anche una segnalazione all’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione. La motivazione riguarda il ricorso al Partenariato Pubblico-Privato (PPP) per il finanziamento di parte dell’appalto: una scelta che, a loro giudizio, non rispetterebbe i requisiti previsti dal Codice degli Appalti (articolo 177, comma 6 e seguenti). Secondo i promotori dell’esposto, infatti, mancherebbero le condizioni di equilibrio economico-finanziario, in particolare per l’assenza di adeguati flussi di cassa.
“Ci abbiamo lavorato molto in questi tre anni: da quando ci siamo costituiti abbiamo fatto appelli, pubblici dibattiti, mozioni insomma abbiamo dimostrato due cose”, spiega Augusto Ridella, del comitato Salviamolospedale.
“La prima è che l’attuale ospedale è un ospedale semi-muovo, efficiente, non sta cadendo a pezzi e di conseguenza non si comprende la ragione per cui si dovrebbe demolirlo. Perché diciamo demolirlo? Perché provate a pensare solo al polichirurgico: 45 mila metri, cosa farci dentro? In parole povere non ci vuole un grande luminare per capirlo, ci verrebbero 300 appartamenti non lo so, 300 uffici insomma, chi più ne ha più ne metta per cui questo è un danno. Il progetto di per sé provoca un danno perché prevede il non utilizzo dell’attuale ospedale che è un ospedale che la sua funzione ce l’ha”.
“Poi abbiamo dimostrato che si possono ammodernare, ampliare, efficientare gli attuali edifici utilizzando il finanziamento che è rimasto che sono oltre 100 mila euro e invece si è pensato di fare un nuovo fabbricato perché tale è. Un fabbricato fuori dalla cintura urbana dove manca tutto e andando a spendere una cifra di oltre 300 milioni che non ci sono perché ne vengono chiesti 160 al privato. Per cui è un altro danno erariale. Se noi facciamo la somma tra il costo degli edifici che andiamo a demolire e la spesa per fare un nuovo edificio superiamo i 300 milioni. Per cui noi abbiamo detto alla Corte Dei Conti: attenzione che il progetto di per sé causa 300 milioni di danni erariali, intervenite”.
“Poi abbiamo detto all’Anac che il progetto di per sé è illegittimo in quanto prevede l’utilizzo dello strumento del partenariato pubblico privato. Questo strumento non si può utilizzare in quanto non prevede il rischio a carico del finanziatore. L’ospedale non dà flussi perché gli unici incassi che fa sono i ticket, di conseguenza il privato che ci mette i soldi è garantito dal canone che paga l’Ausl. Allora vuol dire che non ha rischio di impresa, il partenariato pubblico prevede come condizione sine qua non che il privato che interviene abbia il rischio di impresa, qui non c’è rischio di impresa per cui abbiamo chiesto all’Anac di intervenire per dichiarare che è illegittimo il ricorso a tal strumento”.
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