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Palazzo Farnese accoglie il prezioso sarcofago di Lucilia Tyche: il complesso trasporto affidato al Genio Pontieri – FOTO, VIDEO e AUDIO

Con il supporto del 2° Reggimento del Genio Pontieri e della Polizia Locale, Palazzo Farnese ha accolto un importante reperto storico donato alla collezione dei Musei Civici. Si tratta del sarcofago di epoca romana dedicato a Lucilia Tyche, schiava di origine greco-orientale e in seguito liberta di Lucio, appartenente alla gens Lucilia dell’Italia centrale.

Le operazioni sono state molto complesse, il Genio Pontieri ha effettuato il trasporto con due tir, mentre un muletto ha provveduto al trasporto dei pezzi di maggiori dimensioni. Altri frammenti dell’opera sono stati portati all’interno di Palazzo Farnese a braccia dai militari del Genio.

Già perché il sarcofago non è intero. Si tratta di frammenti che andranno assemblati e in seguito il prodotto finale sarà restaurato.

Arriva oggi a Piacenza un pezzo straordinario, grazie anche all’aiuto dei Pontieri che ci hanno supportato in tutte le fasi di trasporto. Il sarcofago apparteneva ad una schiava greco-orientale di nome Lucilia Tyche, il cui nome si legge tuttora in questa iscrizione che corona il sarcofago. E’ un pezzo davvero importante. Al momento della scoperta, all’interno del sarcofago, invece del corpo di questa liberta fu trovato uno scheletro di sesso maschile, segnale che nel corso della storia venne riutilizzato. Insieme allo scheletro maschile c’era una croce, croce che oggi si conserva ai Musei Vaticani. E’ un pezzo di storia che da oggi arricchirà la sezione del museo archeologico”. Lo spiega il direttore dei Musei Civici di Palazzo Farnese, Antonio Iommelli.

La collezione Romana di Palazzo Farnese si arricchisce di un reperto quasi bimillenario

E’ stato consegnato questa mattina, ai Musei Civici di Palazzo Farnese, un importante reperto storico di età romana: un grande sarcofago in pietra datato tra la metá del I e l’inizio del II secolo d.C., dedicato a Lucilia Tyche, schiava di origine greco-orientale e in seguito liberta di Lucio, appartenente all’importante gens Lucilia di provenienza centro-italica.

Nel 1825, quando la grande cassa monolitica emerse scavando un pozzo nel giardino di casa Calciati in via Alberoni 20 a Piacenza, lo scheletro con corredo rinvenuto all’interno del sepolcro non era tuttavia quello della liberta, bensì quello di un defunto di sesso maschile, probabilmente di alto rango, sepolto entro la metà del VII secolo d.C. nello stesso sarcofago con una croce d’oro e uno scramasax longobardo.

Il valore di questo straordinario reperto di età romana, unico tra le testimonianze funerarie del Piacentino per dimensioni, qualità dell’iscrizione e per le circostanze di reimpiego in epoca longobarda, non era sfuggito ad antiquari e studiosi già all’epoca del rinvenimento.

Dopo varie vicissitudini e passaggi di proprietà, il sarcofago trovò collocazione nell’androne del castello di Muradello, nei pressi di Pontenure, dove è stato riportato all’attenzione delle istituzioni culturali nell’ambito delle ricerche condotte dall’associazione piacentina Arti e Pensieri durante la realizzazione della Sezione romana dei Musei civici di Palazzo Farnese. Stante la sua rilevanza da un punto di vista storico e archeologico, il sarcofago è stato quindi dichiarato bene di notevole interesse culturale da parte del Ministero della Cultura e sottoposto a vincolo.

Ora, finalmente, si compie un passo ulteriore: grazie alla donazione da parte delle famiglie Berzolla, Gasperini, Mastronardi, Monguidi e Ponginebbi, il reperto entra ufficialmente nella collezione museale di Palazzo Farnese, sebbene non possa ancora essere esposto perché necessita di un intervento di restauro e di complesse operazioni conservative che si svolgeranno direttamente all’interno della Sezione romana cui il manufatto sarà destinato in via permanente, venendo quindi a costituire il fondamentale trait d’union fra la sala dedicata al mondo funerario romano – di cui il sarcofago dedicato a Lucilia è espressione – e la sala incentrata sull’Alto medievo, epoca alla quale risale il reimpiego con la sepoltura di VII secolo.

Fondamentale, per le operazioni di messa in sicurezza e trasporto, il  contributo dell’Esercito ad opera del 2° Reggimento Genio Pontieri di stanza a Piacenza, non nuovo ad interventi di questo genere, come in occasione della collaborazione fornita nel 2005 per il trasporto del sommergibile Toti da Cremona al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.

L’assetto specialistico del 2° Reggimento Genio Pontieri, con il supporto della Polizia Locale di Piacenza, ha provveduto stamani al sollevamento, caricamento e trasporto del reperto in assoluta sicurezza, anche a seguito degli interventi preliminari ad opera di restauratori qualificati, sotto la supervisione dei funzionari della competente Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza.

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