Ausl: un percorso di psicologia dell’emergenza in favore dei profughi provenienti dall’Ucraina

L’Azienda Usl di Piacenza promuove un intervento di psicologia dell’emergenza in favore dei profughi provenienti dall’Ucraina. Il progetto si rivolge non solo alle persone che sono fuggite dai territori di guerra ma anche a chi fornisce accoglienza sul nostro territorio, ai professionisti e ai volontari che a vario titolo sono coinvolti nell’assistenza e nell’integrazione.

Per far conoscere l’iniziativa, in sinergia con la Prefettura, il CCS Emergenza, l’Ufficio scolastico regionale, la Conferenza territoriale socio sanitaria e in collaborazione con i Comuni, sono previsti quattro incontri informativi sul territorio provinciale.

“L’obiettivo – spiega Silvia Chiesa, direttore del dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche – è quello di affrontare le conseguenze psicologiche della guerra sui profughi ucraini accolti nella Provincia di Piacenza. Durante questi momenti di incontro, si affronterà il tema della reazione post traumatica da stress, fornendo indicazioni pratiche e informazioni utili a un tempestivo riconoscimento e a una corretta gestione delle situazioni di disagio che si possono presentare. Per questo è molto importante che siano coinvolti non solo i profughi stessi ma tutte le persone che stanno facendo rete intorno a loro: le amministrazioni locali, gli assistenti sociali, i professionisti della scuola, i volontari e le famiglie che li accolgono. Intercettare eventuali quadri di disagio in fase iniziale può essere davvero importante per fornire una risposta tempestiva e appropriata che prevenga lo strutturarsi di disturbi”. L’Azienda Usl di Piacenza ha attivato, nel 2017, un’equipe di psicologi formati al lavoro in emergenza (EPE). Negli ultimi due anni, nei momenti più critici della pandemia, questi professionisti sono stati una risorsa molto preziosa per supportare le famiglie delle vittime del Covid19 e anche gli operatori sanitari.

“Ora l’equipe si mette a disposizione dei profughi provenienti dall’Ucraina: lo farà – prosegue la dottoressa Chiesa – attraverso una linea telefonica dedicata che l’Azienda attiverà per accogliere la domanda di cura psicologica delle persone con sintomatologia acuta e persistente da stress. Attraverso questo servizio, potremo poi indirizzare chi ne ha necessità verso il percorso dedicato di psicologia dell’emergenza in forma individuale, familiare o di gruppo, secondo l’opportunità”.

Per creare consapevolezza rispetto a queste reazioni e far conoscere l’attività, sono stati organizzati alcuni incontri sul territorio con l’emblematico titolo Sentirsi al sicuro in tempo di guerra.

“In queste occasioni, alla presenza del mediatore linguistico culturale, – evidenzia Paola Frattola, coordinatore dell’equipe Psicologia dell’Emergenza – forniremo strumenti per riconoscere le reazioni da stress, che sono risposte normali a un evento eccezionale, per come si possono manifestare in adulti, bambini, adolescenti esposti a un evento traumatico collettivo come la guerra in corso, da cui si sono fisicamente allontanati ma che hanno portato con sé, come carico doloroso di immagini, ricordi, emozioni forti, preoccupazione per chi è rimasto e per il mondo che si è lasciato. La guerra, inoltre, continua a colpirli attraverso le informazioni che arrivano dai media, che possono fungere da riattivatori. Per ritrovare un senso di sicurezza proporremo ai partecipanti di sperimentare in prima persona alcune strategie di pronto intervento psicologico e stabilizzazione. Auspichiamo, inoltre, che sia possibile, grazie alla presenza della mediatrice linguistico culturale, aprire un dialogo e accogliere domande, dubbi, esperienze personali. L’iniziativa è rivolta non solo ai diretti interessati, perché possano riconoscere eventuali situazioni di disagio in se stessi, nei propri familiari o conoscenti, ma anche a tutte le persone che, a vario titolo, si occupano di loro e a tutta la nostra comunità. Agli appuntamenti sono quindi invitati anche amministratori, professionisti dei servizi sociali, volontari, famiglie e associazioni ospitanti, mondo della scuola, colleghi che operano nell’ambito della salute, cittadini che si sentono colpiti da quanto sta accadendo. Stiamo predisponendo materiali informativi che possano essere distribuiti durante gli incontri, diffusi nei Comuni, tra le associazioni e negli istituti scolastici e messi a disposizione sul sito aziendale e sui social”.

Per la maggior parte, i profughi provenienti dall’Ucraina ospitati a Piacenza sono bambini e ragazzi (oltre il 50% degli arrivi ha meno di 19 anni) e donne (le femmine sono il 69%).

Complessivamente, si contano al momento 1500 persone. “I contenuti proposti negli incontri terranno conto anche delle esigenze specifiche di questi target: per esempio, un’attenzione particolare sarà dedicata ai campanelli d’allarme da monitorare per infanzia e adolescenza e alle modalità di affrontare l’argomento guerra con bambini e ragazzi”.

Il calendario degli appuntamenti prevede quattro tappe, per essere il più capillari possibile rispetto alle diverse aree di accoglienza dei profughi provenienti dall’Ucraina:
– Bobbio, 28 aprile ore 17.30 sala conferenze in municipio, piazza Santa Chiara 1
– Piacenza, 29 aprile ore 17.30 sala riunioni Emporio solidale, via Primo Maggio 62
– Castel San Giovanni, 3 maggio ore 17.30 villa Braghieri, via Emilia Piacentina 31
– Fiorenzuola, 5 maggio ore 17.30 auditorium San Giovanni, piazzale San Giovanni 2

Agli incontri saranno sempre presenti Silvia ChiesaPaola Frattola, la psicologa psicoterapeuta Valeria Mariani e, a rotazione, i direttori dei distretti Ausl Anna Maria Andena, Costanza Ceda e Giuseppe Magistrali. Gli appuntamenti saranno aperti dal Sindaco del Comune che ospita l’evento o da un rappresentante dell’amministrazione.

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