“La strada maestra per proseguire nel contrasto alla criminalità degli ultimi anni sul territorio piacentino, è quella del potenziamento delle forze dell’ordine; con nuovo personale e risorse.
Proprio come hanno fatto i governi di cui ho fatto parte; che per la prima volta dopo tanti anni hanno sbloccato i concorsi per l’assunzione di nuovo personale nei corpi dello Stato”.
Lo afferma la parlamentare piacentina e vice segretaria del Partito Democratico Paola De Micheli; che manifesta la propria contrarietà alla richiesta dell’utilizzo dell’Esercito per il presidio del territorio urbano.
“Il calo generalizzato dei reati è un risultato incontrovertibile; un risultato che va ascritto certamente al costante lavoro di presidio, e anche repressione, delle forze dell’ordine; grazie al coordinamento sul territorio provinciale dal Prefetto.
Occorre andare avanti su questa strada, nella lotta alla criminalità attiva purtroppo in alcune zone sensibili della città; e nel contrasto in particolare dei reati predatori e dello spaccio di stupefacenti; i fronti dove sono più impegnati ogni giorno i nostri militari dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di Finanza e gli agenti di polizia. Mettendoli nelle condizioni di operare in condizioni ottimali, con piena sinergia; e anche grazie alla collaborazione e al supporto della popolazione che non ha timore di denunciare”.
“A Piacenza, grazie al lavoro quotidiano ed instancabile – aggiunge – delle forze dell’ordine, fortunatamente non c’è alcuna emergenza sicurezza e non trova pertanto giustificazione l’ennesima richiesta di impiegare l’Esercito per compiti che non gli sono propri. Credo che sia corretto ribadire che l’Esercito ha una professionalità fondamentale per il nostro Paese, da riconoscere e rispettare”.
“Nella mia esperienza di commissario per il terremoto in Centro Italia ho avuto la possibilità di apprezzare la preparazione e lo spirito di sacrificio dell’Esercito, impiegato in compiti di grande complessità richiesti dalla situazione straordinaria di un sisma. Trovo irresponsabile invece la volontà di alcuni esponenti politici – conclude – di cavalcare emergenze o presunte tali o, ancora peggio, fare leva sull’emotività dell’opinione pubblica, per chiamare in causa impropriamente il ruolo del nostro Esercito”.
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