Consegnate alla prefettura di Piacenza le richieste dei pensionati piacentini. Nell’ambito della mobilitazione nazionale “Spi in piazza”, il segretario generale Claudio Malacalza (Spi Cgil Piacenza), insieme a una delegazione del sindacato, questa mattina – venerdì 21 novembre – ha incontrato consegnato alla Prefettura un documento con le ragioni della protesta che – è stato garantito – saranno trasmesse a Roma.
L’incontro è avvenuto al termine del presidio che dalle 10 alle 12 ha animato via San Giovanni, davanti alla Prefettura, in contemporanea con mobilitazioni organizzate nelle principali città italiane. Al centro, la forte critica rivolta alla nuova Legge di Bilancio, giudicata dallo Spi-Cgil «ingiusta nelle priorità e dannosa per chi vive di pensione».
Secondo il sindacato, pensioni e salari hanno perso oltre il 25% del loro potere d’acquisto negli ultimi tre anni, mentre la manovra del Governo rischia di accentuare squilibri e diseguaglianze. «Si continua a investire nelle armi – sostiene lo Spi – sottraendo risorse a sanità, scuola e servizi sociali, proprio mentre anziani e famiglie a basso reddito affrontano condizioni sempre più difficili». Profitti in crescita e ricchezza sempre più concentrata aggraverebbero, secondo i promotori, solitudine sociale e insicurezza economica.
Nelle loro osservazioni, i pensionati piacentini parlano apertamente di una “economia di guerra”, evidenziando come restino invariati strumenti fiscali considerati regressivi – flat tax per gli autonomi, condoni, bonus generalizzati – a fronte di tagli che colpiscono i servizi fondamentali. Un’impostazione che, nelle parole del sindacato, «usa la leva fiscale come propaganda invece che come strumento di giustizia sociale».
Tra i temi più critici, lo Spi-Cgil sottolinea gli effetti che il definanziamento della sanità pubblica e delle politiche per la non autosufficienza potrebbe avere sul territorio: liste d’attesa più lunghe, ticket più alti, rette più care nelle strutture residenziali, minori risorse per trasporto pubblico, assistenza domiciliare e servizi di prossimità. «Il rischio – osserva il sindacato – è che molti anziani restino soli e senza sostegno adeguato».
Da qui le richieste consegnate alla prefetta:
La giornata di oggi segna una tappa del percorso di mobilitazione che porterà allo sciopero generale del 12 dicembre proclamato da Cgil. «La difesa dei diritti sociali e delle pensioni non riguarda solo chi è già in quiescenza, ma l’intera società», ha ribadito Malacalza al termine dell’incontro.
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