Il nuovo Codice ristretto, la guida in versione aggiornata ai diritti delle persone detenute, è stato distribuito in tutte le carceri dell’Emilia-Romagna la mattina di giovedì 18 luglio. Delegazioni composte da amministratori locali, garanti, rappresentanti delle confessioni religiose ed esponenti delle camere penali sono entrati nelle strutture carcerarie di Bologna, Reggio Emilia, Parma, Modena, Piacenza, Ferrara, Ravenna e Rimini per consegnare la guida ai detenuti.
A Piacenza la delegazione era composta dalla garante locale Mariarosa Ponginebbi, Davide Marchettini della Caritas e l’imam Hanich Mohamed Jilani, oltre ad Alessandro Righi, Stefano Moruzzi e Veronica Antonelli della Camera penale.
“Il codice ristretto – spiega il garante Cavalieri – è una guida sui diritti, di facile lettura, per sostenere il detenuto nella comprensione delle modalità di accesso ai benefici penitenziari. Con la distribuzione di questo vademecum a tutti i detenuti presenti in Emilia-Romagna vogliamo sostenere la cultura dei benefici penitenziari e delle misure alternative alla detenzione”.
“Abbiamo pensato, aggiunge, “a un glossario che racchiuda tutte quelle che sono le possibilità che un detenuto ha rispetto al carcere, a partire dalle cosiddette misure alternative ma anche rispetto alle differenti tipologie di permessi e al lavoro esterno, con una parte dedicata a chi ha problemi collegati alle dipendenze”.
Cavalieri affronta poi il tema del sovraffollamento nelle carceri: “In Emilia-Romagna siamo arrivati ad avere 3.700 persone recluse contro i 2.900 posti regolamentari, per questo è necessario l’impegno di tutti, non solo dell’amministrazione penitenziaria, per cercare di portare soluzioni al problema del carcere, a partire dalla valorizzazione delle reti territoriali che si occupano dei percorsi all’esterno rivolti ai detenuti”. Il codice ristretto nella versione aggiornata – conclude il garante regionale dei detenuti – “viene redatto anche in lingua araba e viene integrato con una nuova sezione in cui il detenuto può inserire dati sulla sua situazione carceraria”.
“La possibilità di scontare la pena lontani dal carcere – evidenzia quindi il presidente della commissione Parità dell’Assemblea legislativa, Federico Amico – è di gran lunga più efficace: fino a quando non cambieranno le condizioni generali che consentono di attuare le misure alternative alla detenzione, quelle dirette a realizzare la funzione rieducativa della pena, anche il problema del sovraffollamento rimarrà irrisolto. Questo anche se si costruissero nuove strutture di reclusione”.
“Altrettanto cruciale – aggiunge – è il tema dei detenuti non residenti in regione. Per programmare l’esecuzione delle pene alternative, che preparino a un reinserimento virtuoso, è importante creare le condizioni per ridurre il numero di detenuti che scontano la pena in una regione diversa da quella di residenza. Gli ultimi provvedimenti allo studio del governo nazionale fingono di andare in questa direzione, ma non offrono vere opportunità alle persone detenute, questo perché non viene contemplata la presa in carico del sistema sociale che, come di consueto, è demandata ai soli Comuni nella completa solitudine”.
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