Attualità

Verità e giustizia per operatori e pazienti, il sindacato Usb lancia il libro verde dell’emergenza

USB Emilia Romagna invita gli operatori ed i familiari dei pazienti a costruire insieme un LIBRO VERDE sulla gestione dell’emergenza Covid19 nelle strutture residenziali e nei servizi alla persona inviando le segnalazioni a libroverde.emergenzacovid19@gmail.com.

Questo vuole essere uno mezzo per raccogliere le testimonianze su quanto sta succedendo nelle strutture pubbliche e private; ma anche per attivare tutti gli strumenti legali utili ad indirizzare le denunce agli organi competenti, ricostruendo i fatti ed individuando le responsabilità che hanno portato alla diffusione del contagio ed ai decessi nelle strutture della nostra Regione.

I dati dell’Istituto Superiore di Sanità hanno infatti confermato la drammatica situazione all’interno delle residenze sanitarie assistenziali (RSA) nella nostra regione. L’Emilia Romagna si colloca al primo posto in termini di percentuali di decessi nelle case di riposo e la provincia di Reggio Emilia è seconda dopo Bergamo per tasso di mortalità nelle residenza per anziani.

Ma il dato drammatico, di cui non si conoscono i numeri e l’impatto, riguarda anche quanto sta accadendo nei servizi domiciliari per anziani e disabili, in quelli rivolti all’accoglienza di persone migranti, in quelli dedicati alla psichiatria e alle tossicodipendenze.

Ciò sta avvenendo nel silenzio assordante di Asl e Regione che, nonostante le numerose segnalazioni degli operatori sul mancato rispetto delle disposizioni di tutela da Covid 19, minimizzano questo dramma nascondendo le responsabilità e le inadeguatezze nella gestione dell’emergenza COVID19.

Questa immane tragedia si consuma mentre sono stati presentati emendamenti bipartisan, nella discussione sulla conversione in legge del decreto Cura Italia, che prevedono lo scudo penale, per le amministrazioni pubbliche e private di servizi sanitari e sociosanitari, che abbiano “loro malgrado” esposto a contagio e morte operatori e utenti/pazienti.

Impediamo questo atto di profonda ingiustizia; lo dobbiamo a chi oggi lavora in prima linea negli ospedali e nei servizi; lo dobbiamo a chi oggi ha contratto l’infezione prestando la propria opera verso gli ammalati, gli anziani e gli utenti dei servizi di welfare, lo dobbiamo alla memoria dei nostri cari vittime del coronavirus e, in molti, troppi casi, dell’inadeguatezza, quando non della negligenza, nell’organizzazione delle misure di prevenzione del contagio.

È ora di dire basta e di individuare i responsabili di questa strage e di chiedere verità e giustizia per tutti gli operatori ed i pazienti/utenti.

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