«E’ la prima volta che vengo a Piacenza senza che ci sia Corrado ad accogliermi». E’ affranto il presidente dell’Abi-Associazione bancaria italiana Antonio Patuelli, giunto questa mattina da Ravenna per testimoniare la sua vicinanza alla famiglia e alla Banca di Piacenza dopo la scomparsa del presidente Sforza Fogliani, mancato ieri pomeriggio dopo una breve malattia. Accolto dal presidente del Cda dell’Istituto di credito Giuseppe Nenna e dal vicedirettore generale Pietro Boselli, il presidente Patuelli ha fatto visita al feretro nell’abitazione di via Garibaldi e dato un forte abbraccio alla moglie Antonietta e alla figlia Maria Paola.
Amico da lunga data, Patuelli ha condiviso con il presidente tante battaglie: con il Partito liberale prima e con l’Abi poi (di cui l’avv. Sforza è stato fino a luglio uno dei vicepresidenti). «Solo lunedì scorso – spiega il presidente Abi con la voce rotta dall’emozione – avevo letto la sua consueta rubrica sulla casa de il Giornale. Non ho avuto la percezione della gravità del suo stato di salute. Apprendere della sua scomparsa ha avuto l’effetto di una saracinesca che si abbassa di colpo. Di recente abbiamo lavorato insieme ai libri dedicati a Einaudi. In Abi il suo aiuto era preziosissimo quando si parlava di regole: della legislazione bancaria conosceva tutto, ed era un punto di riferimento fondamentale».
Patuelli non ha dubbi: «Ci lascia un’eredità morale che dovrà guidarci nelle nostre azioni future. Non potrò partecipare ai suoi funerali, perché martedì ho un incontro con il ministro Giorgetti sulla Finanziaria. Me ne dispiaccio, ma è come se sentissi la sua voce che mi dice: “E’ molto meglio che tu vada all’incontro col governo a difendere le banche».
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