Confagricoltura: “Non è solo il maltempo a fare danni ma la gestione sconsiderata dell’acqua”

Passata la paura e nella fase di ricognizione dei danni, il presidente di Confagricoltura Piacenza fa il punto sulla gestione dell’acqua e sulle conseguenze del maltempo. “Non è il maltempo in sé, o per lo meno non solo, a fare danni – commenta Gasparini – ma la gestione sconsiderata della risorsa idrica. Denunciamo che non più tardi in un mese fa avevamo i campi d’erba secchi in Val Trebbia perché non avevamo acqua ed ora, alla diga del Brugneto, fanno lo sfioro.

“Un controsenso che grida vendetta”

Un controsenso che grida vendetta. Significa che l’acqua non è stata concessa al territorio e all’agricoltura quando serviva ed è stata tesaurizzata in malo modo, tanto che, a diga piena, viene lasciata scorrere via facendo oltretutto danni a valle”. Il presidente degli agricoltori non ci sta e prosegue:” Tutta la pioggia da qui ad aprile non potrà essere trattenuta perché la diga piena è inerte. A Mignano è stato imposto il rilascio ad aprile per poter poi consentire alla diga di esercitare il fondamentale compito di laminazione, che effettivamente sta svolgendo, mentre sul Brugneto non si è fatto.

L’acqua che deve scendere a valle in Trebbia sta facendo danni ed erode le sponde, oltretutto tirando via opere pubbliche che lo stesso orientamento ambientalista ha voluto. Che si venga a vedere cosa resta, ancora una volta, della ciclabile a Ca’ Blatta lungo il fiume!”.

Le direttive comunitarie “Acque” (2000/60/CE) e “Alluvioni” (2007/60/Ce) sono alla base delle linee guida della Regione Emilia-Romagna per la riqualificazione integrata dei corsi d’acqua naturali che mettono a punto una nuova strategia di difesa del territorio. Tra gli obiettivi ci dovrebbe anche essere la diminuzione del rischio di esondazioni, ma la non gestione dei processi naturali dei fiumi ha palesemente trasgredito l’obiettivo.

“La direttiva acque fa vedere tutta la sua follia”

“Si sostiene che i fiumi facciano danni perché sono bacinizzati e quindi l’acqua prende velocità – spiega Gasparini – anche per esperienza diretta, vediamo invece che i blocchi di sedimenti nel mezzo stringono il percorso dell’acqua che prende velocità e scarica la forza sulle sponde e non nel mezzo. In alcuni punti l’alveo del fiume Trebbia è più elevato delle sponde, non è difficile considerare l’esito di una piena. Abbiamo trascorso la primavera e l’estate con l’imperativo di risparmiare ogni goccia, ora la direttiva acque fa vedere tutta la sua follia: non è vero che andando a svuotare gli alvei facciamo aumentare la corrente, la corrente aumenta perché non abbiamo tolto i detriti e più in generale i fiumi escono e portano morte perché semplicemente non vengono più dragati.

“Nemmeno svuotata la diga”

A ciò si aggiunga che a monte del Trebbia non è neppure stata svuotata la diga. Che gestione del bacino è? Ci sentiamo presi in giro!. Siamo contenti che la diga sia piena, peccato che con una siffatta gestione, quello che godremo sarà la beffa di quella che ci sarà elemosinata in estate oltretutto per andare quasi tutta in Dmv. Tutta questa vicenda ci dice che il Brugneto è un bacino che si riempie storicamente senza alcuna difficoltà e di cui bisogna riscrivere la storia e l’utilizzo”.

Il presidente di Confagricoltura Piacenza, rimarcando i problemi lungo il Trebbia, denuncia anche che, come purtroppo ci si aspettava, tutto il tratto del Nure è soggetto a criticità perché dopo i lavori del 2015 non è stato fatto più nulla, con l’aggravante che la vallata non è dotata di un bacino a monte. “Le dighe hanno un compito di laminazione fondamentale, così come è fondamentale è la gestione degli alvei “– conclude Gasparini – oggi contempliamo i disastri degli interventi mancati, delle leggi sbagliate, dell’ambientalismo che considera naturale che un fiume si riprenda i suoi spazi, poco importa se in questi spazi ci sono piazze, strade, case, persone”.

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