“Ex orti di via Campesio, l’area pur essendo privata, rappresenta un relitto di verde prezioso per la comunità piacentina sia dal punto di vista ecologico, urbanistico e testimoniale, che va assolutamente conservata e possibilmente resa fruibile, a seguito di necessari accordi con la proprietà”. Ne è convinta Legambiente che da tempo si batte per la valorizzazione dell’area.
“Lo ha dimostrato la grande partecipazione di cittadini alle serate organizzate da Legambiente e dal “Comitato spontaneo per il Verde e la Salute” il 6 novembre 2019 presso la sala del Preziosissimo Sangue e il 10 dicembre 2019 presso lo Spazio 2. Lo ha dimostrato la partecipazione alla “camminata di quartiere” effettuata il 7 dicembre 2019. Lo hanno dimostrato più di 6.000 firmatari alla petizione rivolta al Sindaco di Piacenza”.
Cosa chiedeva la petizione e cosa chiedono le associazioni.
1) La moratoria degli accordi operativi proposti all’amministrazione comunale fino all’approvazione del nuovo PUG (Piano Urbanistico Generale), da avviare entro il 2020, consentendo in tal modo, una più oculata analisi e pianificazione di interventi urbanistici che altrimenti potrebbero determinare effetti irrimediabili per il futuro di Piacenza.
2) La tutela degli spazi verdi urbani ancora esistenti, e in particolar modo l’area cosiddetta degli ex orti di Via Campesio e il campo fra via Morigi e Via 24 Maggio, per la stroardinaria valenza ambientale, ecologica e testimoniale che rappresentano.
“Purtroppo a questi incontri organizzati dalla società civile non hanno partecipato gli amministratori competenti, privando la cittadinanza di un’occasione di confronto sui bisogni che in questo momento storico di cambiamenti climatici epocali – e ora anche della pandemia da Covid 19 – si fanno particolarmente urgenti per il conseguimento di una migliore qualità della vita urbana”.
“Da allora, nonostante numerose sollecitazioni rivolte all’assessorato urbanistica, nessun approfondimento è stato possibile sulla proposta in oggetto, nemmeno nell’ambito della Consulta “Territorio, frazioni e sviluppo economico”, sede deputata alla partecipazione”.
“Come Associazione abbiamo sempre sostenuto che tale confronto avrebbe creato l’opportunità di una maggiormente comprensione delle “domande” emerse dalla cittadinanza, senza per questo “interferire con l’istruttoria attivata dai competenti uffici comunali che, in primo luogo, si dovranno pronunciare sulla conformità degli stessi al Piano Strutturale Comunale e al Regolamento Urbanistico Edilizio”, come invece sostenuto dall’Amministrazione Comunale”.
Sulla questione interviene anche Italia Nostra.
“Riguardo alle varie possibilità e motivazioni che teoricamente consentirebbero tale intervento di edificazione in un’area ad oggi verde, si fa presente che l’intervento previsto non può essere considerato in alcun modo né come rigenerazione, né come riuso, né come riqualificazione. Si chiede quindi di valutare se questo renda invalida la procedura urbanistica che è arrivata a prevedere tale intervento”.
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