Come nascono le leggende e i misteri? HMR a Villa Carenzi per una notte di ricerche

Per chi è appassionato di misteri, Piacenza ospita alcune delle più suggestive mete dell’intero territorio nazionale. Luoghi spesso dimenticati, ai quali si legano leggende che affondano le proprie radici nella notte dei tempi. In provincia di Piacenza tutti conoscono Villa Carenzi, nel comune di Bobbio, e tutti conoscono le voci che ammantano questa struttura ormai lasciata a sé stessa. HMR (History and Mistery Research) sarà proprio a Villa Carenzi sabato 9 settembre per una spedizione dalla doppia natura: durante il giorno l’associazione dedicherà alla ex colonia elioterapica un documentario in grado di ripercorrerne l’esistenza e la storia in compagnia dello scrittore Stefano Panizza, autore di libri sui misteri della provincia di Piacenza; durante la notte, invece, i ricercatori cercheranno di fare luce sui racconti e sulle narrazioni che da anni la vedono protagonista. Storia e folklore, eventi documentati e racconti al limite del credibile: di questo si occupa HMR. L’associazione, nata a Piacenza pochi mesi fa, ha già scandagliato location in buona parte del nord Italia, tra castelli, musei e strutture abbandonate. L’obiettivo è sempre quello: raccontare e verificare. Lo spiega il presidente Marcello Chichinato.

“Quando ci rechiamo in un luogo di indubbio interesse turistico il nostro scopo è promuovere e far conoscere. Quando raggiungiamo una struttura dimenticata, invece, puntiamo a sensibilizzare. E’ già capitato in passato che dopo la pubblicazione di un nostro documentario qualche imprenditore o magnate si sia mosso per riqualificare una struttura, e per noi questo è motivo di orgoglio. Indagare i misteri di un territorio serve anche a questo”.

Nel caso di Villa Carenzi è difficile sperare in una rivalorizzazione, ma HMR, essendo un’associazione piacentina, non poteva certo farsi mancare questa tappa.

“In questo caso l’interesse è soprattutto scientifico, ovviamente. Intorno a Villa Carenzi se ne sentono da anni di tutti i colori: voci, ombre, impronte di mani sui vetri delle auto parcheggiate nei paraggi. Questo per noi non è ‘paranormale’, noi non diamo la caccia ai fantasmi e non siamo ghost hunters: per noi si tratta di fisiologico e antropologico folklore che per forza di cose ammanta determinati luoghi particolarmente suggestivi. Perché nascono queste leggende? Perché operai e soggetti al di sopra di ogni sospetto riportano episodi spaventosi e testimonianze inquietanti? Ecco, noi puntiamo a rispondere a queste domande”.

Rispondere, ma in che modo?

“L’unico modo possibile è raggiungere il luogo, viverlo, passarlo al setaccio, cercare di replicare quelle stesse esperienze che vengono raccontate. Spesso, sospiri o voci misteriose si rivelano in realtà semplici correnti d’aria che si insinuano tra le crepe delle pareti; altre volte, invece, incappiamo anche noi in fenomeni apparentemente difficili da spiegare. In questa nostra attività non possiamo affidarci solo ai nostri occhi e alle nostre orecchie, servono strumenti, tecnologie, rilevatori, fotocamere: la ricerca è passione, certo, ma deve sforzarsi di essere il più scientifica possibile”.

“Essendo piacentini, non è certo la prima volta che ci concentriamo su Villa Carenzi. Ma si tratta di una location celebre e sempre interessante, e sfruttiamo la vicinanza a casa per farci ogni tanto una capatina: anche perché, ovviamente, più spesso si indaga un determinato luogo e più gli elementi raccolti risultano eloquenti e affidabili”.

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