Santa Maria di Campagna, gli appuntamenti fino all’18 novembre 2022. Proseguono le manifestazioni dell’evento 500 anni dalla posa della prima pietra di Santa Maria di Campagna, promosse dalla Comunità francescana e dalla Banca di Piacenza.
16 NOVEMBRE
Mercoledì 16 novembre, alle 18, nella Biblioteca del convento di Santa Maria di Campagna, appuntamento con la presentazione del libro “Padre Contardo. L’allegria cristiana”, di Federica Villa (Edizioni Il Duomo). La pubblicazione è dedicata a padre Montemaggi, francescano di Santa Maria di Campagna morto a 85 anni, il 28 febbraio 2021. L’iniziativa è promossa da Banca di Piacenza, Comunità francescana, Fondazione di Piacenza e Vigevano, settimanale Il Nuovo Giornale e Movimento scout adulti e si svolge nell’ambito delle Celebrazioni per i 500 anni della Basilica di piazzale delle Crociate.
All’incontro sono previsti interventi dell’autrice (che nel 2021 ha realizzato il libro storico sul centenario delle Suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata fondate da mons. Francesco Torta), di padre Secondo Ballati, superiore dei francescani, del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi e di Pietro Coppelli, condirettore generale della Banca di Piacenza; a seguire alcune testimonianze sul servizio pastorale del religioso.
Originario di Villa Verucchio di Rimini, dove è sepolto nella tomba di famiglia, padre Contardo – al secolo Corrado – era entrato giovanissimo nelle file dei Frati minori. Prete dal ‘61, fu impegnato nei diversi conventi emiliano-romagnoli, lasciando ovunque persone grate a Dio di averlo incontrato. Prima a Parma nel convento della SS. Annunziata, poi a Faenza e di nuovo nella città ducale per poi passare nel suo paese natale, a Modena, nel Forlivese a Predappio, e all’eremo di Montepaolo, a Ravenna nella parrocchia del porto, per giungere a Piacenza nel 2013. Parroco ed esorcista sia a Forlì che a Ravenna, legò il suo nome alla rinascita a Parma degli scout, realtà ecclesiale che seguì a più riprese. Anche a Piacenza era assistente del Masci, il Movimento scout adulti.
In molti l’hanno conosciuto per le numerose barzellette e per le sue massime che raccontava anche durante le omelie. Ne citiamo alcune: “La via più facile non è sempre la più giusta”; “Dio ha salvato il mondo non con una bomba ma con un bimbo”; “Un sorriso non è mai fuori posto”; “E’ più facile obbedire che comandare”, senza dimenticare il proverbiale detto “Prediche corte e tagliatelle lunghe”.
«Aveva una grande disponibilità e generosità di tempo e di energie verso tutti – raccontano coloro che lo hanno conosciuto -. Aveva una parola buona per tutti, non si permetteva mai di giudicare e, nella confessione, ti apriva il suo animo per primo, così era naturale parlargli a cuore aperto».
La partecipazione è libera con prenotazione (relaz.esterne@bancadipiacenza.it – tf 0523 542357).
14 novembre
Il libro nero degli italiani nei Gulag, presentazione del volume di Francesco Bigazzi lunedì 14 novembre alle ore 18 al PalabancaEventi di via Mazzini (Sala Panini).
Il libro nero degli italiani nei Gulag
Restituire i nomi delle vittime italiane dello stalinismo; raccontare la storia e le persecuzioni di comunisti, antifascisti ed emigrati italiani che, attratti dal mito del Primo Stato dei Soviet, sono scomparsi nell’Arcipelago Gulag; ricostruire il destino degli italiani di Crimea, delle genti provenienti dal Bel Paese che, da secoli naturalizzate in Russia, all’improvviso hanno scoperto di essere il nemico pubblico numero uno dell’URSS: questi gli obiettivi che si prefigge il lavoro di Francesco Bigazzi, curatore di questo importante volume sulla storia degli italiani deportati nei gulag sovietici. Un’opera unica nel suo genere, che raccoglie un ricchissimo elenco nominativo dei prigionieri italiani. Ridare loro un nome, ricomporre le loro storie, rischiava però di divenire una ricerca fine a se stessa. Ecco che, per tentare di colmare i vuoti rimasti, alla voce di Bigazzi si aggiungono i contributi di altri autorevoli studiosi della materia. Dario Fertilio segue gli “Italiani nel sistema concentrazionario sovietico”, Ugo Intini svela “L’imbarazzo del Pci e le reticenze mai superate”; per la prima volta Aldo G. Ricci denuncia “Come Mussolini sorvegliava l’emigrazione politica” ed Elena Parkhomenko stupisce con la scoperta di “Le spie del PCI nel PSI e nella concentrazione antifascista a Parigi”. L’intervento di Stefano Mensurati è indispensabile per svelare aspetti inediti nel dramma degli “Italiani di Crimea”, mentre Giovanni Di Girolamo spiega l’ecatombe de “I soldati dell’ARMIR nei campi di prigionia sovietici”; un argomento sul quale fino ad oggi le reticenze restano più forti è quello affrontato da Fiorenzo Reati in “La persecuzione del clero cattolico in URSS”. Infine, il monito di Anatoli Razumov che dà un nome, una ad una, alle vittime delle repressioni comuniste ne “Il cimitero Memorial ‘Levashovo’ di San Pietroburgo: proibito dimenticare”.
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