Attualità

Marcello Pera: “Non abbiamo fatto nulla per unificare l’Europa, ora con la guerra stiamo scontando questo deficit”. La contesa dell’acqua – AUDIO

È finito il mito dell’abbondanza. Il mito delle risorse che non si esauriscono. Tra queste, la prima e forse più preziosa è l’acqua. Quando scarseggia ne risentono tutti: ogni cittadino, ogni impresa, ogni territorio.

Ed ecco allora che con la scarsità emergono gli interessi contrastanti, e la logica del conflitto rischia di prevalere su quella della cooperazione.

In un Mediterraneo che alterna siccità e alluvioni, serve capire come distribuire una risorsa finita — tra campi, città ed ecosistemi — senza trasformare l’emergenza in una frattura politica permanente. L’acqua diventa in questo modo un grande banco di prova, non più soltanto per aree geografiche del mondo dove l’acqua è da sempre stata contesa, ma per le nostre stesse democrazie.

“La fine del’abbondanza. La contesa sull’acqua e la democrazia assetata” è il titolo del convegno, nell’ambito del Festival del Pensare Contemporaneo. Al saluto inziale del Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione Onorevole Tommaso Foti, è seguito il dialogo tra Massimo Gargano Direttore Generale di ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue), Marcello Pera (Senatore, filosofo, professore e già Presidente del Senato)- Chiara Barzini (Scrittrice e sceneggiatrice )che nel suo ultimo romanzo “L’ultima acqua” (Einaudi, 2025) racconta la storia incredibile dell’acquedotto di Los Angeles. . Al centro del dibattito l’acqua, risorsa essenziale per la nostra sopravvivenza ma anche fonte di scontri.

Marcello Pera: “Scontiamo il fatto di non aver unificato l’Europa”

“L’abbondanza fa riferimento anche ad un altro tipo di abbondanza, non è soltanto quella dell’acqua, per cui per anni ci siamo illusi che l’acqua fosse una risorsa infinita. C’è anche un ‘abbondanza europea, che per anni noi pensavamo fosse una garanzia ormai stabile, acquisita, e invece come vediamo in questi tempi causa l’atteggiamento dell’America, causa la guerra, è un’abbondanza che sta finendo. Siamo alla vigilia di decisioni importanti, non soltanto per quanto riguarda problemi specifici come quelli idrici o quelli climatici, ma anche decisioni strategiche importanti circa il ruolo dell’Europa e quindi periodi complicati, difficili e purtroppo anche pericolosi”.

“Per tanti anni abbiamo sempre lamentato, poi non abbiamo mai praticamente realizzato, la unificazione dell’Europa. In momenti come questi in cui l’Europa è chiamata a fare da sé perché gli Stati Uniti si sono in gran parte ritirati e perché la guerra è alle porte di casa se non addirittura in casa noi scontiamo questo deficit di unificazione”.

IL TEMA DELL’ACQUA

Ma durante l’incontro si è parlato di abbondanza (e fine dell’abbondanza), soprattutto in merito all’acqua, risorsa tanto fondamentale quanto imprevedibile. Era presente anche il ministro Tommaso Foti:

“L’acqua è sicuramente uno di quei temi sui quali occorre porre un’attenzione non soltanto sotto il profilo scientifico ma anche politico perché è un bene che non è infinito e quindi va gestito nel migliore dei modi senza sprechi”.

Sul tema è intervenuto Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue).

“Credo che sia un grande merito del festival e quindi di questa giornata aver posto questo tema in questi termini. È un’emergenza dell’Italia, dell’Europa, del pianeta. È chiaro che questa può generare anche qualità della vita, ma anche qualità dei rapporti fra gli Stati, tutta la grande tematica dei flussi migratori”.

“Abbiamo dei numeri che ci indicano che è il tempo di agire. Nessuno, proprio nel pianeta, in Europa e in Italia, può voltarsi dall’altra parte. Oggi al festival lo diremo e lo rilanceremo con viva forza”.

“Qual è la strada da percorrere? La strada da percorrere è quella di non sprecare una sola goccia d’acqua, di raccogliere tutta l’acqua che cade e di evitare quel percorso, anche oggi vi ho detto, che comincia a vedere questo bene comune come un bene commerciale. Dobbiamo assolutamente evitarlo. È proprio appena un arretramento della qualità dell’economia, della vita, dell’occupazione e della qualità dell’ambiente”.

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