
Il consiglio comunale approva il nuovo regolamento per l’accesso ai servizi educativi per l’infanzia, quindi agli asili nido. I maggiori cambiamenti riguardano l’ampliamento della scelta: d’ora in poi i genitori potranno scegliere tra sei nidi e non più tre. Inoltre saranno semplificate le procedure d’iscrizione e sono previsti sostegni alle giovani coppie.
Il nuovo regolamento
“Questo regolamento intende rimettere a sistema tutti i servizi che, come amministrazione, offriamo ai cittadini e alle cittadine della nostra città come risposta ai bisogni della fascia d’età 0-6. Quindi è un regolamento che affronta e regola l’accesso a tutti i servizi che vengono offerti, quindi oltre al nido di infanzia anche tutti gli altri servizi, servizi sperimentali, qualsiasi forma anche di gestione il servizio preveda. Quindi non solo la gestione diretta comunale, ma i servizi in convenzione, in appalto, in partenariato pubblico-privato in una casistica che è davvero varia. Quindi la prima cosa che il regolamento si propone è quella di cercare di costruire un quadro organico dell’offerta complessiva di servizio per i cittadini più piccoli”, commenta l’assessore al Welfare, Nicoletta Corvi.
Genitori fuori dal Comune di Piacenza: il no del centrodestra
Come detto, il regolamento è stato approvato. Su un punto in particolare si è consumato il dibattito: l’esclusione dalle liste d’attesa dei figli di genitori non residenti nel Comune di Piacenza.
D’accordo il centrodestra, come ha spiegato Massimo Trespidi.
Non dobbiamo illudere le persone facendo credere di poter garantire un servizio quando non possiamo garantirlo. Perché se il contenuto della convenzione è che il costo del bambino è a carico totalmente del Comune di provenienza e noi lo ospitiamo, di questo evidentemente si può parlare. Ma attenzione a non innescare dei precedenti per cui attraverso una convenzione noi apriamo un servizio che per una parte ricade sui contribuenti del Comune di Piacenza, cosa che troverei alquanto singolare”.
D’accordo invece Alternativa per Piacenza
Alternativa per Piacenza, invece, era per l’apertura ai genitori non residenti. Stefano Cugini, di ApP.
“Non dovrebbe valere in politica la logica del NIMBY, del “Not in my backyard”, cioè la politica ha il brutto vizio che si interessa degli affari degli altri quando dovrebbe farsi i propri e invece tende a volersi fare i propri e chiudersi in sé stessa quando dovrebbe ragionare un po’ in una logica più ampia. Come abbiamo messo anche nell’ordine del giorno, saranno pure persone quelle che lavorano a Piacenza che a Piacenza non pagano le tasse però fanno parte del tessuto produttivo della città. Portano indotto, comunque, alla città quindi magari se vivono condizioni disagiate un qualche pensiero la politica su come alleviare questi disagi è giusto che se lo faccia”.
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