Omaggio a Luigi Illica ed Enrico Sperzagni. L’Ereditä ‘d Feliś conquista il pubblico di palazzo Galli

L’Autunno culturale della Banca di Piacenza si è chiuso con convinti e ripetuti applausi indirizzati agli attori che hanno interpretato L’Ereditä ‘d Feliś, dramma di Luigi Illica, tradotto dal meneghino da Enrico Sperzagni ed elaborato per l’occasione da Francesca Chiapponi, regista di questo adattamento, rappresentato a Piacenza per la prima volta nel Salone dei depositanti di Palazzo Galli, in omaggio proprio a Illica (nel centenario della morte) e Sperzagni (nel centodecimo anniversario della nascita, presente in sala il figlio Camillo con la moglie).

La serata teatrale è stata introdotta da Robert Gionelli, che ha ricordato come l’iniziativa vada ad aggiungersi alle tante già messe in campo dalla Banca per valorizzare il nostro dialetto: su tutte, il vocabolario Piacentino-Italiano (Tammi), quello Italiano-Piacentino (Bandera), il Prontuario ortografico (Paraboschi-Bergonzi) e il recente volume sui proverbi e i modi di dire (ancora Tammi). Di Illica e Sperzagni, Gionelli ha sottolineato le comuni passioni per il giornalismo e il teatro, ponendo l’accento sulle doti di poeta dialettale di Enrico Sperzagni.

Concetto ripreso dal presidente del Comitato esecutivo dell’Istituto di credito di via Mazzini Corrado Sforza Fogliani: «Sperzagni – ha argomentato – aveva un’aspirazione esclusiva: fare poesia con il dialetto, e c’è riuscito. In questo era differente da tutti gli altri, più inclini a scrivere, in versi o in prosa, per divertire. E’ questa un’occasione – ha proseguito – per ringiovanirne il ricordo, anche se la Banca ogni anno, con il Premio Faustini di sua ideazione, contribuisce a che non venga dimenticato».

Il dramma scritto da Illica in meneghino nel 1891, con debutto al teatro dei Filodrammatici di Milano (riproposto nel 1962 al Piccolo), fu appunto tradotto da Sperzagni e rappresentato due volte a Piacenza, al Municipale, con gli attori della Filo: nel 1964 e nel 1981. Racconta la storia di Bianca (interpretata da Lavina Curtoni), una sartina che – delusa dall’amore – si dà “alla vita”; Bianca abita con il padre Feliś (Gianni Sartori), anziano e semiparalizzato che ha perso la ragione per un torto subito.

La morte della moglie e la conseguente attitudine al vino condurranno lui e la sua famiglia alla miseria. Nello svolgersi dell’azione il pubblico ha potuto conoscere anche Poldu (Pietro Rebecchi), l’altro figlio del Feliś, sfaccendato e cialtrone; Benilde (Lucia Fortunati), amica di Bianca; Bartinu (Matteo Cornia), timido innamorato di Bianca; Luisa (Lorenza Bardini), mamma di Bartinu; il Ferri (Nando Rabaglia), seduttore benestante; e Tugnétu (Stefano Forlini), uomo di fiducia del Ferri.

Accompagnati dalle musiche di Luciano Del Giudice, gli attori sono stati bravissimi a coinvolgere ed emozionare gli intervenuti, che hanno potuto seguire il recital consultando copia del testo recitato, distribuito all’ingresso.

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