
Imparare un mestiere, prepararsi per il futuro. Questo è l’obiettivo della Trattoria del Buontempo, nuovissimo ristorante – pizzeria a Pittolo, in Strada della Mola 70. “Più che una trattoria, una storia di nuove opportunità”, è il motto di chi ha avviato questo progetto, ovvero la cooperativa sociale Kairos, impegnata nella tutela delle persone fragili, provenienti da storie e situazioni di fragilità e disagio. Da Kairos è nato il progetto “Dabòn”, soggetto che materialmente ha avviato questa avventura nel campo della ristorazione. Giovani, neomaggiorenni, con storie differenti alle spalle, ma tutti accomunati da un passato difficile che rischiava di compromettere il loro futuro.
Competenze da impugnare in futuro
Kairos, e nello specifico Dabòn, hanno accolto questi ragazzi insegnando loro un mestiere, permettendo loro di acquisire competenze che potranno sfruttare un domani.
“Intanto grande emozione. Questo posto è l’ultima iniziativa che abbiamo voluto mettere in piedi per cercare di far capire anche al territorio nel quale viviamo che i ragazzi delle comunità che sono normalmente accolti nelle comunità non sono degli esseri avulsi, verso i quali di solito si percepisce sempre un certo pregiudizio. Quindi noi accogliamo i ragazzi nelle comunità, cerchiamo di farli crescere, di dargli opportunità per avere una vita autonoma. Con questa attività nuova, concretamente non aspettiamo che qualcun altro dia un lavoro ai nostri neodiciottenni, ma gli facciamo imparare direttamente un lavoro noi e cerchiamo di instradarli verso una vita di autonomia”, spiega Stefano Cugini, direttore di Kairos.
La storia di Momo: dalla Tunisia all’Italia
Ma chi sono questi ragazzi? Abbiamo parlato con Momo: dietro a questo simpatico soprannome troviamo un ragazzo sorridente proveniente dalla Tunisia. La prima cosa che ci dice è questa: “Vi chiedo di fare un’intervista veloce perché sono in servizio”, tanto per far capire la professionalità di questi giovani. Momo trova però il tempo di raccontarci la sua storia.
“Sono qua in Italia da quasi due anni, vengo dalla Tunisia, sono arrivato con la barca quando avevo 16 anni e mezzo, poi sono stato in Sicilia, poi Catania, poi Fiorenzuola, poi Garlasco e poi sono tornato qua in Emilia-Romagna, a Piacenza, nel progetto di Kairos. Per il momento faccio il cameriere e faccio il barista e mi sento proprio a mio agio con questo lavoro. C’è un bellissimo clima nel nostro gruppo di lavoro e andiamo d’accordo. E’ una bella opportunità per me: posso imparare una nuova cosa, un nuovo lavoro, perché è la prima volta in vita mia ed è una bellissima esperienza”.
“Abbiamo deciso di realizzare questa cooperativa, Dabòn, che è una cooperativa per gli inserimenti protetti rispetto ad alcune fasce di riferimento significative per quanto riguarda i collocamenti extra familiari. Il nostro progetto è nato dal fatto che i nostri ragazzi avevano alcune importanti difficoltà nell’area dell’inserimento lavorativo perché le opportunità sono già poche in termini generali, oltretutto per persone un po’ più fragili sono un po’ più difficili”. Spiega la presidente di Dabòn, Alessandra Tibollo.
Imparare un mestiere
Imparare un mestiere, apprendendone i segreti da chi è più esperto e da chi opera in questo settore da tanti anni. Un mestiere difficile ma che i ragazzi amano, anche perché sanno di avere in mano la chiave del loro futuro.
“All’interno della struttura i ragazzi si occupano di vari reparti, principalmente la parte della cucina e della sala. Se ne occupano ovviamente coadiuvati e soprattutto supportati da quelli che sono i loro tutor, che sono dei professionisti del settore e che cercano oltre che di insegnare loro il mestiere anche di dare loro degli strumenti che siano efficaci poi nel momento in cui usciranno da qua. Perché il nostro scopo è formarli, fornire degli strumenti che possono aiutarli a inserirsi nel mondo del lavoro”, spiega Andrea Fagnoni, della cooperativa Kairos, gestore della trattoria.
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