Un anno di intenso lavoro per Anpas, oltre 48 mila servizi e 1600 volontari – AUDIO

Oltre un milione e 600 mila chilometri percorsi in un anno. Basterebbe questo numero per riassumere il 2019 di Anpas. Il coordinatore provinciale Paolo Rebecchi ha tracciato il bilancio dell’anno appena trascorso. Numeri importanti, si diceva: oltre 33 mila servizi ordinari, 15 mila emergenze, senza contare il supporto in casi delicati come la ricerca di persone scomparse.

Anpas, sul territorio piacentino, conta 14 sedi operative, 1600 volontari e 36 dipendenti.

“Grazie a tutti i volontari”

“Un grazie a tutti i nostri volontari e al personale dipendente delle nostre organizzazioni. Alle famiglie, ai mariti e alle mogli, ai figli e agli amici; perché quando si segue completamente una strada come la nostra, tutto quello che ci riguarda ne viene influenzato nel bene e nelle difficoltà”. Così commenta Paolo Rebecchi.

“Questi ringraziamenti sono doverosi in apertura, perché è corretto che abbiano il giusto rilievo; senza le persone che compongono il movimento, lo stesso non esisterebbe, a nessun livello, ne Provinciale, ne Regionale e nemmeno Nazionale”.

“L’anno 2019 che si è da poco concluso ha portato via con se molti impegni, diversi ostacoli, ma anche conferme, persone, piccoli traguardi e qualche delusione. Il mondo ANPAS è lo specchio della Società e come tale ne è influenzato”.

“Se dovessimo descrivere il nostro movimento provinciale, potremmo farlo partendo da milioni di angolazioni; potremmo citare tante storie personali, che ritengo più interessanti ed esaustive rispetto all’illustrare i numeri che seppur altisonanti ed esplicativi, tralasciano la nostra vera forza: l’umanità e la grande volontà”.

“Fare parte di ANPAS è un arricchimento”

“Fare parte di ANPAS è un arricchimento, un punto di osservazione speciale della vita. In questi anni ed in questo ultimo 2019, io come gli altri colleghi, oltre a soccorrere abbiamo incontrato famiglie, uomini e donne in situazioni diverse, toccato con mano difficoltà che hanno colpito anche la cosiddetta “gente normale”; ci siamo imbattuti in “nuovi poveri”, ma anche nei “vecchi”; siamo stati (poco) nei salotti a chiedere un sostegno e molto sulla strada, con gli anfibi nel fango, a spingere barelle, a correre su e giu per delle scale, a pulire del vomito, a tamponare del sangue, a far ridere degli anziani, o a rispondere al telefono, a volte anche a chiacchierare sotto un ponte. Ognuno di noi ha apportato il suo aiuto in base alle competenze acquisite; alcune volte abbiamo fatto bene, altre probabilmente avremmo potuto fare meglio”.

“Per questo 2020 ci auguriamo di avere sempre la stessa forza, con tanto entusiasmo. Ci rivolgiamo a tutti, in modo assoluto: saremo disponibili per chi avrà bisogno ma avremo anche le porte aperte per chi vorrà unirsi a noi. Ricordiamo che non è necessario avere doti fisiche particolari: nella maggior parte delle nostre sedi si può scegliere ciò che è piu affine al proprio modo di essere. Si potrà decidere di avviarsi ad un iter formativo sanitario sui mezzi di trasporto o di emergenza, svolgere attività di trasporto sociale, Protezione Civile, presso le Sale Radio o addirittura negli Uffici organizzativi ed amministrativi o anche per dare un aiuto nelle nostre cucine”.

“Ci auguriamo infine di continuare nel “nostro combattimento” che è semplicemente e difficoltosamente quello di essere a disposizione della gente e di poter essere ascoltati dalle Istituzioni quando sarà utile e necessario”.

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