Calenda (Azione): “Le misure a sostegno delle imprese non stanno funzionando, in Italia manca una cultura di governo” – AUDIO

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

“Come vedo la situazione? La vedo molto tosta. Perché di fatto quest’anno perderemo intorno al 10% e il prossimo anno rimbalzeremo meno di tutti gli altri paesi europei. Questo accade perché le misure di sostegno immaginate per le imprese sono state immaginate male e non stanno funzionando. Per le imprese e per i lavoratori”.

Lo sostiene Carlo Calenda, ospite delle frequenze di Radio Sound, per la rubrica #MaChiE’Klaus condotta da Andrea Bricchi.

Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo Economico dal 2016 al 2018, sotto i governi Renzi e Gentiloni. Calenda ha iniziato una nuova avventura politica chiamata Azione, movimento fondato insieme al senatore Matteo Richetti. Azione è da poco approdato anche a Piacenza.

“L’Italia continua a essere ingessata in un dibattito infinito in cui però non si parla di come far funzionare il paese dal punto di vista gestionale”.

Cosa critica al governo e al Pd che ha attaccato duramente?

“Al governo quello che dicevo prima, dal disegno della cassa integrazione a quello delle garanzie erogate per il 5% del budget promesso. Fino al disegno del decreto rilancio che prevede 110 decreti attuativi: considerate che fino a oggi ne hanno messi in pratica 30. In generale l’azione amministrativa è paralizzata perché non c’è cura nella gestione e quando si costruisce una legge non la si pensa dal primo momento in termini implementativi. Il Pd invece cede a ogni diktat dei 5Stelle: lo abbiamo visto nella manleva per i dirigenti di banca e il Mes sanitario”.

In questo contesto, alcuni prevedono una prossima apertura dell’ala renziana del parlamento verso il centrodestra per un governo di unità nazionale. Lei come vede questa ipotesi?

“Io sono a favore di un governo di unità nazionale perché la situazione lo richiede. Trovo però difficile che si riesca a fare con questa Opposizione perché è un’Opposizione che non propone mai nulla di concreto. Quello di cui si parla, piuttosto, è un governo di centrodestra con Italia Viva all’interno. Ormai dopo tutte le giravolte di Renzi non sono in grado di prevedere i suoi movimenti: però immaginarlo accanto a Salvini mi pare un po’ troppo anche per lui”.

Chi sarà il prossimo presidente della Repubblica? Perchè questo è un tema centrale.

“Ah non saprei, lo vogliono fare tutti! Da Conte a Franceschini, forse Draghi. In Italia tutti vogliono fare il presidente della Repubblica e in pochi vogliono fare il presidente del consiglio perché lì ti tocca lavorare. Siamo l’unico paese al mondo dove i principali leader politici non vogliono diventare premier. Questa è un’altra malattia del paese, un problema che mi preoccupa: la mancanza di una cultura di governo. Noi abbiamo pubblicato sui giornali 53 misure concretamente implementabili, il governo invece continua a chiacchierare”.

Coronavirus, l’ex presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, accusa il governo di essere la causa del Covid perché sapeva ma non ha fatto nulla. Lei come la pensa?

“Mi pare una grossa idiozia accusare il governo del Covid”.

Da sinistra tanti propongono la tassa patrimoniale, che soluzione è?

“Sbagliata, perché tu paghi le tasse durante la vita poi le ripaghi sul patrimonio. Non può funzionare. Invece di avere una trovata al minuto dovremmo lavorare sul far funzionare i provvedimenti: un lavoro che si svolge in qualunque azienda, ma non si svolge nel governo italiano. Questa retorica delle riforme nasconde il fatto che in questo paese nessuno gestisce un cacchio“.

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