Covid, l’amarezza dei sanitari nel giorno del ricordo: “Prima ci chiamavano eroi, oggi ci ritroviamo indagati e aggrediti” – AUDIO

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Ai giardini intitolati alle vittime del Covid in via Portapuglia si è celebrato il ricordo delle vittime della pandemia. Hanno preso la parole i rappresentati di tutte le istituzioni. Hanno ricordato il dolore e la paura di quel tragico e terribile 2020 che ha cambiato in maniera irreversibile la vita di tutti noi. In rappresentanza del mondo della sanità Andrea Magnacavallo. Oltre a essere attualmente il direttore sanitario dell’Ausl, Magnacavallo in quel drammatico periodo guidava il punto più sensibile di tutta la città: il pronto soccorso. Le parole di Magnacavallo hanno espresso dolore, certo, come tutti, ma anche tanto rammarico per quello che sta accadendo oggi, con le luci della pandemia ormai spente.

Da eroi a indagati e aggrediti

E’ triste perché in quel periodo siamo stati in prima linea contro un nemico mortale e sconosciuto, combattendo a mani nude. Oggi ci ritroviamo con un’escalation di episodi di violenza verso gli operatori sanitari e ci ritroviamo sulle pagine dei giornali indagati per dubbie situazioni di malpractice sanitaria”. Il riferimento è all’inchiesta di Bergamo che oltre ad annoverare indagati illustri, sta mettendo in dubbio il corretto approccio mantenuto dal mondo sanitario in quel periodo.

E allora mi vien da dire che forse non abbiamo vissuto tutti la stessa situazione, forse il messaggio non è chiaro. Perché in quel periodo le istituzioni e il volontariato, tutti si sono uniti per cercare di combattere una malattia di cui non conoscevamo nulla. Ma la scienza con il tempo ha dimostrato il proprio valore, sono usciti i farmaci e sono usciti i vaccini. E se oggi ci siamo lasciati la pandemia alle spalle è soprattutto grazie alla scienza”.

Patrizia Barbieri: “Tutti hanno dato il massimo, ma non abbiamo potuto evitare tutte queste morti”

Non ha preso la parola ma abbiamo voluto chiedere un ricordo a chi, in quel periodo, si è ritrovato a gestire l’intero territorio, travolto dal virus, Patrizia Barbieri, allora sindaco della città e presidente della Provincia.

La consapevolezza di non conoscere un nemico che già dal primo giorno ha iniziato a seminare dolore. Dolore, il denominatore comune di ciò che la popolazione ha vissuto. Essere qui oggi per questa cerimonia ti devasta ancora il cuore. Perché la quotidianità ti porta a vedere il lato positivo di aver superato tante criticità, quando vieni qui però ti ricordi ancora quei giorni di disperazione e malattia. Tutti hanno dato il massimo, ma non abbiamo potuto evitare tutte queste morti. Morti che ci accompagnano non solo nel ricordo ma anche in quella che dovrebbe essere la nostra azione quotidiana: cioè essere consapevoli che possono capitare situazioni devastanti e bisogna essere sempre pronti a disposizione del proprio territorio e della propria comunità”.

Tarasconi: “Sanitari, coraggio e generosità straordinari”

“C’è una consapevolezza, infine, che non ci abbandona e che in questa ricorrenza, dedicata alla memoria di tutte le vittime della pandemia. Consapevolezza che ci fa percepire più forte la necessità e l’urgenza di sentirci vicini, di esprimere l’intensità del ricordo e la gratitudine, tuttora così intensa e sincera, nei confronti delle persone che da quel 20 febbraio 2020 in avanti si sono fatte carico e prese cura di noi e della nostra comunità”.

“Lo hanno fatto con coraggio e generosità straordinari. Lo hanno fatto onorando la propria etica professionale, gli ideali dell’umanità più autentica, i principi di una solidarietà fattiva e concreta. Mettendo a rischio la propria incolumità e quella dei loro cari per restare sempre in prima linea”.

“Spesso a costo della loro stessa vita, come è stato ricordato poche settimane fa rendendo il tributo del Paese a 500 tra medici e infermieri che il Covid ha strappato ai propri affetti e al proprio lavoro, interpretato con amore sino all’ultimo istante. Nell’ingombro faticoso delle tute protettive indossate da tutto il personale sanitario degli ospedali e delle squadre delle Usca, nelle divise delle associazioni di primo soccorso e di Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, delle Forze Armate e di Polizia. In tutte queste divise riconosceremo per sempre il simbolo dell’altruismo e della dedizione, dello spirito di servizio e del sacrificio, di una responsabilità esemplare e di un autentico senso di appartenenza alla collettività”.

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