“Sviluppo generalizzato per l’economia locale, prosegue la crescita post-pandemia”. Nel Piacentino oltre 283 mila cittadini, 102 mila in città

Il quadro macroeconomico internazionale e nazionale si è caratterizzato nel corso del 2022 per una progressiva riduzione dei ritmi di crescita, a causa del conflitto tra Russia e Ucraina scoppiato ad inizio d’anno, e dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Gli effetti di questi shock si sono manifestati particolarmente nel secondo semestre, con l’inflazione che ha raggiunto livelli sconosciuti negli ultimi decenni, riducendo il potere di acquisto dei consumatori e aumentando i costi di produzione, mentre le politiche monetarie restrittive introdotte per contrastare l’aumento dei prezzi hanno inciso negativamente sul ciclo economico. Nonostante questo, il prodotto interno lordo è generalmente risultato ancora in crescita nel 2022, ma è atteso frenare nel 2023, con le stime di previsione che lo riportano grossomodo sui livelli di prima della pandemia.

“Uno sviluppo generalizzato, prosegue la crescita post-pandemia”

I dati contenuti nel numero 43 di Piacenz@ confermano queste tendenze anche per quanto riguarda il sistema socio-economico provinciale, evidenziando da un lato la positiva evoluzione (spesso migliore di quella regionale) delle principali variabili riferite a imprese, produzione, turismo e mercato del lavoro in media d’anno, dall’altro lato però anche l’appesantimento della congiuntura registrata nel prosieguo del 2022. Complessivamente, comunque, l’economia piacentina ha manifestato – a confronto con l’anno precedente – uno sviluppo generalizzato, proseguendo lungo il suo sentiero di crescita post-pandemico, con il ritorno (e il superamento) in moltissime occasioni ai valori del 2019.

Cresce la produzione industriale

Ciò è stato, a livello imprenditoriale, per la produzione industriale rilevata dal sistema camerale, che nel 2022 ha chiuso a Piacenza con un aumento del 6,8% rispetto al 2021, contro il +5,8% della regione, e ha superato ulteriormente il livello di attività del 2019 (già raggiunto un anno prima). Lo stesso dicasi per il fatturato (+10,1 nel piacentino, +9,0% in Emilia-Romagna) e gli ordini complessivi (rispettivamente +9,9% e +6,0%) manifatturieri, tutti superiori ai valori pre-covid, mentre il grado di utilizzo degli impianti è salito al 79,0%, ancora leggermente inferiore al 79,7% del 2019. Riscontri positivi arrivano inoltre dalle indagini campionarie di Confindustria Piacenza, con il fatturato manifatturiero delle imprese associate che nel corso del 2022 registra un +17,3% tendenziale nel primo semestre e un +12,9% nel secondo semestre.

Bene anche il commercio al dettaglio

Anche le imprese del commercio al dettaglio hanno proseguito nel 2022 nella loro dinamica espansiva, con un ulteriore aumento delle vendite, pari a +4,5% sull’anno precedente (più elevato di quello medio regionale, che si è attestato a +2,8%), restando sopra ai livelli del 2019.

In questo contesto, un’evoluzione meno positiva ha mostrato invece il settore delle costruzioni, che, pur incrementando il volume d’affari del 2,8% sul 2021 (spinto sempre dagli incentivi governativi), ha evidenziato infatti una variazione inferiore a quella regionale (+5,3%).

Sottotono l’interscambio con l’estero

Un andamento sottotono – continuando dunque sul sentiero intrapreso nel primo semestre 2022 – ha conosciuto anche l’interscambio con l’estero, anticipando di fatto le dinamiche generalmente previste per il 2023 a causa della contrazione del commercio mondiale. Le esportazioni piacentine in valore vedono a consuntivo 2022 un calo complessivo del 3,4% (differenze ci sono però tra i vari settori: bene la metalmeccanica e l’alimentare, meno bene i settori legati ai poli logistici provinciali), non elevato in sè ma in controtendenza rispetto alle dinamiche delle province limitrofe e del contesto regionale e nazionale, dove l’export risulta invece in crescita; ed anche le importazioni locali segnano un tasso di sviluppo (+19,6%) che – ancorché positivo – è comunque inferiore agli altri ambiti di riferimento.

Va meglio, sempre sul versante delle imprese, per lo stock di imprese registrate presso la Camera di Commercio, dove si conferma l’inversione di tendenza già rilevata l’anno precedente (dopo i cali ininterrotti conosciuti nell’ultimo decennio), rilevandosi anche nel 2022 un andamento crescente, specie per le imprese a titolarità straniera e le imprese giovanili.

Buone notizie dal turismo

Buone notizie arrivano poi dal turismo, con i dati a consuntivo 2022 che evidenziano anche in questa occasione la buona prestazione del nostro territorio. E’ proseguito infatti nel secondo semestre del 2022 il trend di crescita rispetto ai minimi pre-covid, con il gap da recuperare che adesso riguarda solo gli arrivi (-3%), mentre per i pernottamenti viene confermato il superamento dei livelli raggiunti nel 2019 di circa il 10%.

Da questo punto di vista, emerge inoltre come la dinamica del turismo a Piacenza nel 2022 sia stata generalmente migliore di quella che abbiamo sperimentato in media a livello regionale. Siamo al primo posto tra le province emiliano-romagnole per intensità del recupero e crescita dei pernottamenti rispetto al pre-pandemia, e anche per quanto riguarda gli arrivi la ripresa dai minimi del 2020 è stata da noi tra le più forti, maggiormente incisiva ad esempio rispetto a quella che si è vista a Parma o a Reggio-Emilia. Detto questo, è ragionevole pensare che il turismo piacentino – nonostante i più che buoni risultati raggiunti – sia stato comunque frenato nel suo sviluppo dalla congiuntura non favorevole che ha caratterizzato il 2022.

Sembrano averne risentito a livello provinciale soprattutto i flussi turistici nazionali (meno quelli esteri) nel secondo semestre dell’anno, la cui minor intonazione ha molto probabilmente impedito al settore – ormai completato il recupero rispetto ai livelli pre-covid – di raggiungere e finalmente superare i massimi storici del 2011.

Dati positivi dal mercato del lavoro

Dati complessivamente positivi si registrano infine per il mercato del lavoro. La rilevazione campionaria sulle forze di lavoro dell’ISTAT (RCFL) mostra nella media del 2022 dei miglioramenti per il tasso di occupazione (68,8%, +0,8 punti rispetto al 2021) e per quello di attività (73,6%, +1,1 punti), non così invece per il tasso di disoccupazione che arriva al 6,5% aumentando di 0,4 punti.

Soprattutto, la rilevazione Unioncamere-Inps evidenzia nel 2022 un significativo aumento degli addetti alle localizzazioni d’impresa, pari al 3,4% (circa 3.500 addetti in più, con incrementi diffusi a tutti i settori, in particolare quello dei servizi, tranne che per la logistica – in calo), mentre il saldo tra avviamenti e risoluzioni dei rapporti di lavoro cresce anche nel 2022, con un aumento di 1.047 unità di lavoro. Bene anche la Cassa integrazione, che con circa 900mila ore autorizzate nel 2022 a favore dei lavoratori dipendenti delle imprese del nostro territorio (-86% rispetto al 2021, pari a -6 milioni di ore) ritorna sui livelli del 2018/2019.

Le stime di Prometeia fatte per Unioncamere Emilia-Romagna sull’andamento delle diverse economie provinciali indicano per quella piacentina una crescita del valore aggiunto nel 2022 pari al 3,6% (inferiore a quella regionale di mezzo punto, +4,1%), ed una prevista in diminuzione nel 2023 pari allo 0,7% (+0,9% quella dell’Emilia-Romagna), a causa del rallentamento del ciclo economico.

Lo sviluppo demografico

Nel Piacentino sono oltre 283.650 mila i cittadini, 102.465 mila in città.

Il 2022 ha rappresentato per il territorio provinciale un anno di sviluppo non solo dal punto di vista delle imprese e del lavoro ma anche dal punto di vista demografico. La popolazione piacentina – secondo i dati del sistema statistico regionale – ha proseguito infatti nel recupero dai minimi della pandemia (quando si è registrata la contrazione di abitanti più elevata degli ultimi 10 anni, oltre 2000 unità), con un aumento ulteriore dei residenti rispetto al 2021, pari a 409 unità (+0,1%). Tale incremento è però dovuto esclusivamente alla componente dei cittadini italiani “nati all’estero”. Un peso preponderante hanno le acquisizioni di cittadinanza da parte degli stranieri). Vanno a più che controbilanciare le perdite di popolazione dovute al calo dei cittadini italiani “nati in Italia” e alla leggera flessione degli stranieri stessi.

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E’ l’inflazione invece l’elemento che in questo momento preoccupa di più. Nel periodo compreso tra maggio 2022 e aprile 2023 l’indice generale dei prezzi al consumo per l’intera collettività è aumentato nel nostro capoluogo fino al +13,2% di ottobre, per poi ripiegare progressivamente a novembre-dicembre e nel corso dei primi mesi del 2023, ritornando (con il +7,8% tendenziale di aprile) sui livelli di un anno prima, ma rimane elevato per i prodotti alimentari (+12,1%). L’inflazione piacentina è stata più alta di quella media nazionale e regionale nella fase ascendente, mentre si è allineata alle dinamiche generali nel periodo successivo, mostrando tra l’altro in questi ultimi mesi un’evoluzione leggermente più favorevole.

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