La Fondazione di Piacenza e Vigevano presenta le linee programmatiche del DPP 2022, il documento di programmazione che sarà sottoposto al Consiglio Generale, per l’approvazione, entro il mese di ottobre.
L’incontro si è tenuto al Palazzo XNL. Accanto al presidente della Fondazione Roberto Reggi siederà Francesco Profumo, che dal 2019 guida Acri, l’organizzazione che rappresenta le Casse di Risparmio e le Fondazioni di origine bancaria.
Le risorse consolidate per l’Attività istituzionale dell’esercizio 2022 sono pari a 6 milioni di euro. Rispetto al 2021, è previsto un aumento delle risorse a disposizione per tutti i settori di intervento, con una particolare attenzione alla progettualità in ambito welfare.
«È l’ultimo passaggio del nostro percorso di avvicinamento al territorio – sottolinea il presidente Reggi –. Gli incontri dei mesi scorsi sono serviti ad ascoltare le comunità di Piacenza e Vigevano e recepire richieste, istanze e suggerimenti. Ne è scaturita una “Mappa dei bisogni e delle azioni” che è stata fondamentale per elaborare gli interventi attorno ai quali concentrare la nostra azione futura. Di queste linee programmatiche discuteremo insieme, prima del passaggio conclusivo in Consiglio Generale. Nel rispetto dell’autonomia della Fondazione, che ha un ruolo sussidiario e non intende sostituirsi a nessuno, abbiamo ritenuto indispensabile rapportarci direttamente con chi conosce problemi e opportunità del territorio, ascoltare il loro punto di vista e condividere la nostra programmazione per renderla complementare alla loro».
Nei mesi scorsi il presidente Reggi e i consiglieri hanno incontrato rappresentanti delle istituzioni e stakeholder di Piacenza e Vigevano. I colloqui hanno riguardato tutte le tredici realtà che designano i componenti del Consiglio Generale: Comune di Piacenza; Provincia di Piacenza; Comuni della Provincia di Piacenza; Camera di Commercio di Piacenza; Diocesi di Piacenza-Bobbio; Università Cattolica di Piacenza; Politecnico di Milano; organismi del volontariato di Piacenza; Associazione La Ricerca; Conservatorio “G. Nicolini”; Comune di Vigevano; Diocesi di Vigevano; organismi del volontariato di Vigevano. La platea degli interlocutori è stata allargata a Regione Emilia Romagna (il presidente e gli assessori al Lavoro, all’Ambiente e alla Cultura), Ausl di Piacenza e rappresentanti delle realtà economiche e produttive di Piacenza. All’Auditorium San Dionigi di Vigevano è stata la volta delle quaranta realtà di volontariato locali, attive nel welfare, nella cultura e nello sport.
L’incontro si è tenuto a Palazzo XNL, in una cornice tutt’altro che casuale: in questo spazio vocato alla contemporaneità sono destinate a svilupparsi le strategie culturali (e formative) del prossimo futuro. Altre novità importanti sono previste per il Complesso di Santa Chiara, per il quale si profila un ruolo di primo piano nello sviluppo dell’offerta universitaria e dell’inclusione sociale. E sarà proprio sull’ambito welfare, anche rispondendo alle emergenze acuite dalla pandemia, che l’attenzione della Fondazione sarà prioritaria.
«Il 2022 ci vedrà concentrati su una serie di interventi che consideriamo di primaria urgenza – prosegue il presidente Reggi –, ma il DPP intende fissare le priorità da realizzare anche sul medio e lungo periodo. Attorno a queste linee programmatiche, che consideriamo una sorta di bando permanente, vogliamo raccogliere le istanze del territorio, cui va il mio personale ringraziamento poiché ha risposto in maniera massiccia – al di là forse anche delle aspettative – all’invito ad incontrarsi. Le nostre priorità sono declinate in tre step: metterci al servizio delle persone, accompagnare lo sviluppo e puntare a una migliore qualità della vita. Tenendo ben presente il tema della sostenibilità, che è la grande sfida del futuro».
Il presidente Acri Francesco Profumo, partendo dal ruolo delle Fondazioni per uno sviluppo sostenibile, ha fornito i propri suggerimenti e una visione di respiro internazionale per integrare il DPP prima della sua definitiva approvazione.
LE LINEE PROGRAMMATICHE
WELFARE
Le azioni da intraprendere in ambito welfare rappresentano, oggi come forse mai prima d’ora, il nodo cruciale dell’attività degli anni a venire. Gli incontri con il territorio hanno consentito di focalizzare meglio i contorni di una situazione generale che richiede una pianificazione strategica condivisa. È sempre più necessaria un’assistenza ai soggetti fragili (anziani, minori, disabili, persone con disagio sociale) così come ai luoghi fragili (la montagna, le periferie, i piccoli centri a rischio di isolamento). La pandemia ha acuito le criticità esistenti, indebolendo una rete familiare già in affanno: le iniziative di inclusione sociale per chi si trova ai margini o rischia di finirvi, il potenziamento dei servizi territoriali a contatto con le criticità, rappresentano un impegno e una sfida da affrontare per fornire un’assistenza non fine a se stessa: occorre potenziare un percorso di accompagnamento al recupero della dignità della persona e al ritrovato traguardo di fiducia e di autonomia.
SVILUPPO
Il percorso da realizzare è declinato attraverso quattro azioni conseguenti: promuovere le iniziative di formazione, in tutti gli ambiti e nelle scuole di ogni ordine e grado; creare percorsi di specializzazione connessi alle potenzialità di Piacenza e di Vigevano, capaci di valorizzare il know-how locale ma anche di rapportarsi con lo scenario internazionale; sviluppare sinergie e reciproco scambio tra la formazione e la rete imprenditoriale ed economica, affinchè l’una possa diventare il futuro dell’altra (da più parti è stata sottolineata la necessità di una formazione professionalizzante); promuovere l’innovazione come strumento di sviluppo, grazie al sostegno ad una ricerca scientifica e tecnologica specificatamente mirata alle criticità da affrontare, ma anche alle tante potenzialità espresse dal territorio.
QUALITA’ DELLA VITA
Il miglioramento della qualità della vita, declinata nelle varie accezioni, dovrà essere improntato al criterio dell’equilibrio, senza trascurare cioé le comunità locali più piccole. Ma soprattutto l’investimento, in termini di risorse e di energie, dovrà intercettare gli aspetti identitari: per l‘arte e l’ambiente si tratta di cogliere il valore di luoghi e persone facilmente riconoscibili come “pezzi unici” del territorio; per la “cultura dello sport”, si tratta di supportare le azioni che ci consentono la pratica del movimento anche come capacità di vivere in maniera partecipata i nostri luoghi.
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