
Gruppi di parola, sono un’occasione. O ancor meglio un’opportunità che Fondazione La Ricerca offre a quanti desiderano misurarsi con se stessi in un confronto aperto con altre persone, una sorta di “sfida” con le proprie ritrosie e paure, guardandosi in faccia, raccontandosi e ascoltando quel che l’altro ha da raccontarci su temi che ci riguardano tra aspettative e desideri di ciascuno.
Gruppi di Parola, una formula che funzione
La formula pare funzionare se si guarda alle adesioni che ha avuto l’esordio di questi “appuntamenti (quasi) al buio” che nei mesi scorsi erano rivolti a giovani intorno ai vent’anni. Ora, dietro richiesta di tanti vengono riproposti alzando l’asticella dell’età (persone fra i 25 e i 35 anni): primo appuntamento il 18 marzo (poi 1 e 15 aprile, 6 e 20 maggio, 3 giugno). Ci si ritrova negli ampi saloni della sede La Ricerca in Stradone Farnese 96 (tardo pomeriggio-sera, 18,30-20,30).
Gruppi di Parola, cosa accadrà
Un indizio lo dà il titolo stesso della proposta – – “Open Wor(l)d” – che gioca sul termine anglosassone world (mondo): togliendo la lettera l diventa parola, ed è proprio sulla parola che avviene l’aprirsi al mondo esterno e si possono costruire relazioni che davvero ci facciano sentire meno soli e più fiduciosi. Il tutto avviene sotto la guida di un’educatrice, Chiara Gavardi, e di una psicologa, Michela Platè, della Ricerca: proponendo attività e sollecitazioni accompagneranno il gruppo a scoprirsi, interrogarsi, raccontarsi.
Gruppi di Parola, il progetto
“L’idea di intraprendere questo progetto – spiegano – è nata dal voler dare un’occasione alla generazione dei giovani adulti, fascia d’età ancora poco presa in considerazione, contesa tra un’adolescenza protratta e un’età adulta tutta da inventarsi, tra aspettative della società e desideri individuali. La nostra intenzione è quella di dare a queste persone lo spazio che meritano, ascoltare la loro voce, prenderci cura delle loro parole, dando loro l’occasione di sentirsi meno soli e meno sbagliati. Di certo – proseguono – questa iniziativa non ha la pretesa di voler essere esaustiva nella conoscenza di sé, ma solo di creare un luogo sicuro in cui prendersi del tempo per se stessi potendoci mettere l’uno di fronte all’altro, l’una accanto all’altra, e condividere alcuni dei nostri vissuti, delle nostre idee e punti di vista, che, seppur diversi, si possono rivelare un terreno comune su cui mettere parola”.
Le testimonianze
Attraverso il confronto con chi “è altro da me ma simile a me”, ci si può sentire meno soli. E’ il presupposto dell’intera operazione che trova conferma nelle “restituzioni” date da alcuni partecipanti al primo ciclo di gruppi di parola: “Mi sono sentita meno sola, meno problematica”; “Vi ringrazio per avermi ascoltato e provato a comprendere tutte le volte in maniera attenta e delicata, senza avere mai un giudizio negativo, ma sempre costruttivo e volto al confronto”, “Ad ogni incontro c’era sempre più integrazione e voglia di aprirsi”,
“E’ una piacevole scoperta, soprattutto considerando che nel mondo di oggi le relazioni sembrano essere vissute il più delle volte in modo superficiale e distaccato”, “mi ha sorpreso trovare persone con idee concordanti su tante cose, anche se venivamo da storie e percorsi diversi” “mi sono messa in discussione”,” “grazie a questo gruppo ho scoperto di essere fragile e ho capito che essere fragili non è un difetto”, “E’ stato un bel modo per togliersi quel senso di non essere abbastanza” “Mi sono reso conto che non sono l’unico a vivere certe dinamiche/pensieri, questo mi ha aiutato davvero a sbloccarmi”.
Informazioni al 348.4558796 – 340.8351851
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