Danza contemporanea, l’11° edizione di InSincronia al via il 15 febbraio. Arcelloni: “Raddoppiato il numero degli spettacoli” – AUDIO

InSincronia 11° edizione

Riparte la rassegna di danza contemporanea InSincronia, arrivata alla 11° edizione, organizzata da Piacenza Kultur Dom. Il progetto, anche nell’anno 2025 è partner della rete di danza contemporanea regionale E’Bal – palcoscenici per la danza contemporanea sostenuta da ATER Fondazione.

Filippo Arcelloni

Abbiamo raddoppiato il numero degli spettacoli che partiranno sabato 15 febbraio. Dopo alcuni anni torna anche il Gran Galà InSincronia. L’obiettivo è promuovere la danza contemporanea sulla provincia di Piacenza per offrire al pubblico anche delle esperienze nuove in questo campo.

E’ BAL – palcoscenici per la danza contemporanea 

E’ un progetto di rete regionale che si sviluppa in Emilia Romagna con l’obiettivo di costituire una rete per la valorizzazione e la diffusione della danza contemporanea e per promuovere la formazione del pubblico. Nata in Romagna nel 2018 – da qui il nome E’Bal, che in dialetto significa il ballo – la rete è la prima e l’unica del suo genere a livello nazionale, sostenuta da ATER Fondazione e condivisa con Associazione Danza Urbana, Associazione Liberty/Stagione Agorà, Cantieri Danza, Comune di Rimini, Cronopios – Teatro Petrella e Casa della Cultura Italo Calvino, Istituti Culturali della Repubblica di San Marino, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, Masque Teatro, PKD – Piacenza Kultur Dom, Riccione Teatro, Santarcangelo dei Teatri, Sillaba Soc. Coop. (Villa Torlonia Teatro), Teatro del Drago – Teatro Comunale di Gambettola. ATER Fondazione, oltre a essere l’ente capofila, partecipa al progetto con due Teatri del Circuito multidisciplinare regionale, il Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno e il Salone Snaporaz di Cattolica.

InSincronia Danza Contemporanea

Rassegna di danza contemporanea organizzata da Piacenza Kultur Dom con la direzione artistica di Claudia Passaro della Compagnia Incongruo Rapportarsi e Ottavia Marenghi della scuola di danza Petit Pas.

La rassegna nasce nella stagione 2013. 2014, all’interno della programmazione del Teatro Trieste 34 di Piacenza, con la finalità principale di offrire alla città di Piacenza la possibilità di avvicinarsi al mondo della danza contemporanea offrendo la visione di spettacoli di danza contemporanea al di fuori del tradizionale cartellone del Teatro Municipale. Pensando ad una programmazione di opere di compagnie professionali cercando di realizzare una rassegna giovane, innovativa e che permetta a maggior pubblico possibile di avvicinarsi al mondo della danza contemporanea. 

Una rassegna fruibile da un pubblico vario, costituito da diverse tipologie di spettatori

Giovani ballerini piacentini, che appassionati di questo stile di danza vogliono approfondire lo studio con maestri di fama nazionale durante il workshop e successivamente assistere alla loro produzione

Giovani ballerini non residenti in città, che potrebbero venire appositamente per il workshop con i maestri e per assistere al loro spettacolo Operatori del settore, come insegnanti di danza, giornalisti, fotografi.

Nelle precedenti 10 edizioni di InSincronia sono stati ospitati 29 spettacoli di danza contemporanea, realizzati 20 workshop con le compagnie in cartellone, 6 rappresentazioni brevi realizzati dagli allievi giovani delle scuole di danza locale, 5 edizioni del Galà InSincronia, festa della danza che coinvolgeva le scuole di danza della città e della provincia di Piacenza con i propri allievi.

Nelle varie edizioni dal 2013 al 2024, il progetto di InSincronia non è mai stato vissuto con l’idea di programmare e mettere in scena uno o più spettacoli, ma è stato un progetto di crescita, nel lungo periodo, di un pubblico di giovani appassionati interessati alla danza contemporanea.

Abbiamo coinvolto, nei vari anni, le scuole di danza cittadine proponendo, all’interno delle loro strutture, gli stage delle compagnie in cartellone per i loro allievi e allieve, abbiamo realizzato un progetto di messa in scena da parte di allievi di corti di danza di loro creazione, nel pre-spettacolo serale, oltre a organizzare e realizzare il Galà inSincronia, la festa della danza, dove ogni scuola di danza locale ha partecipato portando i propri allievi sul palcoscenico a danzare.

Costi

Costo workshop € 15,00

E’Bal card € 12,00

Costo spettacolo € 12,00

E’Bal card € 10,00

Costo workshop + spettacolo € 25,00

E’Bal card € 20,00

Galà InSincronia € 10 intero € 8 ridotto

Programma

Sabato 15 febbraio Progetto Residenza Collettivo Dieci

Ore 16,30 – 18,00 Workshop danza contemporanea presso l’Ostello del Teatro

Ore 21,00 – spettacolo danza contemporanea 

Collettivo Dieci – Triptych

In occasione del Festival “InSincronia 2025” il 15 Febbraio 2025, alle ore 21:00 presso il Teatro Trieste 34 (Piacenza, Italia); tre nuove indagini coreografiche saranno portate in luce unite in una sola serata: “Triptych” targata CollettivoDieci, con coreografie di Anna Pesetti.

Sul palco si alterneranno un assolo e due passi a due, ognuno con una forte personalità ma con un filo conduttore che li unisce.

“Triptych” è una riflessione intima e potente sulla condizione umana, un viaggio che attraversa il corpo, l’identità e il tempo. In un continuo intreccio di simbolismi e significati, le performances esplorano tre dimensioni fondamentali dell’esperienza individuale e collettiva, rivelando il delicato equilibrio tra opposti e l’incessante ricerca di autenticità in un mondo che spesso impone maschere e aspettative, in un flusso che alterna silenzi, gesti e incontri,

Da una parte c’è il corpo femminile, incarnato come oggetto di desiderio e oppressione, dall’altra l’incontro dei sessi che, pur nella loro apparente opposizione, trovano sintesi in un abbraccio che va oltre la separazione. Infine, c’è l’esplorazione del tempo che scivola, di un’esistenza che sfugge e di un movimento che, come il passaggio delle stagioni, diventa metafora della ricerca di un significato più profondo.

“Triptych” non è solo un gioco di contrasti, ma un’esperienza condivisa in cui ogni passo, ogni gesto e ogni silenzio riflettono una ricerca continua: quella di comprendere chi siamo, di come ci relazioniamo con gli altri e come affrontiamo l’inevitabilità del nostro destino.

Sabato 1 marzo 

Ore 16,30 – 18,00 Workshop danza contemporanea presso l’Ostello del Teatro

Ore 21,00 – spettacolo danza contemporanea

Compagnia Lucia Moretti – Nòs The Women We Carry – Le Donne che Portiamo

Di Lucia Moretti 

E” un viaggio emozionale e viscerale attraverso il teatro danza, un rito collettivo che esplora la storia di quattro donne. Forti, fragili, coraggiose, uniche perché vive. Ogni storia è un incontro, una traccia indelebile che segna il corpo e l’anima. 

Love is the answer? O forse la risposta si cela nei corpi che danzano, nelle voci che sussurrano le storie mai raccontate, nei gesti che attraversano il tempo e lo spazio.

Questa performance ci conduce attraverso i Dili invisibili che connettono generazioni di donne—quelle che abbiamo amato, quelle che abbiamo perduto, quelle di cui portiamo il peso e l’eredità. Il corpo femminile diventa il libro aperto di storie, di rituali antichi e di una continua metamorfosi, testimone silenzioso di lotte e trionDi. 

Ma cosa rimane di loro, di noi, delle rivoluzioni sussurrate e di quelle urlate? Quali segni incide il tempo sulla pelle e nell’anima? E come questi segni si trasformano in rivoluzioni intime e collettive?

Attraverso un linguaggio corporeo che fonde energia e delicatezza, la performance esplora le tracce lasciate dalle donne che ci hanno precedute, i gesti quotidiani trasformati in memoria viva, il passato che si fa presente per riscrivere il futuro. Un’esplorazione profonda delle radici, dell’identità e della memoria, in cui ogni gesto, ogni passo, racconta una storia che non può essere dimenticata.

Muoviti con coraggio. Sii spazio, tempo e anima.

Sabato 15 marzo

Ore 16,30 – 18,00 Workshop danza contemporanea presso l’Ostello del Teatro

Ore 21,00 – spettacolo danza contemporanea

Lost Movement – From C.to you  /  Al ot of

From C. to You 

di Giovanni Careccia e Christian Consalvo

co-produzione FLIC – Festival Lanciano in Contemporanea

con il supporto di ArteMente lavoro sostenuto da Sanpapié

è una lettera che sa di confessione. In uno stanzone buio si susseguono ombre e suggestioni appartenenti ad un inconscio condiviso. Immagini frammentate prendono vita guidate da frasi e domande che brillano su un display. Sono pensieri casuali che potrebbero appartenere ad ognuno di noi. Sono le parole che scegliamo di non dire tutte quelle volte che decidiamo di spegnere quella fastidiosa vocina nella testa.

Un uomo totalmente nudo di schiena, un ritorno al primordiale, un’assenza di sovrastrutture sociali.

È Caino? Adamo? Abele?

Un jukebox di pensieri che vanno e vengono su frequenze sbagliate. Frammenti di danze, parole e canzoni senza soluzione di continuità.

Cos’è la violenza? Cos’è violento? Chi lo è?

Amo me. Ama lui. Ama lei. Loro si amano. Io amo lui. Lei ama me. Ci amiamo.

Quello che vediamo riflesso allo specchio è ciò che vogliamo vedere, non è la realtà, ciò che guardiamo dell’altro è una nostra rifigurazione, creiamo nuove identità.

È il luogo dove finiscono i pensieri che non confessiamo a nessuno, un viaggio all’interno del labirinto della mente di un uomo qualsiasi, un flusso di coscienza in movimento che sfida il voyeurismo del pubblico.

Mettere in luce ciò che dovrebbe rimanere al buio. Da qualunque istinto e pensiero si può fuggire

A Lot Of

Di Niccolò Abbattista e Christian Consalvo

musiche di Filippo Ripamonti

con Giovanni Careccia, Enrico Luly e Gioele Cosentino

costumi di Leonardo Rossi

coproduzione FLIC – Festival Lanciano in Contemporanea

La compagnia Lost Movement è oggi supportata da Sanpapié,

Organismo di produzione della danza sostenuto dal MiCSINOSSI

In costante ricerca. Il bisogno dell’altro. Avidità di contatto, profumi e sapori. Liberati del freno inibitorio del pudore e delle convenzioni sociali cosa potrebbe accadere? Siamo tutti animali? Quanto possiamo desiderare chi ci circonda? Quanto e quanti possiamo amare? Due corpi, poi uno e poi improvvisamente tre. Imprevisti e probabilità. Ritmi e rituali che percuotono, s’intrecciano e distorcono. La grazia innaturale di Nijinsky. L’istinto predatorio appartiene al DNA dell’essere umano. Marcare il territorio diventa un gioco, immaginare diventa un’esigenza. Quanto spazio abbiamo nel nostro corpo, nella nostra mente e nel nostro animo? Quanto possiamo ospitare dentro di noi? Fame.

DESCRIZIONE

Il numero 3 e la costante dell’opera: 3 performer in scena, 3 autori differenti, 3 composizioni musicali, 3 personaggi storici, 3 parti.

La prima delle tre parti e un duetto ispirato a L’Apre s-midi d’un Faune, coreografato da Nijinsky nel 1912. L’autore nell’opera originale affronta il tema della pulsione sessuale non controllabile da cui scaturisce un enorme senso di colpa. Nei suoi Diari, scritti sette anni dopo il balletto, si evince che il coreografo si e ispirato alla sua stessa vita con Djagilev di cui era amante. Da qui ne deriva il suo contrasto interiore dovuto da un lato alla censura morale per gli anni che correvano e dall’altro alla fortissima attrazione per le prostitute di cui si serviva.

Sua moglie Romola scrive parlando del Fauno e di suo marito Nijinsky: “Ha preso come soggetto un semplice incidente della vita di tutti i giorni, comune a tutti gli esseri umani: il risveglio degli istinti sessuali ed emotivi e la loro reazione. Le fantasie, le aspirazioni di uno studente moderno sono simili ai desideri manifestati da queste creature primitive, gli antenati dell’uomo, meta animale e meta

essere umano.”

Questo duetto e un viaggio attraverso la pulsione di due uomini, nessuna ninfa in scena, al centro soltanto due creature primitive, a tratti mitologiche. Le due “creature” sognano, desiderano, si uniscono per un obiettivo comune, provano a desiderarsi ma e soltanto un tentativo. L’oggetto del desiderio non e lì con loro, e altrove. Lungo il cammino uno diventa l’ostacolo dell’altro, un ostacolo amato e odiato, utilizzato per raggiungere il proprio scopo. Cosa succede nel momento in cui non si riesce a soddisfare la propria pulsione? Cosa succede al corpo nel momento in cui non riusciamo a ottenere ciò che bramiamo?

La seconda parte e un solo costruito sulla costante e ripetuta ricerca di virilità ed erotismo insita già inconsapevolmente nella memoria popolare. Un tuffo all’interno del sacrificio, un rito volto a un piacere piu alto. Movimenti carnali che si scontrano con la piu sensuale delle delicatezze. Un corpo che osserva e scruta. Un corpo che grida e assapora. Un corpo che si adagia su melodie conosciute affondandosi a memorie ancestrali. Una visione fuori dagli schemi, come quella di Nijinsky, e difficile da difendere. Vedere le cose in modo alternativo allontanandosi dalle abitudini, dalla formazione, dalla vita di tutti i giorni, dalla religione, dalle necessita del quotidiano, dall’Indolenza, da tutto.

Tanti sono i Riti che compiamo ogni giorno, nulla di nuovo, tutto inaspettato, esibizioni e sacrifici. Sagre primaverili, inizi sempre originali, tempi di riscoperta. Ripetere per cambiare, rivivere per perdere, rifare e sbagliare, riavvolgere per ricominciare.

La terza parte racconta una storia d’amore antica per origine, contemporanea di definizione. In scena due corpi che si amano fino a che un terzo prende il posto di uno dei due, una nuova coppia si forma ma per poco, diventeranno un trio; il triangolo composto dal leggendario Vaslav Nijinsky, dalla contessa Romola de Pulszky e dall’impresario Sergej Pavlovic Djagilev prende forma sulla scena attraverso tenerezza, passione, voyeurismo, divertimento, rabbia e solitudine. La forza di Romola, la volonta di Nijinsky, la furia di Djagilev si intrecciano in forme, traiettorie, schemi, esplosioni. Tre persone che si amano. Anche questo e amore? Cosa muove le lore anime e i loro corpi?

La musica parte dalla rielaborazione di due opere immortali: L’Apre s-midi d’un Faune di Debussy e Le Sacre du Printemps di Stravinskij. I temi vengono rielaborati e decostruiti con un approccio elettro acustico, il materiale armonico reiterato in maniera quasi catartica al fine di sottolineare le sfumature erotiche e folli della poetica tormentata di Nijinsky. La ripetizione musicale e parte fondamentale del processo, matrice di un sentimento primitivo raffinatosi in Uomo moderno, vittima dell’amore e delle sue conseguenze.

La Compagnia Lost Movement nasce nel 2011 da un’idea di Nicolò Abbattista, in collaborazione con Christian Consalvo. Le sue produzioni vedono il sostegno di importanti enti nazionali: Fattoria Vittadini e Fondazione Milano, Oriente Occidente di Rovereto, OPLAS/Centro Regionale Danza Umbria, Teatrino dei Fondi (Fucecchio), Consorzio Coreografico CON.COR.D.A (Siena), Residenze Artistiche Toscane e FLIC – Festival Lanciano in Contemporanea.

Per la distribuzione internazionale, la compagnia è sostenuta da Klub Żak e Gdansk Dance Festival (Danzica, Polonia), Platform14 (Berlino, Germania) e Dance Horizons, organismo di distribuzione con sede a Edimburgo, Scozia. La compagnia ha vinto numerosi premi e riconoscimenti tra cui: Danz’è Off 2015, finalista per Premio Prospettiva Danza e Teatro 2017 di Arteven, selezionata per IDACO festival (New York), Solo Dance Contest (Gdansk, Polonia), vincitrice di Abelianodanza Contest 2018, Time To Move 2019, Nessuno Resti Fuori – festival di teatro, città e persone, Festival Presente Futuro 2022 (Palermo), Movin’Up 2021/2022 progetto di sostegno alla mobilità artistica e all’internazionalizzazione, Premio Speciale di Movin’Up Spettacolo – Performing Arts 2022/2023. Lost Movement vede il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma Per Chi Crea: Live e promozione nazionale e internazionale a supporto della mobilità per gli artisti under35.

Dal 2023 Lost Movement è compagnia sostenuta da Associazione Culturale Sanpapié, organismo di produzione della danza riconosciuto dal Ministero della Cultura.

Domenica 6 aprile

Cinema Teatro President

Ore 17,00 – Gran Galà InSincronia

Gran Galà di Danza Insincronia: Una Festa di Movimento, Passione e Condivisione

Il Gran Galà di Danza Insincronia non è solo uno spettacolo, è una celebrazione. Una festa che riunisce le scuole di danza di Piacenza e provincia, un’esplosione di talento, passione e amore per l’arte del movimento. In questa giornata particolare, il palcoscenico si trasforma in un caleidoscopio di stili, ritmi ed emozioni, dove giovani ballerini e ballerine, con la grazia e l’energia della loro età, incantano il pubblico con brevi performance frutto di impegno, dedizione e studio.

La danza è molto più di una sequenza di passi. È un linguaggio universale che parla al cuore, un modo per esprimere gioia, tristezza, rabbia, amore. È un’arte che richiede disciplina, sacrificio e passione, ma che sa regalare emozioni indescrivibili. Sul palco del Gran Galà, vedremo corpi che si muovono all’unisono, creando armonie perfette, ma anche anime che si esprimono attraverso movimenti unici e personali.

Il Gran Galà di Danza Insincronia è un’occasione per condividere l’esperienza del ballo, per celebrare la bellezza della danza in tutte le sue forme, dal classico al moderno, dall’hip hop al contemporaneo. È un momento di incontro e scambio tra le diverse scuole di danza del territorio, un’opportunità per i giovani ballerini di mostrare il loro talento e per il pubblico di apprezzare la loro bravura.

Salire sul palco è un’emozione unica, un’esperienza che segna la vita di ogni ballerino. Il contatto con il pubblico, l’energia che si sprigiona dalla musica, la sensazione di volare leggeri nell’aria… tutto questo rende la danza un’arte magica, capace di trasformare chi la pratica e chi la guarda.

Il Gran Galà di Danza Insincronia è un invito a vivere la danza con passione, ad apprezzarne la bellezza e la forza espressiva. È un’occasione per scoprire nuovi talenti, per sostenere le scuole di danza del territorio e per celebrare insieme la gioia del movimento.

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