
Il Giorno del Ricordo arriva in consiglio comunale ed è scontro. Tutto è iniziato l’8 febbraio con un convegno organizzato da Anpi alla Fondazione di Piacenza e Vigevano. Un incontro dal titolo “Dalla foiba di Basovizza al lager del duce ad Arbe”. Tra i temi trattati anche “Vent’anni di oppressione fascista delle popolazioni slave culminate nei campi d’internamento del 1941 e nel sostegno all’occupazione nazista”. Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Sara Soresi, si è detta indignata per quello che definisce “un tentativo di giustificare le foibe”. Allo stesso tempo attacca sia l’Anpi, accusata di monopolizzare la cultura in città, che l’assessore Serena Groppelli, accusata di non voler commemorare questa ricorrenza.
Soresi (FdI): “Da parte dell’Anpi una provocazione”
“Ancora oggi purtroppo assistiamo colpevoli silenzi, revisionismo, giustificazionismo e in qualche caso addirittura negazionismo. Anche Piacenza quest’anno purtroppo ha toccato con mano sia il silenzio colpevole, sia il revisionismo, sia il giustificazionismo. Mi riferisco ovviamente allo scandaloso evento organizzato da Anpi alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, nella stessa sala che tra l’altro è stata negata ad Archistorica per parlare del progetto di piazza Cittadella. In quell’occasione la sala è stata revocata perché si diceva l’evento non corrispondeva con l’uso delle sale così come prescritto dallo statuto che vieta finalità politiche. L’Anpi non ha fatto politica sabato? Eccome se l’ha fatta”.
“L’Anpi ha organizzato un evento sulle foibe. E già qui, se permettete, pare una provocazione bella e buona, perché sarei curiosa di capire cosa accadrebbe se il comitato Norma Cossetto o il comitato Dieci Febbraio organizzasse un evento sull’Olocausto in data 27 gennaio. L’Anpi organizza un evento sulle foibe dove già nel volantino dice che parlerà dell’oppressione fascista delle popolazioni slave, per poi aggiungere che saranno messe in luce le sottaciute responsabilità del fascismo. Questa è una provocazione bella e buona, è giustificazionismo e revisionismo storico”.
“Dire che occorre collocare le foibe nel quadro dell’inferno scatenato dalla Germania nazista e dai regimi fascisti per capirne i fattori scatenanti significa teorizzare di fatto misere giustificazioni a quella violenza. Mi auguro che la Fondazione assuma gli adeguati provvedimenti nei confronti di Anpi a causa dell’uso politico e provocatorio fatto di una sala pubblica E poi anche noi come Comune, che ho notato particolarmente silente sulla vicenda, dovremmo iniziare a farci qualche domanda Mi spiego, quanti soldi diamo come comune ogni anno all’Anpi? Siamo sicuri di voler continuare a finanziare un’associazione che di fatto giustifica le tragedie delle foibe? Perché questo ha fatto. Queste persone, con i soldi pubblici, vanno in giro a fare queste dichiarazioni a dire che le foibe sono colpa del fascismo o vanno addirittura nelle scuole. A me francamente come cittadino prima di tutto non sta bene”.
Scafuto (Pd): “Rigurgiti sgradevoli”
Contro le dichiarazioni di Soresi è intervenuto Salvatore Scafuto, consigliere comunale del Pd.
“Io sono davvero basito, non volevo intervenire oggi, ma sono basito da quello che ho sentito oggi. Assistere a rigurgiti sgradevoli di pensieri e retoriche fasciste come quelli di cui siamo testimoni oggi. Oggi siamo costretti ad assistere all’ennesimo atto di vergognosa strumentalizzazione della storia. Il vile striscione con la scritta “Revisionismo e sfregio ai martiri delle foibe, Anpi vergogna d’Italia”. Non è solo un attacco a un’associazione che ha fatto della difesa della memoria storica e dei valori democratici il proprio impegno quotidiano, ma è un insulto questo, è un insulto alla verità e alla dignità delle vittime di tutte le tragedie del Novecento, tutte le tragedie del Novecento”.
“Le foibe sono state una tragedia immane, un crimine che merita rispetto e memoria, non di certo l’uso politico e propagandistico che se ne vuole fare oggi e chi oggi tenta di riscrivere la storia in chiave revisionista non fa altro che alimentare pericolosi rigurgiti di ideologie che avremmo voluto sepolte per sempre”.
“Ribadiamo con forza che l’antifascismo non è un’opinione, ma un dovere civile, nessuno può permettersi di infangare chi ha combattuto per la libertà e la democrazia. Oggi più che mai dobbiamo difendere la memoria e impedire che venga usata come strumento di propaganda da chi non si rassegna alla sconfitta della dittatura. Oggi appunto è un giorno particolare, ci troviamo qui a ricordare una tragedia dolorosa, una pagina di storia che non può essere semplificata o strumentalizzata per fini politici, le foibe. È il nostro dovere commemorare i morti, tutti i morti, senza distinzione tra vittime di serie A e di serie B. Le foibe furono un dramma umano, un massacro di innocenti, di italiani colpevoli solo per essere tali, ma anche di fascisti che in quei territori avevano portato distruzione, persecuzione e morte”.
“E questa è la verità storica ed è una verità complessa che non può essere piegata alla necessità della politica di oggi. Non si può parlare delle foibe senza parlare del fascismo che le ha precedute, così come non si può giustificare il comunismo titino per le sue atrocità. Oggi purtroppo assistiamo a una memoria selettiva, da una parte per decenni si è voluto minimizzare, come è stato detto, dall’altra però oggi la destra post-fascista usa il ricordo delle foibe per ripulire la memoria del fascismo, per far passare i suoi carnefici come semplici vittime di una persecuzione immotivata”.
“Ed è qui che la politica sbaglia. La storia non può essere un campo di battaglia per le ideologie. La giornata del ricordo non può diventare il contraltare del Giorno della Memoria, come se si dovessero bilanciare i morti della Shoah con quelli delle foibe. Il rispetto per le vittime non è una gara tra tragedie. Il nostro compito oggi è solo ricordare”.
Cugini (ApP): “Intervento di Soresi ha tutto di fascista”
Dopo l’intervento di Scafuto, Soresi ha ripreso la parola chiedendo al consigliere del Pd di specificare quali parole di stampo fascista abbia pronunciato. A questa domanda si riallaccia Stefano Cugini, di Alternativa Per Piacenza, che attacca duramente Soresi.
“Glielo dico io cos’ha di fascista, collega Soresi, il suo intervento: tutto, dalla prima all’ultima parola, specialmente l’attacco vergognoso che ha fatto nei confronti dell’Anpi, un attacco vergognoso. Discorsi da figliocci di un regime, nostalgici che cercano di rivisitare la storia: qui dentro in quest’aula non devono avere patria, visto che vi piace tanto la parola, non la devono avere qui, non possono albergare qua dentro. Ha esordito dicendo che per tanto tempo c’è stato silenzio: tutti abbiamo i nostri armadi della vergogna. Andiamo a chiedere a Sant’Anna di Stazzema, se ne sanno qualcosa, se ci vogliono dire qualcosa, rispetto al silenzio, al lungo silenzio, andiamolo a chiedere”.
“Il presidente di Anpi ha detto solo una verità storica. E’ come quando parlate del triangolo della vergogna: vi dimenticate quelle barbarie che sono state compiute nel triangolo della vergogna, vi dimenticate quelli che l’hanno compiuta, la resistenza di cui parlate da dove salta fuori. È nata una mattina da niente la resistenza? O è nata in risposta a un regime come quello che ancora sempre meno in silenzio, vi vantate di appoggiare idealmente? Il gigante, il gigante (riferimento alla vicenda di Tommaso Foti). Che brutta occasione persa, oggi c’è stata la celebrazione e anche a me è giunta voce che fosse comunque partecipata, per quale motivo andare oltre, per quale motivo volersi mettere la bandierina?”.
Il sindaco difende l’assessore Groppelli
“Usare una giornata come quella del Ricordo per attaccare pretestuosamente l’amministrazione dai banchi del Consiglio comunale, credo sia davvero ciò che di più lontano possa esistere dal mio modo di vedere la politica.
La Giornata del Ricordo ci vede tutti partecipi in modo sincero, al di là delle distinzioni. E proprio oggi ne abbiamo vissuto la prova nel parco cittadino dedicato ai martiri delle foibe: eravamo tutti insieme, uniti, di fronte ai cittadini, ai rappresentanti delle associazioni, alle autorità militari, civili e religiose, e di fronte alle bambine e ai bambini delle scuole.
C’ero io e c’era l’assessora Serena Groppelli che tra le sue deleghe ha appunto la “Cultura della memoria” e che, poco prima della cerimonia, era a portare i saluti dell’amministrazione nell’ambito dell’iniziativa “Andremo via anche noi. Istria, ricordi di un esodo” dedicata alle scuole secondarie di secondo grado e organizzata dall’Istituto di Storia Contemporanea di Piacenza, dalla Regione Emilia-Romagna e dall’Istituto Nazionale Ferruccio Parri in collaborazione con il Comune.
Con noi al Giardino del Ricordo c’erano autorevoli rappresentanti del centrodestra (l’onorevole Elena Murelli della Lega, il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia, per citarne alcuni) con i quali abbiamo condiviso fianco a fianco un momento importante per tutti.
C’era anche il ministro Tommaso Foti, che ci ha onorati della sua presenza: non era prevista, ed è stata una bella sorpresa che ha dato ancora più importanza alla cerimonia della nostra città. Tra l’altro è stato proprio il ministro a farmi i complimenti per le parole che, con il cuore, ho rivolto ai presenti. E mi ha fatto davvero piacere.
Ecco, in questo contesto di unità, nel giorno di una ricorrenza così sentita da tutti, l’attacco frontale contro l’assessora Groppelli da parte della consigliera di Fratelli d’Italia Sara Soresi mi ha davvero stupito. Anche perché si basa su informazioni non vere.
L’impegno dell’assessora, rispetto alla sua delega specifica, è costante e si inserisce, come è ovvio che sia, in un lavoro di squadra che ci vede tutti coinvolti. Qualche esempio? L’inaugurazione della panchina nel giardino della Besurica intitolato a Norma Cossetto, martire delle foibe, è stato frutto del suo lavoro. Così come lo è stato, con l’assessore Christian Fiazza, lo spettacolo teatrale “Adio, vecia Pola” dedicato alla tragedia delle foibe che si è tenuto al Farnese.
E ancora, fa parte del suo lavoro occuparsi dei tanti eventi dedicati alla Memoria e al Ricordo che vengono proposti da enti, associazioni e scuole e per i quali vengono richiesti la collaborazione o il patrocinio del Comune. Fa tutto parte di un impegno più che tangibile. Le persone coinvolte lo sanno bene. E probabilmente lo sa bene anche la consigliera Soresi, che tuttavia ha scelto di gettare benzina su un fuoco che in realtà oggi non era nemmeno acceso”.
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