Metalmeccanici, a Piacenza nuova ondata di scioperi per il rinnovo del contratto nazionale 

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Prosegue la mobilitazione dei metalmeccanici piacentini per il rinnovo del contratto nazionale dell’industria. Dopo la rottura delle trattative con Federmeccanica, a Piacenza i vertici di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil hanno lasciato alle rappresentanze sindacali unitarie (RSU) delle aziende del territorio decidere modalità e articolazioni di una nuova ondata di scioperi che interesserà tutto il comprensorio provinciale nei prossimi giorni.

Il 18 aprile si è già svolto uno sciopero di 8 ore alla Imi Orton, alla Mcm di Vigolzone e Roveleto, e alla Dkc Conchiglia di Villanova.

Per oggi, 23 aprile sono previste ulteriori astensioni dal lavoro mentre il 28 aprile sciopereranno per 8 ore i lavoratori e le lavoratrici di Mandelli, Biffi, Lafer e Lift Tek. Alla Jobs, lo sciopero sarà articolato su due giornate: il 28 aprile sarà proclamato lo sciopero nelle ultime quattro ore del turno, mentre il 29 aprile, invece, ci sarà un’alternanza di due ore di lavoro e due di sciopero, accompagnate da un presidio ai cancelli dell’azienda in via Emilia Parmense 164 a Montale;

Sempre il 29 aprile, incroceranno le braccia per otto ore anche i dipendenti di Nordmeccanica Piacenza, Nordmeccanica Gariga e Tecnoforge di Castelsangiovanni.

Il 30 aprile si fermeranno i lavoratori della Dkc Cosmec a Villanova, Unitec a Sannicolò e Cima a Piacenza. Alla Spi di Rottofreno, le RSU hanno previsto uno sciopero articolato: due ore il 28 aprile, due ore il 29 e quattro ore il 30, modalità che sarà adottata anche da Techinox di Sarmato.

In tutte le altre aziende del territorio si sciopererà per quattro ore il 28 e altrettante il 29 aprile, sempre nelle ultime ore del turno.

«Sono le RSU di ogni realtà produttiva a stabilire come articolare questa che è la quarta mobilitazione per il rinnovo del contratto nazionale dell’industria metalmeccanica – affermano Fiom, Fim e Uilm –. I lavoratori si aspettano un passo deciso da parte datoriale: se Federmeccanica non aprirà il tavolo, la mobilitazione andrà avanti. È inaccettabile che si dica che i salari sono cresciuti più dell’inflazione: pretendiamo l’immediata riapertura del confronto.

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