Negozi di abbigliamento a Piacenza, Brugnoli: “In un anno di Covid perso il 60% di fatturato. Servono ristori seri o moriranno altre attività” – AUDIO

Negozi di abbigliamento a Piacenza, Brugnoli: "In un anno di Covid perso il 60% di fatturato. O ci aiutano oppure moriranno altre attività" - AUDIO

Negozi di abbigliamento a Piacenza, dopo un anno di Covid la situazione è pesantissima. Le attività da tempo stanno lanciando un grido d’allarme, gli affari attualmente sono fermi a causa dell’area rossa, ma è da un anno che il settore sta lavorando a singhiozzo e per molti si profila lo spettro della chiusura.

A mettere nero su bianco è il Presidente di Federmoda Piacenza Gianluca Brugnoli intervenuto a Radio Sound

I numeri sono allarmanti. In un anno di pandemia si è fatto più o meno il 40% di incassi rispetto al passato e già i tempi non erano brillanti prima del Covid. In questi 12 mesi nel nostro territorio hanno già chiuso in tanti. Ricordiamo poi che c’è lo spettro dello sblocco licenziamenti, temo sarà una Waterloo. Tra i miei colleghi ci sono quelli che non riescono più a proseguire e quelli che terminano l’attività perché possono chiudere ancora “bene”. Quindi non spariscono solo i nuovi, ma anche imprenditori molto esperti che decidono di fermarsi per evitare danni peggiori.

Sui ristori nessun cambio di passo?

E’ una pagina che dobbiamo ancora aprire! Si parla alla fine di 3-4mila euro che però in attività come le nostre che ogni anno fa debiti per decine, per non dire centinaia, di migliaia di euro per comperare merce fanno una goccia del mare. Chiariamo una cosa: il commerciante in questo momento non sta pensando ai guadagni. Vogliamo solo navigare verso il futuro e con questi ipotetici ristori pagare almeno la merce. Questo significherebbe innescare al contrario l’effetto domino con la filiera. Noi commercianti in questo anno durissimo contrassegnato dal Covid, non abbiamo pagato un centesimo in meno di imposte rispetto al passato… è molto grigia. A noi basta un ristoro per ripartire, niente di più.

Negozi di abbigliamento a Piacenza, Brugnoli: “In un anno di Covid perso il 60% di fatturato. O ci aiutano oppure moriranno altre attività” – AUDIO intervista

La situazione dei ristoranti piacentini.

Saldi, l’andamento nazionale segnalato da Federmoda

Secondo un’indagine di Federazione Moda Italia-Confcommercio sui saldi invernali, le vendite di abbigliamento, calzature e accessori registrate a febbraio 2021, rispetto a febbraio 2020, sono in calo del 23,3%, dopo il crollo del 41,1% del mese di gennaio 2021 su gennaio 2020.

Dopo un gennaio difficile, anche a febbraio non c’è stata un’inversione di tendenza delle vendite nei negozi di moda. Due terzi delle aziende intervistate (66,5%) hanno registrato un peggioramento delle vendite. Il 19,4% ha visto una stabilità nelle vendite a fronte di un 14,1% che ha avuto un incremento.

Un’impresa su quattro (25,2%) ha dichiarato un calo tra il 50 e il 90%. Una percentuale ancora troppo elevata dovuta all’importante ricorso a percentuali di sconto elevate che ha favorito le vendite, ma ne ha ridotto il ritorno in valore. Quasi 8 imprese su 10 (77,5%) hanno, infatti, dichiarato di aver proposto sconti tra il 30 e il 50% con oltre tre imprese su dieci (33,8%) hanno praticato sconti medi del 50%.

L’indagine evidenzia tra i prodotti più venduti: la maglieria (49,0%), giubbotti, cappotti e piumini (38,8%); pantaloni (32,3%); jeans (32,3%); abiti donna (19,8%); scarpe donna (18,6); borse (16,3%); accessori (14,8%); sneackers (12,5%); tute (12,5%); intimo (12,2%).

In forte sofferenza le vendite di: abiti da uomo (4,2%) e valige (1,1%).

La maggior parte delle transazioni è avvenuta cashless. I pagamenti preferiti sono quelli con pagobancomat (82,5% delle preferenze multiple); seguono quelli con carta di credito (58,2%), mentre l’utilizzo dei contanti (7,6%) è una scelta residuale soprattutto per le spese di importo basso.

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