
La Regione adotti interventi in relazione ai gravi fatti di violenza sessuale denunciati all’ospedale Civile di Piacenza. Lo chiede Elena Carletti (Partito democratico) con un’interrogazione a risposta immediata in Aula.
In particolare, la consigliera invita l’esecutivo regionale a rendere noto se “intenda costituirsi parte civile nel relativo procedimento giudiziario, che vede coinvolto il primario di radiologia, e se lo stesso intenda fare l’Ausl di competenza a fronte del grave pregiudizio di immagine subito, oltre alla messa a rischio dell’affidabilità del contesto organizzativo e ai danni per le lavoratrici”.
“Sarebbe inoltre opportuno far sapere -ha proseguito la consigliera- se si intenda riorganizzare il reparto con l’obiettivo di ripristinare un ambiente di lavoro sicuro e sereno nonché attivare verifiche in altri ospedali e strutture sanitarie regionali al fine di prevenire e contrastare altre eventuali gravissime condotte analoghe, con particolare attenzione ai rischi legati alla violenza di genere nei contesti a struttura gerarchica”.
Le parole dell’assessore regionale Fabi
Ha risposto l’assessore alla Sanità Massimo Fabi: “Siamo di fronte a fatti gravi che hanno già portato l’Ausl di Piacenza alla sospensione del professionista accusato di molestie. Ora tocca all’autorità giudiziaria accertare se ci siano stati atteggiamenti conniventi. Manterremo la massima attenzione sul caso e valuteremo, in caso di rinvio a giudizio dell’accusato, se costituirci parte civile a tutela delle vittime. Sin da subito l’Ausl di Piacenza ha sostenuto psicologicamente e con la tutela legale la persona che ha dato via all’inchiesta“.
“Obiettivo della Regione è non lasciare spazio ad abusi e violenze poiché autori di condotte così indegne non possono agire con senso di impunità danneggiando ambiente lavoro e assistenza sanitaria ai cittadini. La direzione generale dell’assessorato alla Sanità ha realizzato una mappatura della gestione delle diversità nelle Aziende sanitarie per contrastare discriminazioni e violenza di genere. Tale assetto organizzativo verrà consolidato e messo a sistema“.
La consigliera si è detta soddisfatta della risposta perché “al di là del caso specifico, apprezzo l’impegno per la prevenzione rispetto a temi di questo genere. Sono disponibile a tenere alta l’attenzione anche in commissione per valutare come prevenire in futuro episodi analoghi”.
L’INTERVENTO DI GIANCARLO TAGLIAFERRI (FRATELLI D’ITALIA)
In apertura dei lavori assembleari il vicepresidente dell’Assemblea legislativa ha sollevato il tema con una interrogazione urgente a risposta orale dove l’Assessore Fabi non ha saputo elencare un solo intervento concreto per evitare che un simile episodio si verifichi ancora a Piacenza come in qualunque altro plesso sanitario regionale “No Assessore Fabi, non solo la sua risposta alla mia interrogazione non mi soddisfa affatto, ma aggiungerei che non ci siamo proprio.
Non ci siamo proprio perchè su questa vicenda è più che evidente l’imbarazzo per quanto accaduto e sulla strategia che avete pensato di seguire fin dalle primissime battute. Nei primi momenti, quelli in cui le forze dell’ordine e la Procura hanno proceduto all’arresto ed hanno parlato di clima lavorativo “omertoso e complice, in cui le vittime temevano ritorsioni e isolamenti” avete preferito dichiarazioni generiche e totalmente distanti da un minimo di empatia o sincerità.
Poi è arrivata la conferenza stampa della direzione generale che si auto-lodava per il supporto reso al medico denunciante e poi sono arrivati addirittura atti assembleari dove ci si complimentava per l’azione congiunta di investigatori e direzione generale dell’Ausl piacentina. Ma se anche così fosse stato, e su ciò attendiamo specifiche conferme da parte degli organi preposti, che dire dei gravissimi casi registrati in precedenza sempre nell’Ausl piacentina?
E’ ora che il centrosinistra la finisca di inseguire le pagliuzze negli occhi degli avversari politici e inizi seriamente a fare i conti con le travi che ha nei propri occhi, è ora che la si finisca seriamente di esprimere solidarietà false e irritanti quando in realtà c’è contiguità con quelle sacche di potere perverso e nocivo perchè voi parlate, mentre noi ci rimbocchiamo le maniche e agiamo, nell’interesse della comunità e in favore delle vittime.
E’ ora che la commissione sanità di questa assemblea prenda seriamente in mano la questione delle violenze e dei soprusi in ambito sanitario per varare almeno un serio piano di audizioni e togliere il tema dalla disponibilità di un Assessorato e una Giunta che evidentemente non riescono ad essere obiettivi su questi temi.
Ho partecipato in rappresentanza dell’Assemblea legislativa a “Sperare l’insperabile”, un convegno che si è tenuto il 6 maggio scorso a Piacenza sul tema giubilare della Speranza organizzato dall’Università Cattolica, ecco il titolo di questo incontro rispecchia esattamente lo sperare diventato insperabile dell’opposizione in questa Regione ma nonostante tutto Fratelli d’Italia si adopererà con i fatti per fermare i GIOCHI DI POTERE e la POLITICA DEL NON ASCOLTO che il Governo di questa Regione da molto, troppo, tempo attua ai danni di tutti gli emiliano romagnoli”.
Albasi e Quintavalla (Pd): “Piena solidarietà alle vittime contro offese strumentali, continuiamo a vigilare sull’indagine”
La Regione Emilia-Romagna valuterà di costituirsi parte civile nel processo, qualora interverrà il rinvio a giudizio del primario dell’ospedale di Piacenza arrestato lo scorso 7 maggio con le accuse di violenza sessuale aggravata e atti persecutori. È quanto ha riferito in aula, nella seduta dell’Assemblea legislativa del 13 maggio, l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, rispondendo a un’interrogazione a risposta immediata firmata dai consiglieri del Pd Elena Carletti, Lodovico Albasi, Barbara Lori, Luca Quintavalla e Matteo Daffadà.
“La gravità dei fatti documentati dalla questura di Piacenza – affermano in una nota i consiglieri piacentini Lodovico Albasi e Luca Quintavalla (Pd) – e lo scenario descritto come di ‘forte omertà’, che non esclude dunque l’emergere di ulteriori dettagli nel corso dell’indagine, ci obbliga a continuare a vigilare sulla questione. È doveroso rafforzare i presìdi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e alle molestie nei luoghi di lavoro, in particolare nel comparto sanitario, dove i rapporti gerarchici possono generare situazioni di vulnerabilità”.
“È necessario, soprattutto in questa fase così delicata, tutelare in modo efficace le vittime – sottolineano Albasi e Quintavalla – assicurando loro supporto psicologico, protezione lavorativa e possibilità di denunciare senza ritorsioni. Esprimiamo loro piena solidarietà – aggiungono – in merito agli attacchi strumentali e alle offese, talvolta sessiste, che alcune di loro hanno ricevuto negli ultimi giorni. Lasciamo che la magistratura, di cui abbiamo piena fiducia, svolga il proprio lavoro senza interferenze esterne”.
In merito a una possibile riorganizzazione del reparto, l’assessore Fabi – che nella giornata di venerdì 9 maggio ha incontrato la direttrice generale dell’Ausl di Piacenza, Paola Bardasi, e i professionisti del reparto coinvolto, insieme al presidente della Regione, Michele de Pascale, e all’assessora alle Pari opportunità, Gessica Allegni – ha ribadito il sostegno alla dirigenza dell’Azienda sanitaria. “L’Ausl di Piacenza – ha proseguito Fabi – ha sostenuto, sia dal punto di vista psicologico sia in un’ottica di tutela legale, la persona che con la sua denuncia ha dato il via alle indagini. Tutte le azioni investigative sono state, fin dall’inizio, attuate con la piena collaborazione aziendale”. “Dunque – chiudono Albasi e Quintavalla – respingiamo al mittente tutte le strumentalizzazioni di chi non fa altro che approfittare della delicata situazione per attaccare una parte politica, con interventi molto faziosi e poco costruttivi”.
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