
Riqualificazione del lungo Po in chiave turistico-ricreativa, il Comune di Piacenza ha partecipato all’asta pubblica per l’acquisto del comparto di via Nino Bixio. Un gruppo di strutture da anni in stato di degrado. Un’area privata per acquisire la quale, come detto, l’amministrazione ha scelto la via dell’asta pubblica. Ma il Comune ha perso l’asta. Un esito che ha sollevato le polemiche del centrodestra. Nel corso dell’ultimo consiglio comunale, infatti, il centrodestra aveva criticato la scelta dell’amministrazione, giudicandola rischiosa.
I capigruppo Patrizia Barbieri (Barbieri Sindaco-Trespidi con Liberi), Sara Soresi (Fratelli d’Italia) e Luca Zandonezza (Lega) intervengono in una nota.
LA NOTA DEL CENTRODESTRA
“Ancora una volta l’opposizione di centrodestra aveva avvisato. Lo avevamo fatto con chiarezza, spiegando punto per punto perché la procedura scelta dall’amministrazione per l’area Lungo Po fosse rischiosa, poco trasparente e potenzialmente dannosa per le casse comunali. E ancora una volta, siamo stati ignorati.
Avevamo indicato come ricorrere all’asta per l’acquisizione di quell’area fosse una scelta sbagliata: se davvero si voleva tutelare l’interesse pubblico, era necessario muoversi molto prima, attivando le procedure corrette come il vincolo preordinato all’ esproprio. Invece si è deciso di partire tardi e male, con l’unico risultato che oggi l’Amministrazione si ritrova a mani vuote.
E non si tratta solo di una scelta sbagliata. È una beffa per tutta la città: solo un anno fa erano stati stanziati ben 170.000 euro di soldi pubblici per la bonifica di un’area privata, quella stessa area che oggi è sfuggita al Comune. Non solo il danno economico, ma anche quello amministrativo e politico.
Ora che l’asta è persa, il Comune dovrà trattare con un soggetto privato, e probabilmente sostenere costi ancora maggiori per l’acquisizione o l’eventuale esproprio, visto che il bene non è più parte di una procedura, ma proprietà privata. Un paradosso evitabile, se solo si fosse ascoltato il nostro appello.
Non facciamo opposizione per partito preso. Siamo sempre intervenuti, anche con fermezza, per difendere l’interesse della città. Ma ogni volta che tentiamo di svolgere il nostro ruolo in modo responsabile, ci viene sbattuta la porta in faccia, e poi, puntualmente, si verifica ciò che avevamo previsto.
È accaduto con questa pratica, come con il c.d. “appaltone” – dove i ricorsi sono ormai numerosi – e temiamo accadrà anche con Piazza Cittadella, dove il rischio, denunciato da tempo, è che resti un buco nel cuore di Piacenza. E quel buco, oggi, è realtà: il cantiere è fermo da mesi.
Questa Amministrazione si ostina a non ascoltare, procede per conto suo, e sbaglia. Ma chi paga le conseguenze, purtroppo, sono sempre i cittadini.”
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