Violenza in città, Foti: “Frequenza di episodi che la nostra città non ha mai conosciuto, serve uno sforzo collettivo”

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“Lasciamo perdere di sostituirci a coloro che meritoriamente indagano per fare chiarezza sugli episodi di violenza – non di razzismo – più gravi che si sono susseguiti in questi giorni a Piacenza. E’ un esercizio tanto inutile quanto destinato ad esacerbare ulteriormente gli animi. Dobbiamo invece e per contro chiederci la ragione per la quale episodi di violenza si susseguano con un ritmo che la nostra città non ha mai conosciuto”.

Così interviene il Ministro per gli Affari Europei, Tommaso Foti, dopo i recenti episodi avvenuti nella nostra città.

“La guerra per bande, soprattutto all’interno degli extra comunitari, è un dato oramai acquisito, ancorché sottovalutato nella sua evoluzione. Ma proprio perché tale è lo stato delle cose serve un supplemento di prevenzione e di vigilanza per evitare che la violenza imploda con una virulenza che potrebbe farci scappare anche il morto. E analogamente non è pensabile che i cittadini, tutti i cittadini – piacentini e non – abbiano timore di utilizzare gli spazi pubblici a loro destinati, proprio per paura di essere vittime di violenza o coinvolti, loro malgrado, in risse, accoltellamenti e quanto altro di peggio si porta a dietro la delinquenza”.

“Ma proprio perché la situazione è in ebollizione e si rischia che deflagri, un appello al ritorno alla ragione, alla civile convivenza, al rispetto delle leggi e delle regole, appare dovuto. Non è il tempo di incendiari: occorre dare un segnale forte che la Piacenza che ci appartiene – anche con quella tranquillità che alcuni deploravano, ma che piaceva alla stragrande maggioranza dei cittadini – non sia relegata ad un ricordo del passato”.

“E allora ognuno, per la sua parte, si attivi. Perché non è più tempo di sottovalutare, minimizzare, fare finta di non vedere. E per un ritorno alla ragione, in primo luogo, devono impegnarsi le forze politiche e sociali – tutte e senza divisioni dettate dal retaggio ideologico – perché Piacenza non è la riserva indiana di una fazione, ma è dei suoi cittadini, che giustamente reclamano di essere abbandonati a se stessi e che, invece e per contro, devono avvertire che così non è. Ma serve dimostralo con i fatti, non con la retorica delle prediche inutili”.

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