
Un’esposizione, la più grande mai realizzata, dedicata all’Alzheimer. Un’iniziativa unica nel suo genere, a cura dell’Associazione Alzheimer Piacenza. La mostra si trova al Centro Commerciale I Cappuccini di Fiorenzuola in via Kennedy 2, l’inaugurazione è avvenuta questa mattina alla presenza delle autorità e dei rappresentanti locali e nazionali dell’Associazione. Si intitola “Visione parziale” e sarà visitabile per tutto il mese di marzo.
La mostra consiste in gigantografie tratte dal libro “Visione parziale” di Carly Smith Henderson, diario e prima testimonianza di un malato di Alzheimer. Durante il mese sono in programma proiezioni de “La memoria perduta” spettacolo di prosa, con musica e danze sul tema dell’Alzheimer. Come nasce l’iniziativa lo ha spiegato Andrea Gelati, presidente dell’associazione Alzheimer Piacenza ODV.
“L’idea è non sprecare le occasioni che il territorio ci consente. Il dottor Franco Spaggiari, proprietario di questo spazio, ci ha messo a disposizione un’occasione grandissima e noi cerchiamo di far fruttare al meglio questa opzione”.
“C’è condensato tutto il percorso, non solo di sensibilizzazione, ma anche di formazione, di metodo che l’Associazione ha messo sul territorio dal 1993, quando si è fondata. E’ una opportunità unica, ma anche perché è tutto su cartaceo: noi proprio per non sprecare i residui, i soldi che abbiamo, non abbiamo mai fatto siti impegnativi o cose simili. C’è tutto un percorso anche di collaborazioni, con strutture sportive, strutture culturali del territorio che ci hanno preso in considerazione”.
Un’occasione per parlare di questa patologia sotto una luce scientifica e medica. Non a caso era presente Paolo Paolello, responsabile dei Centri per Disturbi Cognitivi di Fiorenzuola e Cortemaggiore dell’AUSL di Piacenza. Una volta che si riceve una diagnosi di Alzheimer, che cosa possono fare le persone, i familiari ma anche i pazienti?
“Si può fare tantissimo, innanzitutto dopo i primi sintomi, i primi segni, è bene recarsi tramite il medico di medicina generale in uno di questi centri, centri di disturbi cognitivi e demenza, anche semplicemente nel sospetto. Perché la gente arrivava solo nelle fasi avanzate di malattia e arrivava solo quando i disturbi comportamentali erano importanti, adesso molte persone arrivano proprio nelle fasi iniziali. Una volta fatta la diagnosi, vi sono dei trattamenti farmacologici e dei trattamenti non farmacologici che possono aiutare a ridurre la progressione della malattia”.
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