Controlli dei NAS nelle mense ospedaliere, a Piacenza riscontrate “gravi non conformità”. Ausl: “Cucina già tornata operativa dopo un’infiltrazione d’acqua”

AGGIORNAMENTO – In riferimento alla notizia dei controlli effettuati nei giorni scorsi dal Nas nell’ambito della ristorazione collettiva, l’Azienda Usl di Piacenza comunica quanto segue.

La cucina della mensa dell’ospedale Guglielmo da Saliceto è tornata già oggi regolarmente operativa, dopo che, nel fine settimana, sono stati eseguiti alcuni lavori di sistemazione dei locali.

L’intervento si è reso necessario a causa di un’ingente perdita d’acqua, verificatasi nelle scorse settimane nell’ambito del cantiere attivo per la riqualificazione dell’edificio 10A che ospita alcuni servizi del dipartimento di Salute mentale. Le infiltrazioni avevano interessato i soffitti a volta dell’immobile.

Il dipartimento di Sanità pubblica, dopo il verbale trasmesso dai Nas, ha provveduto a una chiusura temporanea della cucina, per permettere lo svolgimento dei lavori di ripristino necessari. L’intervento è stato subito eseguito, senza per altro avere conseguenze sull’erogazione dei pasti per i dipendenti, perché si è svolto nel fine settimana.

Solo ieri, in attesa del via libera ufficiale alla riapertura della cucina, per sicurezza i pasti sono stati preparati al Centro Pasti de La Verza e veicolati per il consumo.

La situazione si è normalizzata oggi, con il ripristino delle condizioni di conformità degli ambienti, compresi appunto i locali per la preparazione dei pasti.


Oltre 300 militari di dodici Nuclei Antisofisticazioni e Sanità (NAS) hanno ispezionato 119 mense ospedaliere rilevando carenze igienico-sanitarie e strutturali presso 43 siti (circa 1 su tre).

“In 2 casi – spiega una nota dei Carabinieri Nas – nella Capitale e a Piacenza, sono state riscontrate gravi non conformità con la sospensione temporanea da parte dell’Asl delle attività di confezionamento e sporzionamento dei pasti (successivamente assicurate da altro punto cottura autorizzato)”.

I controlli dei militari si sono concentrati sul rispetto dei “requisiti igienico-sanitari e strutturali dei locali di preparazione dei pasti (in riferimento a locali di lavorazione e cottura, laboratori, depositi alimenti, celle/armadi frigoriferi, locali di somministrazione, servizi igienici, spogliatoi); sulla correttezza della gestione/conservazione degli alimenti e delle procedure di sicurezza alimentare, in relazione anche alla loro tracciabilità e agli aspetti connessi all’etichettatura; di legittimità dell’affidamento in gestione del servizio alla ditta erogatrice e la relativa rispondenza dei menù alla tipologia degli alimenti somministrati; sulla regolare posizione di impiego delle maestranze (possesso della documentazione attestante la frequenza di corsi specifici di formazione e idoneità dell’abbigliamento da lavoro previsto); previsti dalle misure di contenimento alla diffusione pandemica da Covid-19”.

RANCAN E STRAGLIATI (LEGA): “LA REGIONE FACCIA CHIAREZZA SULLE RESPONSABILITA’ 

“Fare subito chiarezza sulle responsabilità delle gravi non conformità riscontrate dai carabinieri dei Nas nel corso di un’ispezione condotta nella mensa dell’Asl di Piacenza”. Lo chiedono il capogruppo della Lega in consiglio regionale, Matteo Rancan, e la consigliera Valentina Stragliati con una interrogazione urgente presentata alla Giunta regionale. “I carabinieri dei Nas – denunciano Rancan e Stragliati – hanno controllato 119 mense ospedaliere, sanzionando 43 attività in tutta Italia e contestando anche 18 sanzioni amministrative. A Piacenza i militari hanno riscontrato gravi non conformità che hanno determinato l’adozione da parte dell’Asl del provvedimento di sospensione temporanea delle attività di confezionamento e sporzionamento dei pasti (successivamente assicurate da altro punto cottura autorizzato). Si tratta – hanno commentato Rancan e Stragliati – di un fatto gravissimo che merita l’urgente chiarimento della Regione e della stessa Asl circa il livello di sicurezza e qualità dei pasti che vengono confezionati dalla struttura sanitaria piacentina”.

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