
“Riteniamo che la scelta di costruire nell’area Pertite non risponda alle reali necessità della popolazione”. Così in una nota il Comitato Pertite/ Bosco in città.
LA NOTA DEL COMITATO
Il PUG (Piano Urbanistico Generale) approvato dalla Giunta è di grande importanza perché traccia le linee per lo sviluppo territoriale di Piacenza per i prossimi anni.
Tra i punti che vanno approfonditi con i redattori del PUG, a pag. 41 si parla anche dell’area militare ex Pertite in questi termini: ”… rientra tra le aree che hanno esaurito il proprio ciclo di vita e hanno necessità di essere ripensate sotto il profilo funzionale, ambientale e paesaggistico. Andranno messe in uso tramite azioni di rigenerazione della città pubblica favorendo la concomitanza di iniziative pubbliche e dell’imprenditoria immobiliare privata.”
Ciò significa che in parte o in toto l’area potrebbe essere edificata? Riteniamo che la scelta di costruire nell’area Pertite non risponda alle reali necessità della popolazione visto che da anni i dati demografici non sono cambiati, quindi è più logico dedurre che tale scelta risponda invece alla domanda di aree edificabili proveniente dal mercato immobiliare. Al contrario la destinazione a verde pubblico dell’intera area corrisponde alle oggettive carenze di verde urbano, in particolare l’assenza di parchi in quella zona ad ovest della città. Ciò valorizzerebbe le aree intorno, migliorerebbe la qualità ambientale paesaggistica e fruitiva dell’intera città.
“Profilo funzionale”
Si parla di “profilo funzionale…”: cioè nell’interesse della collettività. Ma gli interventi necessari a Piacenza non sono quelli di costruire sulle ultime aree libere rimaste, come l’ex Pertite, ma quelli che rivitalizzano l’ambiente in cui viviamo: cioè l’esigenza di recuperare e non di costruire di nuovo, di strategie diverse che riqualifichino la città, la periferia, le frazioni.
In modo molto più generico Libertà riporta nell’edizione del 5 marzo le soluzioni presenti nel Piano Urbanistico da parte della Giunta per le varie aree militari presenti ed attenzionate. Per la Pertite si conferma la “proposta di riuso come parco urbano” che noi sosteniamo da anni, ma questo fa a pugni con quanto scritto sopra quando si parla di” imprenditoria immobiliare privata”.
Contatti tra Comune, Ministero e Demanio
Si sottolinea che “attualmente è assente un piano di razionalizzazione dell’area” e che “i tentativi sono tutti miseramente naufragati” quindi non esistono oggi contatti concreti con Ministero della Difesa, Demanio e Comune. È tutto molto nebuloso. Saremmo desiderosi di sapere come si è mosso fino ad ora il Comune in questa trattativa, a meno che nessuno risponda alle telefonate della Sindaca e di conseguenza si debba solo allargare le braccia e rinunciare.
Ricordiamo a tal proposito che tre mesi fa è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale l’emendamento del consigliere Gloria Zanardi che proponeva di inserire negli obiettivi strategici della Giunta un punto riguardante l’area ex Pertite sancendo l’intenzione di attivarsi costantemente per l’istituzione di un tavolo di lavoro con tutti i soggetti interessati.
Mancano elementi certi
Nel trafiletto di Libertà si evidenzia il “rischio di ordigni bellici e manufatti inagibili”. Non è accettabile che ciò venga dichiarato senza elementi certi. Ricordiamo che per quanto riguarda accertamenti sulla bonifica dell’area si deve risalire alla convocazione, da parte dell’allora sindaca Barbieri, dei soggetti interessati al futuro della Pertite che prevedeva al novembre 2019 una riunione da tenersi nei primi giorni di febbraio 2020.Il Covid iniziava a mietere vittime a partire dal 29 gennaio 2020, per cui la riunione venne sospesa. E da allora mai più riconvocata. Tra i soggetti interessati vi era ARPAE, che doveva pronunciarsi sulla necessità o meno di una bonifica dell’area. 5 anni di inerzia, 3 dei quali causa Covid, mentre 2 anni di sono buttati!
Per quanto riguarda i ”manufatti inagibili” la nostra proposta di destinare a parco l’intera area Pertite prevede la conservazione e il riuso ( non demolizione) di gran parte degli edifici esistenti per destinarli ad usi pubblici e d’interesse pubblico, non residenziali, integrati nel parco.
Chiediamo chiarezza, auspichiamo un impegno fattivo dell’Amministrazione per rispondere alla volontà unanime di restituire alla città quest’area da trasformare in parco.
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