Il Pride saluta la sentenza sui figli di due mamme. Luxuria: “Oggi possiamo festeggiare”. Zan: “Parola fine a una crudeltà” – FOTO e AUDIO

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Il Piacenza Pride sfila per le strade della città, guidato da due ospiti illustri, Vladimir Luxuria e Alessandro Zan. Migliaia i manifestanti giunti da varie parti d’Italia per ribadire la propria idea: “La nostra società, italiana e piacentina, non sarà mai completamente libera e democratica fino a che i diritti di ciascuno di autodeterminarsi e vivere liberamente la propria sessualità non saranno rispettati e riconosciuti”.

Un corteo guidato da ospiti come Vladimir Luxuria, nota attivista per i diritti LGBTQIA+, Alessandro Zan, eurodeputato, attivista per i diritti LGBTQIA+, Sabrina Bambi, presentatrice radiofonica radio 101, Gianmarco Negri, avvocato e primo sindaco trans d’Italia, Marika Gambardella, attrice trans, protagonista della serie Netflix “Mare Fuori”.

La sentenza della Corte costituzionale

Una giornata significativa per la comunità LGBTQIA+ dal momento che, come ha ricordato anche il Pd: “La recente sentenza della Corte costituzionale rappresenta un passo importante per il riconoscimento dei diritti dei bambini e delle bambine nati/e da procreazione medicalmente assistita (PMA) all’estero”.

Con la sentenza n. 68/2025, la Corte ha dichiarato illegittimo l’articolo 8 della legge 40/2004 nella parte in cui impedisce alla madre intenzionale di essere riconosciuta alla nascita come genitore del minore nato in Italia da PMA effettuata all’estero. Una pronuncia che – sottolinea il Pd – “riconosce il valore della responsabilità genitoriale fondata sul consenso e sul progetto condiviso di cura e affetto, e riafferma il principio costituzionale di uguaglianza e tutela dell’interesse del minore”.

Oggi posso anche dire che festeggiamo, visto che c’è stata un’importante sentenza della Corte costituzionale“, commenta Vladimir Luxuria.

La Corte costituzionale prima aveva sconfessato l’altro ministro degli Interni, Salvini, che aveva imposto che sulle carte d’identità ci fosse scritto per forza padre e madre, anche se si trattava di due padri di due madri, creando dei problemi sulla carta d’identità dei bambini che non potevano neanche andare all’estero. E adesso ha sconfessato anche Piantedosi che aveva imposto una circolare per impedire il riconoscimento dei figli alla nascita delle coppie omogenitoriali, almeno per quello che riguarda le mamme. Invece sono riconosciute tutte e due mamme, corresponsabili, perché sono mamme che crescono e amano i loro figli“. 

“Gender? E’ fantascienza”

Poi so che a Piacenza piace molto la fantascienza, perché so che ieri è stato presentato un libro sul gender. Il gender è fantascienza, perché non esiste. Vorrei rassicurare tutti i piacentini. Già abbiamo tante angosce, le guerre, l’economia, i cambiamenti climatici: creare questo pericolo immaginario, fake, bufala del gender, come se ci fosse un gruppo di persone che vuole convertire gli adolescenti da eterosessuali in gay semplicemente perché magari vanno a cercare di contrastare l’omofobia nelle scuole è pura fantascienza. Quelli che parlano di ideologia gender sono dei terrapiattisti”.

La situazione in Italia è peggiorata, con un governo di destra illiberale che continua ad attaccare la comunità LGBTQIA+ e le famiglie arcobaleno”, spiega Alessandro Zan.

Piacenza Pride è un Pride importante perché ogni volta che un Pride attraversa una città lascia un beneficio, che è quello appunto della speranza, dei diritti, della lotta dei diritti. Il Pride è diventata una manifestazione di resistenza civile contro chi vuole distruggere l’articolo 3 della nostra Costituzione. Per fortuna la Corte costituzionale è intervenuta per porre fine a questa crudeltà, a questa ingiustizia e dunque a dare riconoscimento di entrambe le mamme ai bambini di questo paese”.

Presente alla manifestazione, come detto, anche Marika Gambardella, attrice trans, protagonista della serie Netflix “Mare Fuori”.

Questi Pride hanno una importanza fondamentale per rivendicare i diritti di tutte le persone LGBTQIA+ e far capire a chi ci governa, a chi decide per noi quali diritti dobbiamo avere che siamo persone”. 

LE RICHIESTE ALL’AMMINISTRAZIONE

Durante il Piacenza Pride, la comunità LGBTQIA+ ha avanzato alcune richieste all’amministrazione comunale, come ha ricordato Davide Bastoni, presidente di Arcigay Piacenza.

  • Realizzare una campagna informativa sia rivolta agli uffici pubblici perché siano adeguatamente sensibilizzati e preparati ad affrontare le richieste provenienti da cittadini LGBTQIA+, sia indirizzata all’ambito privato, allo scopo di coinvolgere le strutture di accoglienza turistiche e gli esercenti commerciali tramite la costituzione di un consorzio Piacenza-Friendly.
  • Promuovere la formazione degli operatori sanitari in tema di lotta ai pregiudizi e buone pratiche antidiscriminazioni creando una sinergia tra esperti dell’Ausl e l’azione di supporto da parte del Comune per creare incontri di formazione e di approfondi- mento rivolti agli operatori e professionisti sanitari.
  • L’attivazione di un progetto comunale nelle scuole che coinvolga più figure professionali su educazione sessuale ed affettiva, parità di genere, identità di genere, orientamento affettivo/sessuale, prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili.
  • Riempire di progetti e contenuti il tavolo antidiscriminazioni appena ricostituito e portare avanti a Piacenza i progetti proposti nell’ambito della rete intercomunale RE.A.DY. di cui Piacenza fa parte.
  • La registrazione all’anagrafe di entrambi i genitori dello stesso sesso sugli atti di nascita dei bambini, per una genitorialità consapevole e per garantire i diritti ai minori.

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