Santa Chiara, progetto di recupero affidato a Studio Boeri Interiors: sarà studentato e centro socio-riabilitativo

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Prende forma il futuro dell’ex Convento di Santa Chiara: la progettazione dei lavori di riqualificazione è stata affidata allo studio Stefano Boeri Interiors. 

L’annuncio viene dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, che ne è proprietaria e che proprio in questi giorni è tornata ad aprire le porte del grande complesso duecentesco sullo Stradone Farnese agli eventi dell’estate culturale Piacenza Summer Cult.

Dopo i ritardi pronti a ripartire

Gli architetti Stefano Boeri e Giorgio Donà guideranno la rigenerazione architettonica dell’ex convento, che ha una superficie di circa 12.000 mq, di cui circa 8.500 mq di area verde, e verrà trasformato in uno studentato e centro socio-riabilitativo per soggetti fragili immerso nella natura.

Abbiamo scontato i ritardi dovuti al lievitare dei costi dell’edilizia – sottolinea il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi -, ma il tempo necessario per rivedere i conti ci ha consentito di definire un intervento ancora migliore dal punto di vista della sua funzione sociale, al servizio di studenti e persone con disabilità, ma anche di una qualità architettonica di assoluto rilievo. È un progetto di cui andare orgogliosi: Santa Chiara avrà un impatto positivo in ambito welfare e nello sviluppo dell’offerta universitaria, ma anche per la valorizzazione di un’area a pochi passi da Corso Vittorio Emanuele, in pieno centro storico.

Un intervento complesso

Con la scelta di avvalerci della progettazione dello studio Stefano Boeri Interiors, tra i migliori professionisti al mondo sul tema ambientale, abbiamo voluto porre la massima attenzione alla valorizzazione del verde, la rigenerazione e la biodiversità urbana, sposando in pieno un’idea di architettura che comprende la natura vivente. Siamo partiti, ora ci attende l’iter burocratico; il nostro prossimo obiettivo è dare finalmente il via ai lavori entro il 2024”.

L’intervento progettuale di Stefano Boeri Interiors dovrà confrontarsi con un immobile in condizioni di avanzato degrado, da adattare al contesto edilizio circostante e conciliare con le esigenze specifiche dell’accoglienza di giovani e soggetti con disabilità.

Un bene di grande valore

“Lavorare alla riqualificazione di un bene dal grande valore storico per la città di Piacenza come il complesso di Santa Chiara è una sfida che accogliamo con entusiasmo. Pensare di poter trasformare una struttura oggi in rovina, in uno spazio nuovo, inclusivo e vivo che sia una casa per studenti e per giovani con fragilità, è uno stimolo determinante per il nostro lavoro: vogliamo offrire a chi abiterà i nuovi spazi del complesso di Santa Chiara un ambiente innovativo, flessibile, adatto alle necessità contemporanee” dichiara l’architetto Stefano Boeri, fondatore con Giorgio Donà di Stefano Boeri Interiors.

Un progetto ambizioso, quindi, sia dal punto di vista sociale che architettonico, che prevede la costruzione di circa 290 posti letto (250 per studenti e 40 per soggetti fragili) e non solo. L’obiettivo è anche quello di restituire alla città una parte importante del suo centro storico, dando nuova vita al complesso e rendendolo un luogo aperto e a disposizione della cittadinanza.

La storia del complesso di Santa Chiara

Il complesso di Santa Chiara affonda le sue origini nel 1229 quando i Francescani ne occuparono per primi l’area. Nel 1854, Maria Luigia D’Austria sancì la nascita di un Pio Ritiro per l’accoglienza di religiose o donne in situazione di disagio con vincolo d’uso fino al 2065. Quando è stato acquisito dalla Fondazione di Piacenza nel 2004, dopo che i Padri Saveriani se ne erano andati, il complesso era “quasi” disabitato, poiché ospitava ancora le ultime occupanti del Pio ritiro, fatto che però non ne consentiva la destinazione a diverso utilizzo.

Successivamente la nuova normativa ha consentito di trasferire il vincolo ad un’altra porzione di immobile di cui la Fondazione di Piacenza e Vigevano è proprietaria, in via Melchiorre Gioia, e nell’aprile 2014 è arrivato il nulla osta all’iter che ha “liberato” il fabbricato, rendendo possibile il progetto di recupero. Le anziane ospiti sono state trasferite nell’edificio di Gioia nel 2015, potendo così contare su una nuova e migliore collocazione in un luogo più adatto alle loro esigenze.

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