Sciopero del trasporto pubblico: “Una nuova politica per la mobilità”

Il Prefetto ha ricevuto la delegazione dei rappresentanti dei sindacati FILT CGIL, FIT CISL e UILTRASPORTI. Hanno illustrato le motivazioni sottese allo sciopero generale dei trasporti dei lavoratori del Trasporto Merci e Logistica di oggi 24 luglio.

I sindacati hanno consegnato, con l’occasione, un documento esplicativo sulle motivazioni dello sciopero; e hanno richiesto che lo stesso fosse inoltrato dal Prefetto ai competenti uffici ministeriali. Hanno, poi, sottolineato come sia sempre più urgente, per il territorio piacentino, una rinnovata politica riguardante la mobilità; con riferimento a nuovi investimenti infrastrutturali in viabilità e trasporti su ferro ed acqua sia un adeguato piano di manutenzione di quelle esistenti.

D’altra parte hanno ricordato che la provincia di Piacenza resta e sarà sempre più un nodo fondamentale per i trasporti e la logistica italiana; sia alla luce dei previsti investimenti nel settore della logistica che nelle nuove opere a servizio della cittadinanza; come, ad esempio, il nuovo ospedale di Piacenza.

Hanno chiesto poi al prefetto Falco di attivare ogni canale istituzionale; obiettivo permettere, a fronte di queste nuove sfide territoriali, un incremento congruo delle Forze di Polizia per il presidio del territorio; oltre che la costante attenzione ad ogni forma di criminalità ed infiltrazione dell’economia di questa provincia.

La nota dei sindacati

“Manca una politica generale per il settore, il governo non fa scelte ed è sempre più urgente affrontare il dramma degli infortuni perché sugli incidenti mortali chiediamo un intervento chiaro e preciso; la divisione eccessiva tra competenze non specifiche tra vari soggetti, insomma la frammentazione del settore, è una causa importante degli infortuni”. Così Floriano Zorzella, segretario Filt Cgil Piacenza, sui motivi che oggi hanno portato i sindacati del settore di Cgil, Cisl e Uil a proclamare sciopero. “Va inoltre discusso il tema del diritto di sciopero perché se noi non rispettiamo la legge siamo subito sanzionati, mentre se le aziende violano gli impegni con le organizzazioni dei lavoratori non succede nulla. In generale, occorre aprire una discussione sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali, che consideri il peso e la rappresentatività delle singole sigle”.

Tanti temi complessi quelli proposti dai sindacati, che non sono mai stati ascoltati dal governo. “Per la prima volta nella storia repubblicana il ministero dei Trasporti non ci ha mai incontrato sulle nostre richieste, limitandosi a riunioni sulle singole crisi aziendali. Non c’è mai stato un confronto. Ed è noto che in assenza di confronto vince chi ha il potere lobbistico più forte, questo va sempre a sfavore dei lavoratori. Il sindacato ha le sue proposte, ma l’esecutivo non le ascolta e quindi le scelte le fanno le aziende”.

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