Sempre più pasta importata dal Canada: “E anche a Piacenza si perdono i campi di grano”

Aumenta di oltre 11 volte la quantità di grano importato dal Canada in Italia nel 2019. Questo dopo l’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio fra la Ue e il Paese nord americano (Ceta). E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti su dati Istat nei primi otto mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2018.

Il risultato – sottolinea la Coldiretti – è che oggi quasi quattro chicchi su dieci che vengono dall’estero sono canadesi. Paese dove non si rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale vigenti nel nostro Paese. A partire dall’utilizzo dell’erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità vietate sul territorio nazionale dove la maturazione avviene grazie al sole.

Una situazione che – denuncia la Coldiretti – fa concorrenza sleale al made in Italy e mette in pericolo la vita di oltre trecentomila aziende agricole che coltivano grano spesso in aree interne senza alternative produttive e per questo a rischio desertificazione. Alla perdita economica e di posti di lavoro si aggiunge il rischio ambientale in un Paese dove nell’ultimo decennio – conclude la Coldiretti – è scomparso un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati ed effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente.

In Emilia Romagna si è passati dagli oltre 72.000 ettari coltivati a grano duro del 2018 ai 60.103 del 2019, con un calo del 17%. Anche nel Piacentino in un anno si sono persi circa mille ettari.

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