
«Il decreto sulle prestazioni sanitarie è ampio e strutturato per abbattere le liste di attesa, causate non dalla mancanza di fondi ma da una cattiva organizzazione. Il cittadino deve avere risposte certe e non affrontare un percorso a ostacoli nella speranza che qualcuno rinunci a una visita per poter avanzare di qualche posto nella lista. Nel decreto, inoltre, ci sono novità sull’oncologia, sulle Asl e sui medici. Sono soddisfatta perché gli emendamenti che ho presentato su diversi temi sono tutti stati approvati dalla Commissione e dall’Aula del Senato».
Il provvedimento
La senatrice Elena Murelli, capogruppo della Lega in commissione Affari sociali, sanità, lavoro, analizza il provvedimento che ora è atteso per l’esame della Camera.
Questo è un provvedimento che arriva in un momento cruciale – sottolinea la senatrice Murelli – il sistema sanitario è chiamato a recuperare fiducia, efficienza e, soprattutto, capacità di risposta concreta ai bisogni dei cittadini.
Le principali novità
Tra le novità principali, l’istituzione del Sistema nazionale di governo delle liste di attesa (Singla), che avrà il compito di coordinare le azioni regionali e vigilare sull’appropriatezza delle prestazioni. Una vera cabina di regia nazionale, finalmente dotata di poteri di coordinamento, indirizzo e monitoraggio. «Per troppo tempo abbiamo assistito a una frammentazione delle politiche sanitarie tra le Regioni – evidenzia la senatrice piacentina – con disuguaglianze inaccettabili nei tempi di accesso alle cure». E’ stato introdotto anche un registro delle segnalazioni online per raccogliere dai cittadini disservizi e criticità.
Ci sarà un nuovo indicatore per misurare l’aderenza terapeutica nel monitoraggio dell’assistenza sanitaria, «a testimonianza di una maggiore attenzione alla qualità dei percorsi di cura» afferma la senatrice. Sono orgogliosa che un emendamento della Lega a mia prima firma dia maggiori tutele ai pazienti oncologici, stabilendo che il ministero della Salute emani linee guida per uniformare i PDTA regionali (Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali). Ogni paziente oncologico ha il diritto di non sentirsi mai solo, di essere seguito in ogni fase, con continuità, con approcci multidisciplinari, con una rete che lo accompagni e lo sostenga – sostiene Murelli – significa riconoscere il valore della continuità delle cure, dell’interdisciplinarietà, della prossimità. Una medicina che si prende cura non solo della malattia, ma della persona».
La medicina territoriale
Questa legge riconosce la medicina territoriale passando a una medicina di prossimità valorizzando i medici di medicina generale, la diagnostica di primo livello nei loro studi e l’integrazione con gli specialisti tramite teleconsulto e telemedicina. E’ stato stabilito un Fondo per ridurre accessi impropri al pronto soccorso: 3 milioni nel 2025. «Le risorse del Fondo – continua la parlamentare del Carroccio – sono destinate all’incentivazione dell’acquisto, da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, di servizi o soluzioni digitali per la gestione automatizzata degli appuntamenti, la comunicazione con i pazienti e l’effettuazione di prestazioni base di telemedicina, quali la televisita». La telemedicina avrà un ruolo importante per il rilascio dei certificati di malattia, equiparando la visita a distanza alla constatazione diretta.
Lo screening mammografico
«Come donna – sottolinea la senatrice – uno degli emendamenti a cui tenevo di più, ed è stato approvato, è quello per la comunicazione sull’allargamento della fascia di età dello screening mammografico per la prevenzione del tumore al seno armonizzando le età che sono differenti da regione a regione. In Emilia-Romagna parte da 45 anni, nel Lazio da 50 per cui una donna deve essere fortunata in base a dove risiede. Qui va precisato che, seppure vi sia stata un’ampia convergenza, il costo quantificato per lo screening era di circa 135 milioni di euro mentre solo per la comunicazione abbiamo ottenuto 1 milione di euro in via sperimentale con l’impegno del ministero della Salute a trovare i fondi per l’allargamento della fascia di età».
Malattie rare
E’ stato anche approvato, all’unanimità in Commissione, un emendamento per i farmaci orfani, quelle terapie per malattie rare, consentendo agli enti del Servizio sanitario nazionale un’unica procedura d’acquisto per l’intero fabbisogno nazionale, avvalendosi di una centrale di committenza regionale. «Perché – sottolinea Murelli – anche chi ha una malattia rara ha il diritto a una cura accessibile, sicura, disponibile su tutto il territorio nazionale».
Per gli Irccs (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) «si rafforza il diritto costituzionalmente garantito dell’equo accesso alle prestazioni sanitarie di alta specialità e di specialistica ambulatoriale da parte dei cittadini consentendo la prestazione in altre regioni».
Salute mentale
«Con l’articolo 11 – prosegue Murelli – potenziamo i Dipartimenti di Salute mentale, rafforziamo le reti territoriali, mettiamo al centro il benessere psicologico come elemento imprescindibile del diritto alla salute perché purtroppo dopo la pandemia è sempre più evidente il grido di aiuto specialmente dei giovani del loro disagio, l’aumento delle dipendenze come droga, fumo e alcool, suicidi o depressione».
Il provvedimento ha, poi, altri importanti provvedimenti per i medici, i gettonisti e la responsabilità dei dirigenti delle ASL. «Noi siamo soddisfatti – conclude la senatrice Murelli – non possiamo illuderci che una legge risolva da sola criticità strutturali. Ma questa norma rappresenta un quadro organico su cui costruire, misurare e migliorare e andiamo verso un modello di sanità pubblica basato su uguaglianza, responsabilità, visione e mette sempre di più il paziente al centro».
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