Case di cura Piacenza e Sant’Antonino, visita di Luca Baldino: “Collaborazione con l’Ausl costante ed essenziale”

Casa di cura Piacenza; in poco più di un mese 155 interventi chirurgici e poco meno di 300 pazienti visitati al Pronto Soccorso traumatologico, anche pediatrico. Sono questi alcuni dei numeri che sono emersi stamattina, durante la visita che il direttore generale Ausl Luca Baldino e il direttore sanitario Guido Pedrazzini hanno fatto alla struttura di via Morigi e poi alla casa di cura Sant’Antonino.

La direzione strategica sta infatti incontrando il personale di tutti gli ospedali del territorio; e anche le case di cura private che hanno gestito posti letto dedicati durante l’emergenza Covid-19. Baldino ha già visitato i presidi di Castel San Giovanni e Fiorenzuola. Oggi, durante gli incontri alle case di cura Piacenza e Sant’Antonino si è fatto il punto sulla situazione; si sono tirate le prime somme di quanto realizzato dalla metà di marzo a oggi.

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“Le strutture private accreditate del territorio – è il commento del direttore Baldino – si sono fin da subito messe a disposizione del sistema pubblico regionale. Lo hanno fatto dimostrando grande spirito di servizio e sensibilità. Complessivamente le case di cura, con il loro apporto, ci hanno permesso di avere a disposizione oltre 200 posti letto. Questa riorganizzazione è stata utile per affrontare l’emergenza; ma anche per trasmettere immediatamente i pazienti dal Pronto Soccorso verso le unità operative delle case di cura, garantendo il posto letto e le cure necessarie per trattare i pazienti Covid-19”.

Le case di cura hanno annullato tutte le attività programmate fin dal 24 febbraio, somministrando un’istruzione operativa a tutto il personale già dal 21, per illustrare in modo dettagliato come trattare un caso sospetto Covid-19, adattandosi a tutte le linee guida e protocolli della Regione Emilia Romagna e alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il dottor Pedrazzini, l’equipe chirurgica e i coordinatori dell’Ausl, in seguito a sopralluogo nelle sale operatorie, reparto chirurgico, servizio ambulatoriale di radiologia, tac e risonanza (gestiti integralmente dal personale della struttura), hanno ritenuto la Casa di Cura Piacenza idonea a ospitare la chirurgia di urgenza (con i chirurgi Ausl) e gli ambulatori di traumatologia garantendo, a partire dal 13 marzo, l’accesso a tutti i pazienti H24 per visite di Pronto Soccorso, diagnostica per immagini e alcuni interventi chirurgici di urgenza dell’Azienda. Sempre nei locali di via Morigi l’equipe del dottor Pietro Maniscalco effettua anche visite di controllo indifferibili quasi esclusivamente traumatologiche. Nel rispetto delle disposizioni ministeriale, si riescono a vedere circa 30 pazienti al giorno, per un totale di 150 alla settimana.

La casa di cura Sant’Antonino dal 12 marzo ha dedicato 80 posti letto per malati Covid-19 in seguito ad addestramento del personale sanitario e parasanitario da parte di una esperta del reparto di Malattie infettive inviata dell’ospedale di Piacenza e la fornitura quasi totale dei dispositivi di sicurezza da parte dell’Ausl di Piacenza. Successivamente sono stati messi a disposizione ulteriori 90 posti letto Covid-19 alla casa di cura Piacenza, riuscendo a mantenere in attività e in sicurezza il servizio di Pronto soccorso ortopedico, chirurgia traumatologica, ginecologia di urgenza, senologia e dermatologia oncologica.

“La collaborazione tra la direzione sanitaria dell’Ausl, il Sevizio Igiene e la direzione sanitaria delle Case di Cura – evidenzia Pedrazzini – è stata costante ed essenziale. Soprattutto in quelle giornate in cui il numero di accessi di pazienti con polmoniti in Pronto soccorso è stato più alto e l’Azienda Usl non aveva più disponibilità di posti letti nei propri reparti, siamo riusciti come sistema a garantire il turn over dei malati e i necessari posti letto specifici per i pazienti positivi anche grazie al senso di responsabilità del privato accreditato. Le case di cura hanno avuto una bassa incidenza di decessi considerando le criticità dei pazienti ricoverati e si risconta anche una buona percentuale di pazienti dimessi clinicamente guariti”.

“L’incremento della ricettività della rete provinciale, cui hanno contributo le case di cura – aggiunge Baldino – ha permesso di accentrare sull’ospedale provinciale di Piacenza la presa in carico di altre patologie o bisogni non attinenti al coronavirus (per esempio, ictus, infarti, malattie oncoematologiche, etc). Questa sinergia è stata utile per non sospendere totalmente questi ambiti, visto che il comparto operatorio di Piacenza e Castel San Giovanni è stato utilizzato per triplicare i posti di terapia intensiva”. Le sale operatorie della casa di cura Piacenza hanno ospitato 155 interventi chirurgici, tra senologia e dermatologia oncologica, traumatologia, ginecologia e chirurgia plastica di urgenza.

Un dato positivo è che a oggi, al Pronto Soccorso dell’Ausl, sono calati gli accessi dei pazienti Covid-19, comportando una diminuzione dei ricoveri nelle casa di cura. La clinica Piacenza sta gradualmente svuotando un reparto Covid di 40 posti letti tra pazienti trasferiti a casa o verso altre strutture in quarantena, in quanto asintomatici e clinicamente guariti e pazienti guariti accertati, dimessi con doppio tampone negativo. A breve provvederà a effettuare una sanificazione degli ambienti a fondo con l’intervento di ditte specializzate e gradualmente iniziare a ricoverare pazienti affetti da altre patologie.

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