Chiusa la quarta edizione del Fol in Fest: “La montagna rivendica il suo ruolo”

Con il concerto dello storico gruppo prog rock de Le Orme, che celebrano quest’anno i 60 anni di attività, si è chiuso una edizione da record, la quarta, del Fol in Fest, la rassegna promossa dai comuni di Alta Val Tidone, Morfasso, Ottone e Ferriere, che guarda dalla prospettiva della montagna i grandi temi d’attualità e li declina con la concretezza e lo spirito della gente che vive i territori interni.

Musica, spettacolo e ambiente

Cinque giorni di convegni, musica, spettacolo e ambiente hanno attraversato i paesi più “alti” della nostra provincia, territori che hanno le oggettive difficoltà a sopravvivere ma che rivendicano con determinazione il loro ruolo nelle riflessione di questi tempi. Il tema della quarta edizione, su cui si sono confrontati esimi professori, giornalisti e politologi, ma anche artisti e camminatori è l’intricato e teso confronto tra Anima intesa come valori e tradizione e idoli di oggi, intesi come ipertecnologia e modernismo prima ancora che modernità.

Aperta a Pecorara in Alta Val Tidone dagli apprezzati messaggi dei Ministri Tommaso Foti ed Eugenia Roccella a sottolineare oltre al patrocinio del Ministero del Turismo, il valore del Fol in Fest quale strumento di valorizzazione dei territori interni, così come evidenziato anche nel saluto del Vice Presidente della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, la manifestazione ha permesso di assistere a Nibbiano al prezioso e arricchente confronto tra il Professor Pietro Polieri e l’economista Ettore Gotti Tedeschi su Nietzsche e il crollo degli idoli della società occidentale. Un tema che è stato al centro, con sfumature diverse, nei partecipati incontri con Gianluigi Paragone, portatore della sua personale messa in guardia dal modernismo sfrenato, e con Francesco Borgonovo a Ferriere, che ha richiamato ai valori della libertà di pensiero e rivendicato il significato del “dissentire”.

Preziosa e affascinante la testimonianza di Emiliano Cribari, camminatore e fotografo, calata nella passeggiata lungo i crinali di Morfasso e dell’Alta Val d’Arda. Suggestivo e intimistico il recital di Alessandro Preziosi su Le Confessioni di Sant’Agostino, mentre si è sorriso ma con intelligenza e riflessione con il monologo di Paola Giacometti a Ottone. E per finire lo spettacolo musicale de Le Orme.

La montagna rivendica il suo ruolo

“Il festival acquisisce un suo peso nella programmazione degli eventi estivi ma non solo di Piacenza – dice Massimo Polledri, direttore artistico della rassegna tracciandone un bilancio – La montagna rivendica il suo ruolo nella riflessione di questi tempi godendo di una sua particolarità che non è una debolezza ma una ricchezza: la possibilità di avere una comunità con un destino di scopo con ritmi di vita più lenti rispetto a una città più veloce ma sicuramente più fragile nelle relazioni. Tutto questo ha fatto in modo che i nostri prestigiosi ospiti si concentrassero su quelli che sono gli idoli dei nostri giorni facendo vedere quella che è l’anima da sempre dell’uomo”.

Piena soddisfazione viene espressa dai sindaci dei quattro comuni promotori: “Se quattro anni fa – dicono i primi cittadini di Alta Val Tidone, Morfasso, Ottone e Ferriere – l’idea di fare un festival nei nostri comuni era una scommessa, possiamo dire di averla vinta in modo pieno. Il festival, grazie al lavoro di tutti è cresciuto in modo esponenziale e ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato alla perfetta riuscita, dalla direzione artistica e organizzativa, agli uffici comunali agli sponsor e sostenitori. Già da domani inizieremo a lavorare per la prossima edizione, mantenendo ormai un programma e progetti che vanno ben oltre i 4 giorni del festival”.

Il concerto de Le Orme

Come detto, la rassegna si è chiusa in musica con il concerto evento de Le Orme, tra le band italiane più longeve e simbolo del prog rock, che celebrano i 60 anni di attività con una nuova tournée che ripercorre, tra citazioni e rivisitazioni, il loro ricco repertorio segnato da complesse e molteplici sperimentazioni musicali. Introdotto da Max Marchini, il concerto ha permesso di riascoltare alcuni dei principali successi della band, da “Gioco di bimba” a “Lo sguardo verso il cielo”, da “Amico di ieri” a “Cemento armato” a “Felona”. E poi spazio alle cover: da “Non mi rompete” del Banco di Mutuo Soccorso a “Impressioni di settembre” della PFM a Rondo di Keith Emerson. Oltre un’ora e mezzo di concerto che ha tenuto incollato un folto pubblico di amanti del genere che ne è uscito entusiasta e soddisfatto.

La quarta edizione del Fol in Fest, che si è caratterizzata anche per diversi eventi in anteprima nei mesi primaverili, ha avuto il patrocinio di Ministero del Turismo, Montagna Mia, Provincia di Piacenza e Parco Culturale Ecclesiale ed è stato realizzato grazie al contributo di Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Banca di Piacenza, Allied e ALS Group.

  

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