
“Non mi vedrete più con un’arma in mano” è il titolo del nuovo volume edito da Officine Gutenberg, in libreria in concomitanza con l’anniversario della Liberazione. Il primo romanzo di Mauro Ferri infonde vita e sentimenti a una vicenda di Resistenza sulle montagne piacentine lontana ormai ottant’anni, ispirata a fatti realmente accaduti, che arriva fino ai giorni nostri.
Il nuovo libro di Mauro Ferri, giornalista e cooperatore, lo trovate in libreria, on line su www.officinegutenberg.it e anche alla prima presentazione ufficiale alla Biblioteca Passerini-Landi all’interno della rassegna “5 libri in cerca di un biblioteca”, mercoledì 30 aprile alle 17.30.
Nel libro di Ferri in realtà le storie sono due e si intrecciano a distanza di oltre mezzo secolo. Quella di Delio, che raggiunge le montagne in sella alla sua bicicletta in una mattina d’estate per unirsi alla sua prima banda partigiana: non ha ancora vent’anni e non ha mai sparato un solo colpo, avrebbe dovuto imparare a farlo in fretta. E quella di Giulio, che si ritrova catapultato dentro a un mondo sconosciuto, quello della Residenza Unica Speciale, tra odore di disinfettante e di cibo riscaldato, per iniziare l’anno dell’obiezione di coscienza al servizio militare in un centro che ospita persone con disabilità.
Il loro rifiuto per il mondo corre lungo due vicende parallele ad anni luce di lontananza, quella tra il dramma della guerra e della lotta di Liberazione e l’ultimo scampolo del secolo scorso, immersi nel ritmo folle della musica techno e nel fascino delle droghe sintetiche. I due protagonisti vivono l’anno più “bello” della loro vita, tra nuove amicizie e i primi amori che contano. Nelle tragiche circostanze belliche Delio decide di imbracciare le armi per sopravvivere e combattere gli invasori nazifascisti; invece Giulio rigetta la prospettiva del servizio militare, scegliendo una strada che lo accomuna a tanti della sua generazione: ma quanto è consapevole di questa opzione radicale?
Senza la prima non ci sarebbe la seconda storia, ma questo romanzo dimostra che è vero anche il contrario. Fino all’epilogo che rivela il potere fecondo dell’incontro tra le generazioni, e il dovere morale di oggi: quello del passaggio del testimone.
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