Il welfare aziendale rappresenta oggi uno strumento strategico sia per le imprese che per i lavoratori. Per i dipendenti significa poter accedere a servizi e benefici che migliorano la qualità della vita, la conciliazione dei tempi di lavoro e famiglia e il benessere complessivo. Per le aziende significa maggiore fidelizzazione, motivazione e produttività delle proprie risorse, oltre a opportunità di risparmio fiscale e una migliore reputazione sul territorio. Già, ma cosa si intende precisamente per welfare aziendale? E come può, un’azienda, entrare a far par parte di questo sistema?
360Welfare e Piacenza Pay
Per comprendere come sviluppare soluzioni concrete ed efficaci di welfare anche nelle realtà locali, 360Welfare, società parte del Gruppo 360 Payment Solutions (partner di oltre tremila aziende e che gestisce quotidianamente oltre 250.000 utenti), ha organizzato un convegno a Palazzo Farnese. Parlando di welfare aziendale, la società 360Welfare ha introdotto a Piacenza un modello davvero virtuoso, che sta incontrando sempre maggiore favore. Parliamo del progetto Piacenza Pay.
Piacenza Pay nasce per riportare valore al territorio, alimentare l’economia di prossimità e sostenere i negozi di quartiere, i piccoli commercianti e gli artigiani. Aderendo al progetto, infatti, i crediti welfare erogati dalle società ai propri dipendenti potranno essere utilizzati da questi ultimi per acquistare beni e servizi, anche culturali, all’interno di un circuito di attività convenzionate (dai negozi ai teatri) della provincia di Piacenza.
Cos’è il welfare aziendale?
Di questo e tanto altro si è parlato durante il convegno a Palazzo Farnese. Ad approfondire il tema del welfare aziendale territoriale e delle sue benefiche ricadute, sociali e occupazionali, sull’economia locale è intervenuto Emmanuele Massagli, presidente di AIWA (associazione italiana di rappresentanza del mondo degli operatori nel campo dei servizi di welfare aziendale).
“Il welfare aziendale in modo consiste in beni e servizi concessi dall’azienda ai propri dipendenti, beni e servizi aventi finalità di carattere sociale. L’azienda decide di prendersi cura non solo delle esigenze economiche salariali ma anche delle esigenze sociali dei propri dipendenti. Con benefici che ricadono anche sul territorio perché il dipendente vive in un territorio dato e nessuno può fornire risposte ai bisogni sociali con servizi multinazionali o servizi in altri luoghi. Faccio un esempio, uno non manda il figlio all’asilo nido a 150 km o nessuno va a fare la spesa a 400 km da casa. Per cui l’insieme di questi beni e servizi diventa indotto per il territorio generando quindi valore economico e altro lavoro”.
“E’ una modalità per riuscire a dare un percepito molto più alto al dipendente senza la tagliola del cuneo fiscale che soprattutto per le aziende più piccole è problematica, tanto per l’impresa quanto per il lavoratore. Il welfare aziendale, dagli anni ’80, non è considerato reddito di lavoro, quindi non genera tasse contributi”.
L’esempio del pasto convenzionato
Valentino Santoni, ricercatore e studioso ha illustrato il concetto di “secondo welfare”, partendo dal tema del pasto convenzionato.
“Oggi siamo qui per parlare del pasto convenzionato, del progetto di 360Welfare che riguarda appunto il convenzionamento di una serie di attività che si occupano di somministrazione dei pasti e che lavorano con le aziende. In questo modo si genera un impatto importante per il territorio non solo economico ma perché l’impresa si inserisce come attore del welfare, del benessere e attore attivo nel campo territoriale”.
La testimonianza del gruppo Hera
Flavio Franceschini, responsabile Servizi alle Persone e Facility Management del Gruppo Hera, ha portato la testimonianza positiva di quanto accaduto appunta in Hera.
“Dal lontano 2014 il gruppo Hera ha fatto la scelta di passare dal buono pasto alla fruizione del pasto. Quindi ognuno dei colleghi ha diritto al pasto e una parte di questi, circa la metà, parliamo di 5.000 dipendenti, fruisce del pasto attraverso la rete di ristoranti convenzionati del nostro fornitore 360Welfare. Quindi parliamo di circa 500 ristoranti sparsi su tutto il territorio nazionale: ogni collega munito di badge aziendale può andare a fruire di un pasto completo con primo, secondo, contorno, acqua e caffè. La rendicontazione del pasto avviene in maniera automatica e 360Welfare rimborsa poi i ristoratori quindi con una importante ricaduta su tutti i territori”.





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