Il magistrato piacentino Carla Romana Raineri, dall’avventura con il commissario Tronca (positiva) alla grande delusione della giunta di Virginia Raggi

Una doppia parentesi romana – una molto positiva, l’altra decisamente negativa – che la presidente della I sezione civile della Corte d’appello di Milano, Carla Romana Raineri, ha raccontato nel libro “Brevi cronache dai Palazzi della capitale” (Edizioni la Bussola, con prefazione di Vittorio Sgarbi), presentato questa sera al PalabancaEventi della Banca di Piacenza (in Sala Panini, con Sala Verdi videocollegata) dall’autrice, introdotta dal presidente esecutivo del popolare Istituto di credito Corrado Sforza Fogliani, che ha sottolineato la piacentinità dell’illustre ospite.

La magistrata è infatti nata nella nostra città, alla quale è rimasta legata attraverso l’Associazione “Piacenza Arte”, di cui è presidente onoraria dopo averla fondata nel 2007. Un legame che ha origini lontane: è, infatti, pronipote del grande ministro delle Terre liberate Giovanni Raineri (al quale è dedicata una sala e una lapide proprio nell’ex Palazzo Galli) e il conte Barnaba dal Pozzo (come viene spiegato nel libro) era un antenato della nonna paterna. Quel dal Pozzo che, come noto, recuperò il corpo di Pier Luigi Farnese, gettato dai congiurati (era il 10 settembre 1547) nel fossato del castello visconteo di Piazza Cittadella, facendolo portare nella chiesa di San Fermo; da lì, due giorni dopo, venne trasferito nella sagrestia di Santa Maria di Campagna, dove rimase un anno prima di essere trasportato all’isola Bisentina. Un gesto che valse ai dal Pozzo il privilegio di aggiungere al proprio cognome “Farnese”, oltre ad inserire il giglio farnesiano nello stemma di famiglia.

Nel volume («scritto in pieno lockdown e che sono felicissima di presentare nella mia città natale») la dott. Raineri racconta in prima persona le due esperienze vissute «nella Capitale, che mi è sempre rimasta nel cuore – testimonia -, avendovi vissuto 25 anni, quelli della giovinezza, i più belli: le scuole primarie, il liceo, l’università». Tutto è iniziato a fine 2015, quando l’allora prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca le chiese di affiancarlo nel suo mandato di Commissario straordinario di Roma Capitale, a capo della Segreteria tecnica, supportata da vari ufficiali delle diverse Forze militari («collaboratori splendidi»). Una squadra che esordì con l’indagine sulla gestione del Patrimonio che, fino ad allora affidato a soggetti privati, sfuggiva al controllo interno del Comune; per proseguire – pur avendo poco tempo a disposizione essendo le elezioni alle porte – con un tema molto delicato, il “debito” di Roma. «Un compito – ha ricordato – per il quale chiesi aiuto all’esperto della Consob Marcello Minenna, che rimase poi in Campidoglio con la Giunta Raggi come assessore al Bilancio, alle Partecipate e al Patrimonio. La sua presenza mi convinse ad accettare l’incarico di Capo di Gabinetto del nuovo sindaco per assicurare, si disse ma non fu così, continuità al lavoro svolto nel corso della gestione commissariale». E qui l’autrice (che si dimise dopo un solo mese e che ha raccontato all’attento uditorio del PalabancaEventi la vicenda della presunta illegittimità della sua nomina messa in piedi da Raffaele Cantone, allora a capo dell’Anac), senza peli sulla lingua disegna – con ricca documentazione – un quadro avvilente di questa Italia, fatta di flabellanti e corruttori.

Al termine agli intervenuti è stata consegnata copia del volume, con la dott. Raineri – alla quale la Banca ha riservato un dono in ricordo della serata – rimasta a disposizione per le dediche di rito.

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