E’ iniziata in questi giorni nel Piacentino la raccolta del pomodoro da industria, con un avvio anticipato rispetto alla tradizionale tabella di marcia. Un anticipo che – sottolinea Coldiretti Piacenza- se da un lato è frutto delle elevate temperature registrate a giugno, dall’altro non cancella le preoccupazioni delle imprese agricole circa l’andamento complessivo della campagna.
I terreni, resi pesanti e compatti dalle abbondanti piogge dell’ultima annata, hanno ostacolato lo sviluppo delle radici nella fase iniziale della coltivazione. A questo si è aggiunto il caldo intenso e improvviso della seconda metà di giugno che, oltre a rallentare la fioritura, ha richiesto maggiori interventi irrigui e di difesa con conseguenti incrementi dei costi di produzione.
Questa combinazione di fattori – conferma Cesare Malvicini dell’azienda agricola Vannina a Vallera, dove a pomodoro coltiva circa 60 ettari – potrebbe riflettersi negativamente sulle rese quantitative. Si guarda ora con fiducia al prosieguo della stagione, grazie a condizioni meteo che si presentano più stabili e favorevoli. In particolare, le sue aspettative sono concentrate sulle varietà medio-tardive, che si spera possano beneficiare di un clima più regolare e contribuire a riequilibrare i risultati della campagna.
Jonatha Risoli, che con l’azienda agricola familiare dedica circa 380 ettari al pomodoro tra Piacenza e Fiorenzuola, conferma le difficoltà legate alla preparazione del terreno a causa delle piogge invernali, ma le previsioni sono di una campagna discreta, soprattutto se raffrontata a quella decisamente negativa dello scorso anno.
Francesco Bassanoni, uno tra i maggiori produttori del territorio, spiega come – con il cambiamento climatico – sia difficile mantenere medie alte di produzione. Risulta sempre più strategico – prosegue – allungare i tempi della campagna (dalla prima raccolta alla sua conclusione) anche per accontentare le industrie di trasformazione.
Resta comunque alta l’attenzione da parte delle aziende agricole verso una programmazione produttiva che, sempre più spesso, deve fare i conti con le incognite climatiche e con l’aumento dei costi legati alla gestione delle colture.
Il pomodoro da industria è una produzione simbolo del nostro territorio (seconda provincia in Italia per ettari coltivati dopo Foggia) – commenta il direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli – e rappresenta l’alta professionalità e la capacità di resilienza degli agricoltori piacentini, che anche in annate complicate non fanno mancare qualità e impegno.
E proprio per valorizzare queste produzioni di eccellenza, Coldiretti porta avanti le sue battaglie sindacali, a cominciare dalla raccolta firme per chiedere l’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta in tutta l’Unione Europea, a garanzia dei consumatori e a difesa del vero Made in Italy.
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