Abitare il tempo e lo spazio in contatto con il proprio sentire e con gli altri, per ricreare relazioni concrete e autentiche. Sabato 13 e domenica 14 settembre a Cassimoreno avrà luogo “Escape Wor(l)d”, un week-end immersi nella natura senza telefoni, lontani dalla superficialità, tra cibo, giochi e attività strutturate guidate da psicoterapeute ed educatrici.
Due giorni per staccare la spina e riconnettersi a sé stessi e agli altri, nel verde delle colline piacentine per vivere un’esperienza nuova. Un’occasione reale, concreta, bella e condivisa per conoscersi, parlarsi, divertirsi e sentirsi parte di qualcosa, dove le persone sono al centro, in uno spazio immerso nella natura in cui non accontentarsi della superficialità. Sentieri per scoprire nuove persone e nuovi orizzonti interni, potersi pensare, raccontare, attraversare.
“Escape Wor(l)d”, la referente del progetto Elisa Vezzulli
Il progetto della Fondazione La Ricerca onlus di Piacenza, offre ai partecipanti l’opportunità di abitare il tempo e lo spazio in modo diverso, uno spazio psicoeducativo in cui rimanere in contatto con il proprio sentire, legittimarlo, condividerlo in relazione e scoprire risorse nel gruppo, nella parola e nell’incontro. È qui che la Fondazione La Ricerca onlus di Piacenza intende agire, offrendo uno spazio di ascolto, relazione e autenticità. Un progetto in cui sperimentare il corpo e l’imbarazzo. Un progetto in cui l’unico obiettivo è connettersi agli altri attraverso sé stessi. Senza telefoni, senza distrazioni.
Informazioni
Iscrizione obbligatoria e info: 327 627 44 31 – 346 684 73 71 – mail: laricercaescapeworld@gmail.com –
Il progetto
Il titolo Escape Wor(l)d nasce come provocazione consapevole. In un tempo in cui la tendenza è spesso quella di fuggire dalle parole, dai legami e dai vissuti profondi, questo progetto propone un ribaltamento: non una via di fuga, ma un ritorno al mondo e alla parola come possibilità di incontro autentico.
L’uso del gioco linguistico wor(l)d – che fonde “word” (parola) e “world” (mondo) – richiama l’idea che non si può abitare il mondo senza abitare anche le parole, e che uscire dall’isolamento relazionale richiede passaggi di verità, presenza e contatto.
Escape Wor(l)d diventa così un invito a non evadere da sé e dall’altro, ma a stare dentro, con coraggio, anche nel disagio, per generare nuove narrazioni di sé e nuove possibilità relazionali.
Il progetto prevede un’esperienza immersiva e guidata della durata di circa quattro ore, ospitata in luoghi aggregativi non convenzionali della città, trasformati in spazi accoglienti, sensoriali e protetti. L’obiettivo è offrire ai partecipanti l’opportunità di abitare il tempo e lo spazio in modo diverso, in un contesto facilitante che favorisca:
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La sperimentazione dell’autenticità, attraverso il corpo, l’incontro e la relazione diretta
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La riduzione consapevole dell’uso di dispositivi digitali, come atto simbolico e concreto di disconnessione
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La creazione di connessioni profonde, con sé stessi e con gli altri, in un clima di ascolto reciproco e sospensione del giudizio
Il fine
Il fine ultimo del progetto è quello di creare un ponte tra l’evento singolo e una possibile continuità di cura, di crescita o di appartenenza, evitando che l’esperienza resti isolata e valorizzando la possibilità di trasformarla in processo.
Escape Wor(l)d nasce da questa esigenza: offrire uno spazio di autenticità, relazione e sperimentazione. Un progetto che non propone soluzioni, ma esperienze trasformative. Che non cancella la fatica, ma la abita, insieme.
Escape Wor(l)d nasce anche dall’ascolto di una domanda diffusa ma spesso silenziosa. I giovani adulti, oggi, non chiedono diagnosi, ma spazi in cui potersi pensare, raccontare, attraversare. Le richieste che pongono — anche in spazi digitali come ChatGPT — rivelano un disagio che non è patologico, ma esistenziale.
Ci chiedono
“Come capire chi sono davvero?”
“Perché mi sento bloccato anche se non mi manca nulla?”
“È normale non sapere dove andare?”
Portano domande sul senso di sé, sul futuro che non riescono a figurarsi, sulla solitudine relazionale, anche quando socialmente “funzionano”. Molti di loro si sentono emotivamente soli, pur essendo connessi, e chiedono linguaggi nuovi con cui capirsi e dire ciò che provano.
In questo contesto, Escape Wor(l)d si propone come uno spazio psicoeducativo in cui rimanere in contatto con il proprio sentire, legittimarlo, condividerlo in relazione e scoprire risorse nel gruppo, nella parola e nell’incontro.
È qui che la Fondazione La Ricerca di Piacenza intende agire, offrendo uno spazio di ascolto, relazione e autenticità.
Un progetto in cui sperimentare il corpo e l’imbarazzo. Un progetto in cui l’unico obiettivo è connettersi agli altri attraverso sè stessi. Senza telefoni, senza distrazioni.
Obiettivi generali
● Promuovere il benessere psico-emotivo e relazionale dei giovani adulti, offrendo spazi di ascolto, espressione e sperimentazione autentica del sé.
● Contrastare il senso di isolamento esistenziale e il malessere non patologico, spesso silenzioso, che caratterizza molti giovani nella transizione all’età adulta.
● Favorire processi di consapevolezza personale, valorizzando l’autenticità, il contatto emotivo con sé stessi e la possibilità di riappropriarsi del proprio percorso evolutivo.
● Sostenere la relazione come strumento trasformativo, facilitando esperienze interpersonali significative in cui i giovani possano riconoscersi, rispecchiarsi e crescere attraverso l’incontro con l’altro.
● Rafforzare i legami tra giovani e contesti istituzionali o comunitari, promuovendo una rete di sostegno reale, accessibile e non giudicante.
● Favorire la nascita di nuove reti amicali e relazionali, basate sulla condivisione, sull’esperienza diretta e sul valore dell’autenticità, al di fuori delle dinamiche digitali e performative.
Destinatari
Il progetto si rivolge a giovani adulti di età compresa tra i 25 e i 40 anni.
Cosa abbiamo raggiunto finora
Ad oggi sono state 10 le iniziative organizzate e proposte alla cittadinanza, che hanno raggiunto in tutto 600 persone in target di età 25/40 anni.
Il format è stato “itinerante” nel senso che l’iniziativa è stata ospitata da locali diversi di Piacenza. Dopo già le prime due date, sono stati proprio i locali stessi, incuriositi dalla mission dell’evento, ma anche dalla risonanza che stava acquisendo, ad averci contattato per ospitarci.
Da queste esperienze sono poi nati un altro importante progetto e due importanti collaborazioni.
il progetto correlato è stato quello di STRASON96 (che gioca con le parole “strasson” in dialetto piacentino “straccione” e “stradone” come lo Stradone Farnese in cui ha sede la Fondazione LA
RICERCA). Strason96 è l’associazione di volontariato di un gruppo di studenti universitari che, come volontari appunto, decidono di portare avanti l’idea di una esposizione di abiti second hand donati al kg il cui ricavato viene interamente devoluto a La Ricerca per finanziare i progetti Escape ed altri in favore dei giovani del territorio. Una idea, in pratica, dei giovani per sostenere i giovani.
Attraverso Strason96 e come conseguenza della risonanza degli eventi Escape nascono poi queste collaborazioni:
Con LORIS PROSSIMO, titolare di Le Moire a Porta San Lazzaro, che ci ha ospitato con la nostra esposizione Strason96 nelle quattro date dei venerdì piacentini in Piazza Plebiscito
Con Nicola Curtarelli, presidente Arci Piacenza e titolare del circolo Belleri, grazie al quale saremo presenti con l’esposizione Strason96 al festival Tendenze di settembre.
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