Confcommercio, cambiano le abitudini di acquisto dei piacentini. Raffaele Chiappa: “Non c’è rinuncia, ma scelte mirate” – AUDIO

Confcommercio, cambiano le abitudini di acquisto dei piacentini. Raffaele Chiappa: “Non c'è rinuncia, ma scelte mirate” - AUDIO

Studio di Confcommercio, cambiano le abitudini di acquisto dei piacentini. Raffaele Chiappa: “Decisioni mirate, ma senza rinunce”.  Secondo uno studio dell’associazione di categoria il 73% dei piacentini ha modificato il modo di fare la spesa negli ultimi dodici mesi, tra prudenza, risparmio e acquisti “di consolazione”.

L’indagine è stata realizzata da Confcommercio Piacenza con Format Research su un campione rappresentativo di 500 cittadini intervistati fra il 30 ottobre e il 7 novembre 2025.

Quello che emerge chiaramentespiega il presidente di Confcommercio Piacenza, Raffaele Chiappaè un cambiamento profondo nelle strategie di acquisto dei piacentini. Non si tratta solo di risparmiare, ma di affrontare l’incertezza con maggiore consapevolezza e attenzione alle priorità.

Segnale di responsabilità

«Questi dati ci dicono cittadini stanno cercando un equilibrio tra necessità quotidiane e gestione consapevole del budget familiare. È un segnale di responsabilità che testimonia come le famiglie piacentine sappiano adattarsi senza rinunciare completamente al benessere.

Vista l’incertezza economica sarà questa la strada nei prossimi anni?

Sì, molto probabilmente, almeno fino a quando non succederanno due fatti, secondo me sono fondamentali, pilastri del consumo. In particolare finché non ci sarà un po’ più di certezza sul mercato e un intervento forte sulla tassazione. Insisto col dire che le persone devono avere maggiore disponibilità per gli acquisti, qualche cento euro in più. Tutto questo chiaramente senza gravare troppo sulle imprese che già hanno un costo del lavoro altissimo. Comunque è importante sottolineare che non è una chiusura o una rinuncia totale, alle persone piace fare acquisti, stanno solamente imparando magari a gestire meglio il loro budget.

L’emozione dell’acquisto, l’online toglie un po’ queste sensazione?

Certo, perché le maestranze e la professionalità fanno ancora la differenza. Naturalmente lo shopping online offre vantaggi, la praticità, la velocità sicuramente in primis, però riduce notevolmente l’esperienza sensoriale ed emotiva dell’acquisto. Va cercata un’unione tra negozio fisico e la vendita online, abbinando le due situazioni. Però dobbiamo fare attenzione perché sul web spesso si fanno acquisti d’impulso e in un momento come questo sono proprio da evitare. Il prodotto soddisfa l’emozione, quindi va presentato nel modo giusto.

Dall’indagine emerge equilibrio nel fare acquisti

Il messaggio principale che traiamo da questa indagine è che i piacentini affrontano la pressione economica con equilibrio, mescolando prudenza e ricerca di benessere. Comprendere questi comportamenti è fondamentale per le imprese, che devono riuscire a intercettare bisogni reali, offrire soluzioni adatte e sostenere i cittadini in un periodo così complesso».

L’indagine

I cambiamenti si concentrano soprattutto in alcuni settori chiave della spesa quotidiana e del tempo libero: la ristorazione è quello più coinvolto (52,3%), seguito da abbigliamento e moda (47,7%) e dagli alimentari (45,4%). Importanti anche le variazioni registrate nella fruizione del tempo libero (40%), nel benessere (31,5%) e nella tecnologia (30,8%). Le differenze di genere accentuano alcuni trend: tra le donne il cambiamento è più marcato, con il 61,8% che modifica le scelte nella ristorazione e nell’abbigliamento, contro il 41,9% e il 32,3% degli uomini negli stessi settori.

A fronte di questa trasformazione, più della metà dei piacentini (56,4%) affronta l’incertezza economica con un atteggiamento definito “attento e strategico”: significa valutare le spese, confrontare i prezzi, informarsi prima di acquistare. Il 17,6% consulta recensioni online per ottenere consigli utili al risparmio, mentre il 18,2% limita gli acquisti allo stretto indispensabile. Un altro 28,5% preferisce invece spostare l’asse dalla sfera del consumo verso attività alternative – sport, natura, meditazione – per trovare distrazione senza spendere.

L’acquisto resta comunque un’esperienza carica di emozioni. Quasi quattro intervistati su dieci (39,4%) provano soddisfazione, un quarto (25,5%) appagamento e il 24,8% un senso di controllo. Ma non mancano le sensazioni negative: il 15,8% riferisce sentimenti di colpa o frustrazione e l’11,5% parla di ansia o stress legati all’acquisto. Particolarmente rilevante è il fenomeno degli acquisti di “consolazione”: sei piacentini su dieci dichiarano di comprare qualcosa per reagire all’ansia o a momenti di tensione emotiva. Per il 21,8% l’effetto è positivo, per il 24,2% procura sollievo misto però a senso di colpa, mentre per il 10,3% l’acquisto peggiora l’umore perché percepito come impulsivo.

La radice di molti comportamenti è lo stress economico, che colpisce soprattutto quando si devono affrontare spese impreviste: il 55,2% degli intervistati indica questo come il principale fattore di pressione. Il 37,6% sperimenta stress pensando al futuro – casa, mutuo, figli, auto – mentre il 20% lo avverte anche nella spesa quotidiana. Le differenze tra uomini e donne sono nette: il 65,1% delle donne prova forte stress per le spese impreviste, contro il 45,1% degli uomini. I giovani adulti (25-34 anni) sono invece la fascia più preoccupata per il futuro, con un livello di stress che raggiunge il 50%. Chi soffre meno è la popolazione più anziana: il 42,9% degli over 65 non prova particolare stress economico.

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